Dare un volto all'Innominato

Misteri, scoperte, curiosità dall'arte restaurata
Le trenta opere antiche e moderne di proprietà della pinacoteca, da decenni depositate presso uffici pubblici esterni (prefettura, Questura, Intendenza di Finanza e Municipio di Ravenna) tornano al Museo d'arte della Città. Il titolo dell'iniziativa, in particolare, vuole sottolineare come i lavori di restauro e manutenzione - eseguiti su questo nucleo di quadri, grazie ai contributi della Regione Emilia Romagna - abbiano rappresentato un'occasione di "rivelazione" degli artisti, di conoscenza della storia delle opere e punto di partenza per l'avvio di nuove ricerche documentarie. L'Innominato di Giovanni Bagioli, personaggio letterario che tutti abbiamo conosciuto idealmente sui banchi di scuola, scelto come immagine-guida della mostra, rappresenta quindi una sintesi di tutti quegli aspetti curiosi e misteriosi della complessa attività di restauro, che in questa occasione si vogliono far conoscere al pubblico dei visitatori e dei non addetti ai lavori, valorizzando inoltre un nucleo artistico finora quasi sconosciuto. Accanto ad opere di artisti noti - tra cui Camillo Maioli, Domenico Miserocchi, Edgardo Saporetti, Maceo Casadei, Gianna Nardi Spada, Giuseppe Bartoli, Renzo Morandi, Antonio Rocchi - compaiono pezzi di pittori locali che hanno lasciato Ravenna in anni lontani, facendo perdere le loro tracce e rendendo difficile la ricostruzione anagrafica e artistica della loro attività. E' il caso di Giuseppe Bacchetti, Giuseppe Mazzetti, Cesare Lanconelli e Guido De Marchi. Tra le opere antiche sono da segnalare la copia di ottima fattura dell'autoritratto di Anton Raphael Mengs, quadro precedentemente citato negli inventari della Pinacoteca come Ritratto di pittore e attribuito genericamente a "Ignoto", consegnato alla Prefettura nel lontano 1954. Ma l'opera che desta maggiore curiosità è quella raffigurante la Madonna della Ghiara, qui esposta per la prima volta con la nuova attribuzione a pittore Ravennate dei primi decenni del XVII secolo che dopo un emozionante restauro ha svelato la presenza di un profilo di Santa, in basso a destra, di angeli in volo sul capo della Vergine e la scritta Madonna di Reggio sul lato sinistro dell'ovale. Ma c'è di più: indagini radiografiche hanno evidenziato, sotto l'attuale superficie pittorica, altre sagome che rendono plausibile l'ipotesi che l'opera sia un frammento di una tela più antica, soggetta a trasformazioni e manipolazioni tra il XVI e il XVII secolo. Altri sorprendenti ritrovamenti vengono segnalati nello Sposalizio mistico di Santa Caterina di Luca Longhi: sotto le numerose stuccature rimosse, sono riemersi colori originali e piccoli dettagli che sfuggivano alla vista, essendo stati nascosti da campiture neutre eccessivamente estese. Gli interventi di restauro alle opere esposte in mostra - eseguiti dal laboratorio di Restauro di Ravenna e dal Laboratorio Sandro Salemme di Imola - vengono raccontati da pannelli didascalico-didattici che hanno il compito di illustrare termini tecnici e fasi particolari dei lavori, di svelare ritrovamenti e curiosità I visitatori sono inoltre introdotti e accompagnati, nel percorso espositivo da brevi proiezioni sulla storia della Loggetta lombardesca, delle collezioni permanenti della Pinacoteca e da riprese effettuate nelle botteghe dei restauratori per meglio documentare le operazioni eseguite per la conservazione delle opere stesse. L'esposizione - realizzata in collaborazione con la Soprintendenza territoriale per i Beni Artistici e storici e l'Istituto regionale per i Beni culturali, grazie al sostegno di Rolo Banca 1473 - è articolata in sette raggruppamenti tematici: i Longhi, la Madonna della Ghiara, le copie da, i ritratti, i paesaggi, la natura morta, gli artisti ravennati. Un appuntamento dunque che permetterà ai visitatori di riappropriarsi - anche se solo visivamente - di un nucleo artistico di opere che appartiene alla comunità e alla Pinacoteca di riconfermare il proprio ruolo istituzionale e prioritario nei confronti della tutela, della conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico museale. All'inaugurazione della mostra, prevista per il 24 marzo alle ore 18, farà seguito anche l'organizzazione di un convegno intitolato Conservare il restauro, cui parteciperanno musei regionali e nazionali che si confronteranno sulla comune problematica della conservazione preventiva. Video e materiale documentario della mostra, curata da Nadia ceroni, saranno inoltre presenti al salone del Restauro di Ferrara (29 marzo - 1 aprile 2001).

La pagina del conservatore - pag. 12 [2001 - N.10]

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