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Museo Informa: notiziario del Sistema Museale
N. 9 anno 2000
Collezioni private

L'importanza del collezionismo privato
Esposti in San Domenico a Ravenna nella mostra "Schola Cordis, oggetti devozionali - in particolare stampe e santini riproducenti il Sacro Cuore di Gesù e di Maria - della collezione Gulli Grigioni"
Nadia Ceroni - Conservatore della Pinacoteca comunale di Ravenna

La Chiesa di San Domenico di Ravenna ha recentemente ospitato una significativa mostra intitolata Schola Cordis. Con l'intento di documentare "amore sacro e profano, devozioni, pellegrinaggi, preghiera attraverso il simbolismo del cuore in immagini e oggetti europei" - databili dal XVII alla prima metà del XX secolo - l'esposizione è stata organizzata da Elisabetta Gulli Grigioni, curatrice anche del catalogo, edito dalle Edizioni Essegì. Il concetto di "Scuola del Cuore", che recupera il titolo da un noto libretto del 1629, si "presta a comprendere, in una finalità di celeste e spirituale didattica" non solo immagini legate al simbolismo del cuore - in particolare stampe e santini riproducenti il Sacro Cuore di Gesù e di Maria - ma anche innumerevoli oggetti cuoriformi - o decorati con il simbolo del cuore - legati sia alla devozione pubblica e privata, sia alla vita profana, qui richiamata da doni di fidanzamento o di nozze, ricordi di viaggi o semplicemente strumenti di vita quotidiana. Le preziose opere esposte appartengono alla vastissima collezione della curatrice, che da anni si dedica alla ricerca, alla raccolta e allo studio di oggetti e documenti grafici legati alla tradizione popolare e all'uso dei simboli, in particolare quello del cuore. La mostra fornisce l'occasione per dare avvio, in queste pagine, ad un ragionamento più generale sul collezionismo privato, fenomeno particolarmente diffuso nella nostra provincia. L'interesse e la curiosità, verso questa forma di raccolta privata, sono notevolmente aumentati nel corso degli ultimi anni, anche grazie al moltiplicarsi di mercatini locali, alla comparsa di pubblicazioni specifiche e all'attenzione dei media, che però hanno preferito e dato risalto all'eclettismo o agli aspetti più stravaganti delle raccolte. Una ricerca sull'eterogeneità delle tipologie presenti in provincia, potrebbe costituire l'occasione per riconoscere ai collezionisti - in qualità di studiosi e ricercatori - il ruolo culturale e sociale che meritano. Per i musei locali, infatti, la possibilità di acquisire nuovi fondi patrimoniali o di completare le proprie collezioni, potrebbe essere rappresentata dalla disponibilità dei collezionisti a depositare parte delle loro raccolte nei luoghi destinati per eccellenza all'esposizione, conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Il deposito - quale forma di collaborazione tra pubblico e privato - potrebbe sopperire all'esiguità dei bilanci, che non permettono sistematiche programmazioni di acquisti per incrementare i patrimoni museali, per arricchirli e meglio qualificarli. Doni e depositi di privati cittadini hanno reso possibile, nel secolo scorso, la nascita di numerosi musei, la cui possibilità di sviluppo patrimoniale, di promozione, e divulgazione, può passare ancor oggi attraverso il contributo del collezionismo privato. Un'attività che - sgravata da onerosi interventi di conservazione e restauro, così come da quelli dell'inventariazione e della catalogazione - potrebbe beneficiare della collaborazione dei musei e delle biblioteche locali, degli istituti di ricerca scientifica e delle facoltà universitarie.



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