La Scuola del Mosaico e un'allieva speciale: Ines Morigi

Il centenario della nascita della "signora del mosaico" è un'occasione di riscoperta delle allieve della Scuola

Maria Rita Bentini - Docente Accademia di Belle Arti di Ravenna

Nasceva novant'anni fa, all'interno dell'Accademia Provinciale di Belle Arti di Ravenna, la Scuola del Mosaico: un evento fondamentale per la storia della città in relazione alla sua identità artistica legata al mosaico.
È questa una tradizione interrotta per secoli che rinasce all'alba del XX secolo, proprio grazie al ruolo attivo dell'Accademia di Belle Arti. Un ruolo che ancora oggi questa rinnovata Istituzione di Alta Formazione Artistica continua a svolgere, con un duplice percorso accademico specificamente dedicato al Mosaico, un Triennio di Arti Visive-Mosaico e un Biennio Specialistico di Mosaico.
Il 10 febbraio 1924 il Direttore Vittorio Guaccimanni apriva la Scuola con un bando pubblico in cui descriveva la necessità di un "corso speciale per la lavorazione del mosaico" unico nel sistema accademico italiano, affinchè i giovani potessero raccogliere la sfida di far "risorgere la tradizione di un'arte tanto nobile", in una città nella quale "meglio che altrove può formarsi il restauratore e l'artista", dunque chi conserverà sapientemente l'antico patrimonio accanto a chi saprà far germogliare quello nuovo. Nell'anno accademico 1924-25 un piccolo gruppo di allievi iniziava il nuovo percorso formativo. Qui, accanto ai "pionieri", insegnanti come Giuseppe Zampiga e Alessandro Azzaroni, comincia a crescere la giovane generazione che, reinventando l'antica tradizione, sarà capace di traghettare il mosaico dall'ambito della conservazione a quella della creazione artistica contemporanea: Alberto Salietti e Renato Signorini tra i primi, ai quali si unirà poco dopo Antonio Rocchi.
Con gli allievi, futuri protagonisti della storia del mosaico ravennate contemporaneo, c'è un rilevante gruppo di allieve. A una di esse viene dedicata in questi mesi una singolare festa di compleanno, con una serie di eventi promossi dall'Associazione Ni-Art in collaborazione col Comune di Ravenna, la Provincia, l'Accademia, il Liceo Artistico Nervi-Severini, il Museo d'arte della città, Ravennantica, AIMC. È Ines Morigi Berti, "signora del mosaico" cui è dedicata la rassegna 100 anni di mosaico, a Ravenna dal 29 marzo 2014, poi a Vienna e infine a Paray le Monial e Chartres, dove si concluderà il 18 gennaio 2015. Un volume edito dalla Ni-Art Gallery, a cura di Felice Nittolo, raccoglie contributi importanti dedicati all'artista e documenta le opere realizzate nell'arco della sua lunghissima attività.
L'Accademia di Belle Arti ha colto l'occasione per scoprire la presenza femminile all'interno della Scuola del Mosaico, con una prima ricognizione tra gli anni '20 e gli anni '30, quando già brillanti artiste cresciute nell'orbita di Guerrini nei primi anni Venti si stavano affermando, come la costumista Emma Calderini e la pittrice-decoratrice Gianna Nardi Spada. Un tempo in cui nelle aule di Mosaico, accanto a Ines Morigi (nata a Prato Carnico nel 1914, che risulta frequentante quattordicenne, nel 1928), vi sono Libera Musiani (Ravenna, 1903-1987), Ines David (Ravenna, 1909-1973), Eda Pratella (Lugo, 1919) e Maria Fabbri (Ravenna, 1919-2007). La presenza femminile in Accademia risulta pressochè assente nel corso dell'Ottocento - secondo i dati raccolti da Linda Kniffitz in un saggio dedicato all'argomento, nel 1898-99 sono solo due le donne tra i circa 90 iscritti -, mentre nel secolo nuovo si verifica un incremento sensibile, arrivando le donne, intorno al 1930, a costituire circa il 20% della popolazione accademica.
L'allieva Ines Morigi diverrà in seguito una straordinaria interprete del mosaico contemporaneo, "trasponendo", in collaborazione con notevoli artisti del XX secolo. La formazione negli anni dell'Accademia le aveva trasmesso non solo una tecnica di alta qualità, il mosaico ravennate, ma una visione che, attraversando gli ambiti della Pittura, della Decorazione, della Scultura, poteva trasformare quella tecnica in linguaggio artistico. Lo documenta un singolare mosaico come Chioccia con pulcini (collezione privata) realizzato intorno al 1930 su cartone dell'artista Cafiero Tuti, docente di Decorazione, nel quale la superficie è percorsa da un raffinato, leggerissimo merletto di pietra. Pazienza, ricercata qualità dei materiali, segno: sono le qualità di un'artista appartata ma vera.


La Pagina della Accademia di Belle Arti di Ravenna - pag. 8 [2014 - N.49]

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