Le "Anime morte" di Chagall

Il genio immaginifico dell'artista russo incontra la verve narrativa di Gogol' in autunno a Bagnacavallo

Diego Galizzi - Direttore Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo

Marc Chagall è entrato nell'immaginario di molti come un artista incantatore che ci ha fatto sognare e viaggiare in un mondo privo di peso, ma acceso da colori intensi, irreali, favolistici. Tutti conoscono le sue opere pittoriche fatte di violinisti, animali ammiccanti, ebrei che si librano sui tetti... Ma quanti possono dire di conoscere la sua produzione grafica?
Si tratta certamente del suo lato meno noto presso il grande pubblico, eppure non meno importante, anzi, espressione ancor più autentica del suo straordinario genio immaginifico. Può apparire sorprendente, eppure è lo stesso Chagall a confessarcelo: "Qualcosa mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, in un certo momento della mia vita, anche con l'incisione".
Quando nel 1923 l'editore francese Ambroise Vollard decise di affidare a Chagall la realizzazione del primo dei suoi grandi cicli ad incisione, quello dedicato all'illustrazione del testo di Gogol' Le anime morte, lo fece ben conscio che quell'artista di origine russa, zigomi alti, faccetta furba, "sguardo di una volpe negli occhi azzurro-cielo" (come ebbe a dire sua moglie Bella), doveva la sua notorietà essenzialmente al suo universo fatti di colori sognanti e evocativi. In quel momento Chagall accettò la sfida, intuendo che c'era spazio per annullare completamente il colore per riassumere la propria forza espressiva dentro il segno grafico, e rigorosamente monocromo, dell'acquaforte. C'era spazio, in sostanza, per inoltrarsi nel mondo dell'immaginazione a tal punto da lasciare persino il colore alla soggettiva e istintiva fantasia delle persone.
La mostra Il villaggio di Chagall. Cento incisioni da 'Le anime morte', in programma al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo dal 17 settembre al 4 dicembre a cura di chi scrive e di Michele Tavola, è l'occasione giusta per conoscere quello che forse è il vertice assoluto della produzione grafica dell'artista russo.
Nel ciclo illustrativo delle Anime morte, composto in tutto da 107 incisioni all'acquaforte (con qualche intervento all'acquatinta) di cui 96 tavole fuori testo, la carica immaginativa e onirica di Chagall si sposa perfettamente con le infinite possibilità comunicative del linguaggio dell'incisione. Non solo, in esse risiede un incontro del tutto speciale: quello tra il genio creativo dell'uomo che ci ha fatto scoprire come si raccontano le cose con gli occhi di un bambino e la verve narrativa, a tratti caricaturale, della penna di Gogol'.
Ne scaturisce un racconto per immagini strepitoso, che attraverso le rocambolesche avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, restituisce con nitida freschezza la degenerazione morale, le miserie e i paradossi della società zarista del tempo. Già, perché Chagall - proprio come Gogol' - lavora alle Anime morte mentre è lontano dalla patria, e per lui è un'occasione unica per tornare con la mente ai vasti panorami della sua terra, ammantandoli di lirismo, sogno e nostalgia. Le strade indolenti dell'immaginaria città di N., i suoi funzionari boriosi, le sue campagne cosparse di isbe, di contadini e di greggi, si tramutano così in una sorta di parodia della sua Vitebsk. Ma al di là dell'operazione nostalgia, per Chagall è anche un modo per svelare al mondo l'essenza più profonda del popolo russo, di quella Madre Russia che egli ama - e insieme detesta - visceralmente: "Perché in Russia con sono che l'ultima ruota del carro. E perché tutto ciò che faccio sembra loro bizzarro e tutto ciò che fanno loro a me pare superfluo. Perché dunque? Non posso più parlare. Io amo la Russia".
Con questa mostra, che per la prima volta porta a Bagnacavallo l'opera di un maestro del Novecento dalla grandezza assoluta, il Museo Civico delle Cappuccine oltre a consolidare il suo ruolo di centro votato alla valorizzazione e alla conoscenza della grafica d'arte, vuol celebrare con un evento di ampio respiro il 40° anniversario della sua nascita, dell'inizio cioè di una storia, fatta di molte persone, di appassionata volontà di raccogliere, tutelare e comunicare le testimonianze culturali della città e di divulgazione della cultura artistica.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 16 [2016 - N.56]

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