Un "laboratorio" per la cultura del territorio

Il Museo della Vita contadina in Romagna di San Pancrazio inaugura il nuovo allestimento
Le origini del Museo di San Pancrazio risalgono al 1967,quando, nell'ambito di una attività di ricerca sulla civiltà materiale promossa dalla locale scuola elementare, si costituì il primo nucleo documentario relativo agli oggetti di lavoro e della casa contadina, denominato Raccolta Etnografica. Il primo nucleo della collezione, ospitato in alcuni locali della scuola elementare di San Pancrazio, si è negli anni notevolmente arricchito e sono state avviate, ai fini di valorizzazione e promozione della raccolta, attività didattiche rivolte alle scolaresche,fino ad arrivare al 1994, quando la Raccolta fu trasformata, grazie alla Associazione Culturale La Grama di San Pancrazio che tutt'ora gestisce il Museo tramite una convenzione con il Comune di Russi, in Museo, inserito nel Sistema Museale Provinciale,cambiando denominazione da Raccolta Etnografica Romagnola a Museo della Vita Contadina in Romagna. Il Museo rappresenta oggi un'importante risorsa culturale ai fini della valorizzazione e della trasmissione della cultura e delle tradizioni locali; la stessa sede, finanziata con risorse pubbliche e realizzata ex novo nell'anno 2009, simboleggia il valore che il Comune di Russi ha attribuito alla collezione che oggi, con il nuovo allestimento, ha acquisito una fisionomia precisa e ben delineata.
Il percorso progettuale ha fornito spunti di riflessione partendo dal concetto ormai consolidato di "smaterializzazione" degli oggetti a favore di supporti multimediali che hanno contribuito alla creazione di una dimensione emotiva e suggestiva del percorso espositivo,partendo dal presupposto di una più ampia valorizzazione della cultura locale e dei suoi elementi distintivi e caratterizzanti come le tradizioni, i simboli, i costumi e le credenze. Presupposto di base è stato quello della fruibilità sempre più ampia del patrimonio etno-antropologico locale e della scoperta di nuovi linguaggi e strumenti per la trasmissione di saperi che pongono i visitatori di fronte ad un processo di conoscenza di una cultura portatrice di elementi e caratteri così peculiari. Con il nuovo allestimento, la cui cura scientifica è stata affidata a Mario Turci, sono stati ricollocati gli oggetti della collezione a seguito di una cernita dove si sono esclusi gli oggetti meno significativi a favore di quelli a più stretta valenza simbolica.
Seppure la funzione del museo non si realizza esclusivamente nella fase espositiva, perché la pratica museale vede il delinearsi di plurime funzioni (conservazione, catalogazione, restauro, ricerca e valorizzazione), il momento di "mostrare" precede ogni altro aspetto. Il percorso espositivo evidenzia così i complessi aspetti di una realtà storica e culturale ed è, per sua stessa natura, uno strumento selettivo. Il progetto del Museo di San Pancrazio si sviluppa attorno a quella centralità identitaria del mondo contadino che si esprime nella casa rurale: la casa è il centro "esistenziale" della famiglia contadina; la cura della famiglia e della prole, la sussistenza economica e le tradizioni alimentari e gastronomiche, i riti di
passaggio, la festa, l'incontro tra le generazioni, la narrativa e la fiaba, ne fanno il luogo percepito come centrale e generativo del rapporto con il mondo.
Il percorso di visita sviluppa nel visitatore la percezione di informare e provocare al contempo sorpresa e stupore, attraverso sequenze visive che lasciano un senso di attesa e di progressiva scoperta. Nel Museo ogni presenza assume, in quanto "musealizzata", la funzione di simbolo, di indizio di una storia già avvenuta, di un fenomeno già consumato.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 16 [2014 - N.49]

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