Wagner e Verdi ospiti di Oriani

Il XXV Incontro al Cardello ha indagato il rapporto tra la letteratura otto-novecentesca italiana ed europea e i due grandi musicisti

Alessandro Luparini - Responsabile attività culturali Fondazione Casa di Oriani

Si è tenuto lo scorso 21 settembre a Casola Valsenio, nella splendida e sempre suggestiva cornice del Cardello (facente parte del Coordinamento delle Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna), il XXV incontro al Cardello, tradizionale appuntamento autunnale promosso e organizzato dalla Fondazione Casa di Oriani di Ravenna in quella che fu la residenza del "grande solitario" Alfredo Oriani, una delle figure più singolari e innovative della cultura italiana a cavallo fa Otto e Novecento.
Quest'anno, bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner, l'incontro ha avuto per tema il rapporto tra l'opera letteraria e saggistica di Oriani e i due grandi musicisti, sviluppato in una più ampia prospettiva di letteratura comparata. Relatore, applauditissimo, il prof. Michele Borsatti, docente di materie letterarie al liceo classico Dante Alighieri di Ravenna, nonché esperto musicologo. La conferenza, intitolata 1813: l'Oltrepossente e il Dispari. Oriani e altri letterati all'ascolto di Wagner e Verdi, ha ripercorso dunque le tracce dell'influenza esercitata dalle musiche di Verdi e di Wagner non soltanto su Oriani ma su alcuni fra i maggiori esponenti della letteratura italiana ed europea otto-novecentesca, da Giosuè Carducci a Gabriele D'Annunzio, da Franz Werfel a Thomas Mann, fino a Eugenio Montale e Alberto Savinio. Evocativo il titolo, dove l'Oltrepossente - ha spiegato in apertura Borsatti, sollecitato dalla curiosità del pubblico- è Wagner, in un immaginifico neologismo di D'Annunzio (fra tutti, l'autore che forse più subì il fascino di entrambi i compositori), mentre il Dispari è il suo degno rivale italiano, in una non proprio benevola definizione datane da Oriani, il quale lo definì appunto un "ingegno dispari", ovvero un compositore dotato di notevole talento ma troppo discontinuo nei suoi esiti.
Verdi rivale di Wagner, quindi, e viceversa, in un'accesa contrapposizione, nata in vita e sopravvissuta alla morte degli stessi protagonisti, alimentata dagli opposti partiti dei "verdiani" e dei "wagneriani", di cui ancora oggi sopravvivono strascichi, come ha dimostrato il caso delle polemiche sollevate dal "partito verdiano" contro la decisione del Teatro della Scala d'inaugurare la stagione 2012-2013 con un'opera del maestro di Lipsia, nella fattispecie il Lohengrin. Una rivalità che ha finito per proiettarsi nella sfera dei simboli, facendo di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner quasi degli archetipi (con le inevitabili semplificazioni), interpreti non solo di due diversi modi di pensare e di fare musica (l'"aristocratico" tedesco, sperimentatore di ardite soluzioni sonore, il "popolare" italiano, alfiere del melodramma), ma di due antitetiche visioni dell'arte e della vita. Portando numerosi esempi, alternando letture all'ascolto mirato di piccoli estratti musicali (dal Lohengrin, dal Tristano e Isotta, dall'Aida), Borsatti ha così guidato i presenti in un breve ma affascinante viaggio tra letteratura e musica; a partire dal burbero "padrone di casa", Alfredo Oriani, i cui scritti sono disseminati di suggestioni verdiane e wagneriane, per arrivare a pagine di Mann e di D'Annunzio direttamente ispirate, anche nelle tecniche di scrittura, a brani dei due maestri.
Al termine della conferenza, come da tradizione, la Fondazione Casa di Oriani ha offerto ai numerosi intervenuti una merenda coi prodotti tipici della tenuta del Cardello; occasione per socializzare, scambiarsi opinioni e vivere in rilassatezza l'atmosfera dei luoghi. Sul prossimo numero de "I Quaderni del Cardello", l'annale di studi romagnoli della Fondazione Casa di Oriani, il prof. Borsatti riprenderà ed amplierà, in un saggio apposito, le tematiche del suo intervento.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 23 [2013 - N.48]

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