Un decalogo in caso di emergenze

Un utile e concreto vademecum nel testo approvato dall'assemblea nazionale dei soci di ICOM Italia riunitasi il 10 ottobre  a Roma

Anche solo negli ultimi anni, ci siamo trovati di fronte a tre grandi calamità naturali - i terremoti dell'Aquila del 2009, dell'Emilia-Romagna del 2012 e dell'Italia Centrale del 24 agosto 2016 - che hanno posto anche a ICOM Italia non solo la necessità di sensibilizzare e attivare i propri Soci nella prevenzione delle calamità naturali e nella preparazione a stati di emergenza, ma nei momenti di crisi di porre anche in atto azioni a favore delle strutture e dei beni culturali colpiti.
L'esperienza maturata ha portato a redigere un decalogo, del e per il nostro Comitato, che individua gli interventi che sarebbe opportuno mettere, o non mettere, in atto nei casi di emergenza dovuti a calamità naturali.
ICOM Italia, in prima persona, invita a:

1. Non promuovere raccolte di fondi o di generi di soccorso a favore delle vittime
A questo provvedono già, e con maggiore efficacia, molti altri soggetti. Nel partecipare al dolore per le vittime e ai disagi per i sopravvissuti ICOM Italia invita i propri soci a partecipare, a titolo individuale e secondo le proprie preferenze, alle forme di aiuto che ritengono più utili. Si impegna piuttosto, quando la fase di emergenza è terminata a promuovere raccolte di fondi mirate a realizzare gli obiettivi proposti ai punti 8) e 9) di questo decalogo.

2. Non raccogliere né diffondere in prima persona notizie sullo stato di emergenza
Esistono soggetti deputati a questa funzione in grado di raccogliere e diffondere informazioni e ritiene un errore far circolare notizie che rischierebbero di essere parziali e rapidamente superate. Al termine delle indagini realizzate con le modalità descritte al punto 6, redige un rapporto e lo trasmette a ICOM per la diffusione su scala internazionale.

3. Non organizzare proprie unità di intervento nell'immediato dopo calamità
Non essendo un ente riconosciuto dalla Protezione Civile, ICOM Italia non ritiene opportuno diventarlo per le stesse ragioni che portano a escludere la raccolta di fondi, notizie ecc. Il Comitato opera in prevenzione, sostenendo nei musei un'attività di formazione di volontari attraverso l'adesione alle organizzazioni di volontariato riconosciute (come Legambiente, i gruppi di Protezione civile comunali ecc.) e ricorre alle competenze e esperienze che essi acquisiscono per definire e migliorare i propri protocolli d'intervento.

4. Dotarsi, a livello nazionale e/o regionale, di propri protocolli di intervento commisurati alle proprie forze da attivare al presentarsi di qualunque emergenza
Individuare un protocollo nazionale con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (nell'ambito dell'Accordo di collaborazione stipulato con il MIBACT il 25 maggio 2015) e protocolli regionali con le sue strutture periferiche, individuando i responsabili della loro attivazione nell'ambito dei Coordinamenti regionali esistenti e/o della Commissione Sicurezza ed Emergenza.

5. Stabilire preventivamente, in tutti i casi in cui è possibile, accordi di collaborazione con le strutture regionali che intervengono in caso di crisi
Attraverso i Coordinamenti regionali possono essere definiti accordi con le Unità di Crisi Regionali del MIBACT e con le Regioni per operare: in prevenzione con l'integrazione delle banche dati, la predisposizione dei piani di sicurezza ed emergenza museale, l'individuazione dei depositi; in emergenza nel rilevamento dei danni alle strutture e ai beni culturali, individuando modalità di effettuazione e forme di consegna e integrazione dei dati raccolti. Ovunque possibile ICOM Italia agisce, anche a livello regionale, nell'ambito dei Coordinamenti MAB esistenti (o attivabili nell'occasione) e dello Scudo Blu che integra le competenze di ICOM Italia, AIB, ANAI con quelle di ICOMOS e degli altri enti che vi aderiscono.

6. Attivarsi - quando possibile in ambito MAB e nel quadro dello Scudo Blu italiano - per la raccolta di informazioni sullo stato delle strutture e dei beni culturali nelle aree interessati
Nell'ambito dei protocolli regionali d'intervento la raccolta di informazioni è attivata non appena le condizioni dell'emergenza in atto la rendono possibile, sul territorio investito, direttamente e indirettamente, dalla calamità, attraverso modalità standard definite su scala nazionale. I dati raccolti sono comunicati nelle forme stabilite dal protocollo nazionale e dagli Accordi di collaborazione regionale sottoscritti.

7. Collaborare - nell'ambito dello Scudo Blu - alla rilevazione dei danni alle strutture mettendosi a disposizione delle amministrazioni responsabili
Raramente i danni sono limitati ai soli beni e la rilevazione di quelli subiti dalle strutture richiede la messa in campo di competenze che solo parzialmente hanno i professionisti museali soci di ICOM Italia. Per questo è opportuno che loro rilevazione, contestuale - quando possibile - a quella dei beni, avvenga nell'ambito dello Scudo Blu Italia, a garanzia che siano presenti tutte le competenze specialistiche necessarie.

8. Individuare, sulla base dei dati raccolti, i musei da proporre "in adozione" - in accordo con l'Amministrazione responsabile -nella progettazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e di recupero finalizzati alla loro riapertura al pubblico
"Adottare un museo" significa prendersene cura: analizzare insieme alla sua Amministrazione responsabile e al Direttore i danni subiti dall'edificio e dalle collezioni e individuare con loro l'intero percorso necessario a renderlo nuovamente accessibile.
Rispetto a questo obiettivo ICOM Italia, può mettere a disposizione a titolo gratuito, le competenze necessarie a elaborare un progetto - di messa in sicurezza o di recupero, di proseguimento dell'attività - individuandone il costo e promuovendo la raccolta dei fondi necessari a realizzarlo in forme ovviamente concordate con l'Amministrazione, ma preferibilmente 'donando' non solo l'ideazione del progetto, ma la sua elaborazione esecutiva e, se possibile, anche la sua realizzazione.

9. Predisporre le attrezzature e la strumentazione necessaria ad allestire depositi di emergenza in cui ricoverare i beni culturali danneggiati o in condizione di rischio dall'emergenza
È la proposta di maggior impegno elaborata alla luce delle esperienze del sisma dell'Aquila e dell'Italia centrale e delle riflessioni che ne sono scaturite, e che s'intende mettere in pratica ora, a calamità avvenuta, e come misura preventiva da porre in atto non appena le condizioni del post calamità lo consentono.
Strutture adatte a contenere beni culturali, in aree prossime ma a una distanza di sicurezza dai territori direttamente o indirettamente colpiti da calamità, crediamo sia relativamente facile trovarle. Più complesso attrezzarle rapidamente se non si dispone di tutti i dispositivi necessari ad assicurare il ricovero e una conservazione che potrebbe essere prolungata nel tempo. Situazione per la quale va garantita nel tempo la sicurezza sotto tutti i punti di vista, e la possibilità di realizzare i primi interventi manutentivi di emergenza con personale qualificato.
Nella progettazione esecutiva vorremmo associarci a Enti con competenze specifiche in materia di conservazione, e a tutti i soggetti, pubblici e privati, disponibili a sostenerne sul piano finanziario e/o dei beni e servizi necessari, la realizzazione.
Per questo l'Assemblea dei soci riunita a Roma il 10 ottobre impegna il Presidente pro tempore e il Consiglio direttivo di ICOM Italia a dare immediata esecuzione al progetto, attivandosi nella ricerca di partner scientifici ed economici, pubblici o privati, per la sua ideazione e realizzazione sperimentale nelle aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016.

10. L'Assemblea dei soci di ICOM sottopone anche alla Presidente e al Board di ICOM di prendere in esame la proposta di costituire un fondo internazionale di riserva cui attingere per gli interventi di adozione, di messa in sicurezza e recupero dei beni danneggiati
Il Fondo internazionale di riserva, immediatamente utilizzabile in caso di necessità ed erogato ai Comitati nazionali di ICOM sotto forma di prestito senza interessi, dovrebbe essere costantemente reintegrato attraverso la raccolta fondi e le sponsorizzazioni degli interventi di adozione, di messa in sicurezza e recupero dei beni danneggiati o di acquisto di strutture e dispositivi destinati ad allestire depositi di emergenza in caso di calamità.
Poter disporre, in attesa dell'effettiva erogazione da parte dei soggetti pubblici e privati sostenitori di progetti, delle somme necessarie ad attivarli, sotto forma di prestito senza interessi e con il solo impegno di restituirle ad avvenuta liquidazione dei contributi deliberati, consentirebbe infatti di rendere immediatamente esecutivi i progetti approvati dai Comitati nazionali proponenti e valutati positivamente - sul piano tecnico e finanziario - da parte di ICOM.


Speciale Patrimonio culturale ed emergenze - pag. 16 [2016 - N.57]

[indietro]