Legambiente per la Protezione Civile

A 50 anni dall'alluvione di Firenze, è sempre più determinante il ruolo del volontariato nella messa in sicurezza dei beni culturali in emergenza

Antonella Nonnis - Coordinatrice Gruppo Protezione Civile Legambiente Marche

Il volontariato di protezione civile ha saputo dimostrare, anche nel corso delle ultime gravi calamità che hanno colpito il Centro Italia il 24 agosto e il 30 ottobre 2016, di poter offrire un contributo importante in diversi aspetti della gestione di un'emergenza.
Volontari sempre più numerosi e soprattutto ben preparati sono divenuti parte integrante del sistema nazionale di protezione civile e proprio il coinvolgimento di tante energie provenienti dal mondo delle associazioni e dalla società civile rappresenta uno degli elementi maggiormente innovativi del sistema di Protezione Civile italiana. Un percorso che ha avuto origine nel secolo scorso con la passione di tanti giovani mobilitati per prestare soccorso e assistenza, integrandoli all'interno di un sistema complesso ma efficace: gli "angeli del fango" dell'alluvione di Firenze del 1966 si sono trasformati in volontari esperti e competenti pronti a intervenire con tempestività, ognuno nel proprio settore, mettendo al servizio della comunità professionalità e competenze.
Legambiente è un'associazione ambientalista nata nel 1980. Tratto distintivo è stato fin dall'inizio l'ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell'ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili. L'approccio scientifico unito a un costante lavoro d'informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini ha garantito il profondo radicamento di Legambiente nella società.
Lo stesso spirito ha guidato l'associazione nelle attività di protezione civile attraverso l'ideazione di progetti volti a sensibilizzare e informare i cittadini sui rischi che incombono sul territorio e mirati a far crescere una nuova mentalità legata al tema della sicurezza. Dal 1997 Legambiente è intervenuta in tutte le grandi calamità che hanno colpito l'Italia, portando una solidarietà concreta e tempestiva, acquisendo tra l'altro specializzazioni uniche riconosciute in ambito italiano e mondiale, quali la Salvaguardia del Patrimonio Culturale in caso di emergenza e la pulizia delle coste in caso di spiaggiamento di petrolio.
L'esperienza del volontariato ambientale al servizio del patrimonio culturale in emergenza ha inizio nella Regione Marche durante gli eventi sismici avvenuti tra Umbria-Marche nel 1997 e in Molise nel 2002, e si è andata via via consolidandosi fino al 2007 con la firma di un Protocollo Nazione (più volte rinnovato e ancora vigente) che vede coinvolti la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche con il Dipartimento di Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento per le Politiche integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile della Regione Marche, l'Associazione Legambiente Nazionale e Legambiente Marche Volontariato.
Nel 2009, con oltre mille volontari, Legambiente ha portato un soccorso tempestivo e concreto alla popolazione abruzzese colpita dal sisma e ha contribuito in modo determinate alla salvaguardia del patrimonio culturale: fin dai primi giorni dell'emergenza, le squadre specializzate di volontari sono state impegnate negli interventi di messa in sicurezza, delocalizzazione e catalogazione dei beni culturali a L'Aquila e negli altri paesi colpiti dal sisma.
In particolare le attività svolte dall'Associazione in emergenza si dividono in due fasi distinte: una di organizzazione del lavoro, l'altra di operatività. Nella prima fase, cosiddetta di avviamento, i volontari hanno collaborato con i funzionari del MiBACT e del Dipartimento della Protezione Civile per l'organizzazione della segreteria, la ricomposizione della banca dati relativa ai beni culturali nelle zone colpite dal sisma, la verifica dell'idoneità delle sedi individuate come magazzini temporanei, l'allestimento di un deposito attrezzato alla fruizione, il reperimento di materiali e mezzi per il recupero delle opere d'arte. La vera e propria fase operativa di recupero e messa in sicurezza delle opere d'arte ha avuto inizio il 13 aprile. In quasi un anno di attività si sono messe in sicurezza 4.999 opere d'arte, catalogate in 3.610 schede di rilievo del danno informatizzate dagli stessi volontari. Gli interventi di delocalizzazione hanno riguardato 3.163 opere, gli interventi di messa in sicurezza in loco sono stati 385 e gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza di affreschi sono stati 14. Il lungo lavoro di messa in sicurezza ha visto il coinvolgimento dell'associazione in 115 edifici religiosi, in 2 musei, in 6 edifici pubblici, per un totale di 129 contenitori. Inoltre, i volontari hanno contribuito al recupero e alla messa in sicurezza di 247.532 volumi provenienti dagli archivi e dalle biblioteche de L'Aquila
Questi dati appartengo ad un passato dolorosamente recente, il nuovo Sisma Centro Italia, che ci vede ancora una volta protagonisti attivi, è ancora tutto da scrivere.

Speciale Patrimonio culturale ed emergenze - pag. 15 [2016 - N.57]

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