Il Sistema del futuro

Claudio Leombroni

Con questo numero inizia un nuovo anno di Museo in•forma, un anno per certi aspetti
difficile anche per la formula editoriale della rivista - online e residualmente su carta -
ma non per questo privo di idee e di entusiasmo. L'entusiasmo è dato dalle sfide che ci
attendono, che attendono il Sistema museale, chiamato ad una riorganizzazione, ad una
riconfigurazione dei propri obiettivi nell'ambito della costruzione, insieme a bibliotecari e
archivisti, di quel sistema culturale integrato per la Romagna di cui stiamo discutendo e
vagliando la fattibilità da un paio di anni.
Intanto nello Speciale diamo conto di un significativo ampliamento del sistema museale.
Sono entrati in rete in particolare la Fondazione Guerrino Tramonti di Faenza e il Museo
San Francesco dei Frati conventuali di Faenza e stiamo per sottoscrivere in questi giorni
col Comune di Faenza la convenzione per l'adesione dell'istituendo Museo all'aperto
della città di Faenza. Tre musei completamente diversi tra loro, di diversa appartenenza
amministrativa, privata, ecclesiastica e comunale, ma che insieme restituiscono ed esaltano
la ricchezza e la complessità del patrimonio locale e la volontà di valorizzarsi grazie ai
servizi cooperativi della rete museale.
Per le prospettive del Sistema non si possono non rimarcare due articoli contenuti in
questo numero. Il primo, di Angelo Pompilio, che annuncia l'offerta da parte della
sede universitaria ravennate di una nuova laurea magistrale in "Scienze del libro e del
documento"; una offerta importante, che spero possa dare un contributo significativo al
progetto di sistema culturale integrato e al territorio, perché l'uno e l'altro hanno bisogno
di competenze e risorse umane qualificate. Istituti culturali romagnoli e offerta universitaria
nell'ambito dei beni e delle attività culturali devono incontrarsi e stimolarsi a vicenda più
di quanto è accaduto sinora. La collaborazione degli istituti non può esaurirsi in tirocini e
in qualche lavoro precario al limite della decenza. Dobbiamo costruire con questa nuova
laurea un rapporto organico perché il nostro settore, proprio in questo momento di crisi,
ha bisogno di giovani competenti e curiosi del futuro.
Il secondo articolo dà invece conto della conclusione del progetto europeo PArSJad. Il
progetto ha reso possibile a due musei del Sistema, il Museo del Castello di Bagnara
di Romagna e il Museo Civico di Russi, di implementare la conoscenza del patrimonio
storico-archeologico attraverso postazioni multimediali e di realtà aumentata. L'esauriente
contributo di Fiamma Lenzi ci offre il destro di proporre per i prossimi numeri della
rivista due temi da approfondire. Un primo tema è costituito dai progetti europei e dalla
necessità di attrezzarci alla nuova progettazione europea. Un tema quanto mai rilevante in
un momento di scarsità di risorse e per un Paese come il nostro che non riesce ad attrarre
risorse europee in modo almeno proporzionale alla condizione di essere fra i primi quattro
Stati contribuenti dell'UE. Un secondo tema è quello delle tecnologie per i beni culturali,
dove non sono rari improvvisazione, luoghi comuni sul trend tecnologico di turno,
mancata ingegnerizzazione e soprattutto mancanza, paradossalmente, di innovazione.
L'uso delle tecnologie senza produrre innovazione va forse ricondotto al fenomeno più
generale rilevato dagli autori di Kulturinfarkt secondo il quale porre le istituzioni culturali
pubbliche "al riparo dalla domanda" (von der Nachfrage abzuschirmen) riduce la capacità
di produrre innovazione?

Editoriale - pag. 3 [2014 - N.49]

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