Il 69° Anniversario della Liberazione di Cotignola

Al Museo Varoli persone ed emozioni nelle mostre di fotografia storica, avanguardia didattica e illustrazione

Massimiliano Fabbri - Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola

La primavera del Museo Civico Luigi Varoli collega alcune delle vocazioni e percorsi che lo caratterizzano, in un calendario espositivo fatto di ramificazioni che si aprono e intrecciano in un disegno condensante molte delle storie che descrivono e abbracciano il paese tutto. Dopo le due proposte invernali, che si sono concentrate sull'arte contemporanea a partire da alcuni autori che avevano esposto negli episodi di "Selvatico" E Bianca / A Nera, offrendo così un approfondimento su alcune esperienze che ci avevano felicemente colpito, siamo ora a un racconto ancor più legato a memorie e nuovi sguardi che si posano su di esse. Se la prima parte di questa piccola costellazione di mostre teneva ben a mente l'ascendente del maestro cotignolese, capace di chiamare a sé molti dei pittori romagnoli della bassa ravennate, quasi a creare un cenacolo che aveva nella sua casa-studio il centro propulsore di questa rete, le due proposte di marzo-aprile, tengono invece conto, da una parte, della tradizione della cartapesta, materiale povero, magico e fortemente legato all'uso popolare, che Varoli riesce a nobilitare infondendo a questa tecnica un'imperfezione artistica che l'accende e scuote rendendo queste effimere sculture, urgenti e commoventi al tempo stesso, dall'altra, la seconda, insegue due storie distinte ma non troppo distanti nel tempo, entrambe legate al fascismo e agli anni più bui della nostra storia: il giornale scolastico E' Val e una collezione fotografica con scatti riguardanti la seconda guerra mondiale.
Quest'ultima, intitolata Persone, prende corpo da un ricco archivio fotografico costruito negli anni da Giovanni Bendandi, raccolta che ha la particolarità di non limitarsi alla situazione del fronte sul fiume Senio, ma che registra i momenti più salienti del conflitto, dalla Campagna d'Africa allo sbarco in Normandia, dal fronte russo alle battaglie nell'oceano Pacifico. Il taglio che ci ha aiutato a orientarci tra gli oltre mille scatti che compongono la raccolta, si è limitato alla Campagna d'Italia, nello specifico dallo sbarco di Anzio a Cassino; le immagini selezionate si fermano praticamente allo sfondamento della Linea Gustav, lasciando sullo sfondo l'aspetto bellico e tecnologico a favore di tutte quelle fotografie che catturano i corpi, i volti e gli sguardi, trattenendo le emozioni dei civili e dei soldati che componevano gli eserciti (un incontro di genti e popoli da tutto il mondo).
La seconda mostra parte invece dalla vicenda di E' Val, esperimento d'avanguardia didattica che, durante i primi anni del regime, da giornale scolastico locale arriva a essere diffuso in tutta la regione e divenire fenomeno nazionale. Il Vaglio è guidato da Luigi Varoli e da un gruppo di giovani maestri elementari che, a Cotignola, aderiscono con entusiasmo alle istanze della riforma scolastica Gentile e Lombardo-Radice, dando attenzione e giusta dignità al dialetto e al disegno infantile; il "disegno spontaneo", come veniva chiamato da Varoli, tra i primi ad ascoltare e incitare questo linguaggio espressivo come forma di crescita ed emancipazione individuale, è uno degli snodi di questa proposta che tiene insieme disegni d'epoca e contemporanei. Il cuore è, in sintesi, un tentativo di empatia, un giocare a mettersi nei panni dell'altro per lo spazio e il tempo di un disegno: per questo è stato chiesto ai bambini di oggi di ri-disegnare i disegni fatti da altri bambini nel 1925, o di re-interpretarli o, ancora, di scrivere un racconto a partire dagli stessi temi di allora.
Infine, a chiudere il cerchio, l'ultima mostra di questa stagione che aprirà in concomitanza con Saluti da Cotignyork (inizio giugno) e che si rituffa nel contemporaneo, calandolo in una situazione che potremmo definire educativa: si chiama Quasi storie, mostra sull'illustrazione pensata per bambini (molti degli autori che qui espongono terranno laboratori di disegno durante la settimana) e che gioca a mettere in discussione alcune consuetudini, come quella che vede sovente il disegno inseguire o commentare visivamente parole e flussi narrativi; qui chiederemo ad alcuni scrittori di capovolgere questa gerarchia scrivendo un inizio possibile di racconto a partire da immagini già esistenti, e farsi portare via dai disegni, funzionanti come inneschi.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2014 - N.49]

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