"Fotografando" la fotografia

Claudio Leombroni

Ravenna ha dato i natali a fotografi di fama internazionale che si sono imposti in ambiti disparati conseguendo riconoscimenti importanti: basti ricordare Alex Majoli, Ettore Malanca, Roberto Masotti, Paolo Roversi. A un altro grande fotografo, che può essere considerato ormai ravennate in virtù dei lunghi anni di insegnamento all'Accademia, Guido Guidi, Museo in•forma dedica una bella intervista di Silvia Loddo che può essere considerata una ottima introduzione alla sua mostra che fa tappa al Mar di Ravenna fino all'11 gennaio e di cui abbiamo chiesto a Davide Caroli una presentazione.
Tuttavia abbiamo pensato di dedicare il numero di questa rivista alla fotografia non per celebrare i fotografi ravennati, dal momento che meriterebbero occasioni più strutturate e meditate, nonché politiche istituzionali di valorizzazione di quella che in questo numero Annamaria Corrado chiama "inversione di tendenza", ma per evidenziare un tema che nella nostra cultura, e quindi nelle istituzioni che ne documentano e ne interpretano gli esiti, ha acquisito un profilo di tutto rispetto. Dopo e al di là degli insegnamenti e delle suggestioni di Benjamin o di Barthes, la fotografia è diventata una pratica sociale, oggi più diffusa che in passato considerando le potenzialità raggiunte dalle tecnologie mobili e social, le quali non costituiscono al momento strumenti d'artista, ma certo contribuiscono a consolidare sensibilità e pratiche d'uso, di fruizione e, perché no, di immaginazione e di condivisione di emozioni e del barthesiano spectrum.
Questo numero costituisce una piccola incursione nel mondo della fotografia: da forma d'arte della contemporaneità, magari contaminata con altre tecniche per recuperare l'aura perduta come racconta Claudia Collina, a strumento rilevante delle tecnologie digitali per studiare i manoscritti e scoprire magari ciò che è stato rescriptum, sovrascritto, come documenta in un bell'articolo Luigi Tomassini, passando per la documentazione del territorio e delle sue memorie, come si ricava dall'interessante ritratto di Luigi Ricci, padre di Corrado, scritto da Claudia Giuliani.
La fotografia è però anche un bene culturale (art. 10 del Codice) ed è quindi un ambito di interesse non secondario dei musei. A questo proposito lo 'speciale' si segnala per l'ampiezza e la ricchezza di suggestioni e per gli stimoli alla riflessione, a partire dall'esaustivo contributo introduttivo di Roberta Valtorta. Mi piace sottolineare, come riflessione personale, che anche l'oggetto 'fotografia' appartiene a quella affascinante categoria dei materiali di confine - borderland materials come li chiamava Arthur Bostwick - sui quali si intersecano i punti di vista degli archivi, delle biblioteche e dei musei. Sinora nella loro descrizione è prevalso, almeno da noi, il punto di vista delle biblioteche. L'imminente traduzione italiana delle linee guida RDA (Resource Description and Access), di cui si dà conto in questo numero, può rappresentare l'occasione buona per la costruzione condivisa di nuovi confini di senso, per un approccio veramente e finalmente MAB - Musei Archivi Biblioteche.
Buone feste a tutti!

Editoriale - pag. 2 [2014 - N.51]

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