L'eco della riforma sui musei locali

Il ruolo del direttore tra processi di adeguamento agli standard di qualità e di rinnovamento culturale a beneficio della comunità

Cristina Ambrosini - Dirigente Servizio Cultura Musei Turismo e Politiche Giovani Comune di Forlì

I musei civici di Forlì possono essere annoverati in regione tra le istituzioni museali di lunga e accreditata tradizione e con la loro fisionomia storicizzata vivono nel contesto attuale segnato dall'attesa applicazione della 'riforma' dei musei statali inserita nel DPCM 171/2014.
La riforma - calibrata sui musei nazionali con il coordinamento dei poli regionali - è orientata, per quanto si legge nelle pieghe degli articoli del decreto, a porre le basi per un sistema museale nazionale destinato, almeno negli intendimenti, a possibili declinazioni nelle realtà regionali e di "area vasta". Gli interrogativi e le aspettative che si accompagnano alla sua efficacia in fase attuativa si calano per quanto riguarda Forlì in una realtà impegnata in questi anni, in virtù dell'esperienza maturata e del radicamento nel territorio, in un processo di riorganizzazione interna che affonda le sue radici nella riconosciuta validità dei criteri tecnico-scientifici e degli standard di funzionamento e sviluppo dei musei contenuti nell'Atto d'indirizzo del 2001.
Il sistema museale cittadino condivide con musei di altre città una cronica ed esasperata situazione di sofferenza per i non attuati e/o completati interventi di riqualificazione e di adeguamento delle strutture vocate ad ospitare le collezioni e tutte le attività correlate alla funzione "museo", come definita dall'ICOM.
Non si parlerà però di tali aspetti anche se ciò non significa sottovalutarne la problematicità e l'oggettiva limitazione all'esplicarsi di tale funzione. Si intende valorizzare quanto il museo - "Istituto della cultura" - in città e nel territorio si stia affermando con un ruolo di coprotagonista di un processo di rinnovamento e di rigenerazione culturale che la realtà forlivese nelle sue componenti essenziali ha intrapreso, a diversi gradi di consapevolezza, da alcuni anni.
Operare oggi nei musei a Forlì significa riferirsi al complesso museale del San Domenico, noto per il modello decennale delle mostre temporanee di respiro nazionale, e all'esperienza più recente di Palazzo Romagnoli, sede delle collezioni civiche del Novecento e anche luogo in cui si registra l'impegno finalizzato a rendere possibile un'interessante sperimentazione riguardante le numerose e sorprendenti configurazioni degli ambiti di 'prestazione' del museo stesso.
La cura e la gestione delle collezioni rimangono gli ambiti in cui l'autonomia tecnica e scientifica è garantita, pur nei limiti imposti dalle risorse di bilancio pressoché azzerate, dall'esperienza acquisita sul campo dal personale comunale dedicato e dalla ripresa dell'attività periodica di ricognizione dello stato di conservazione del patrimonio svolta in collaborazione con gli organi ministeriali di tutela, con la Regione sui temi della catalogazione e con l'innesto di esperienze formative di tirocini e borse di studio (rese possibili grazie a erogazioni di privati), segnali della volontà di rendere più efficace e sistematico il rapporto con il mondo universitario.
L'oggettivo incremento delle proposte culturali capaci di catalizzare intorno al museo e ai suoi progetti l'interesse di un numero crescente di persone, sia residenti o classificabili nelle categorie del turismo di prossimità che quelle del pubblico delle mostre temporanee, incoraggia a proseguire nell'indirizzo intrapreso. Nel contempo si asseconda il graduale affinamento dell'attitudine del museo verso un atteggiamento di ascolto delle esigenze profonde e talora inespresse del pubblico. Il museo può diventare il luogo che con naturalezza aiuta ciascuno a mettersi in gioco nel costruire, grazie all'esperienza suscitata dalla vicinanza con il patrimonio storico e artistico e dalla forza che emana dalla sua autenticità, un rapporto responsabile con la città e la comunità in cui si vive, la sua storia e la sua fisionomia futura.


Speciale Direttori Museali - pag. 13 [2015 - N.54]

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