Disegni e scultura nell'arte di Domenico Rambelli

"Monumentale" è l'importante esposizione ospitata alla Pinacoteca Comunale di Faenza fino al 1° maggio

Claudio Casadio - Direttore Pinacoteca Comunale di Faenza

Domenico Rambelli è stato un giovane artista protagonista agli inizi del Novecento nel Cenacolo Baccariniano e uno degli scultori più riconosciuti fino agli anni Quaranta. Una grande mostra a lui dedicata negli anni '80, con uno splendido lavoro di ricerca curato da Orsola Ghetti Baldi, ne ha puntualizzato il percorso artistico. Successivamente si sono tenute altre mostre, tra cui in particolare quelle di Vicenza nel 2002 e di Matera e Teramo del 2009.
Una nuova proposta di riflessione sull'attività artistica di Domenico Rambelli ha avuto pronta adesione da parte di due storici dell'arte come Antonio Paolucci e Vittorio Sgarbi. Entrambi hanno dato disponibilità a partecipare a iniziative di studio sull'artista a cui è riconosciuta la paternità dei monumenti più significativi ai caduti della Prima Guerra Mondiale. E a partire dall'importanza di queste realizzazioni, ovvero dai monumenti al Fante che dorme di Brisighella, ai Caduti di Viareggio e a Francesco Baracca di Lugo, che è sembrato giusto dedicare a Domenico Rambelli un importante evento espositivo ospitato nella Pinacoteca di Faenza dal 7 dicembre al 1 maggio 2014.
L'intento è duplice. Da un lato si vuol riflettere e documentare come nella propria attività artistica Rambelli sia sempre stato attento alla monumentalità, intesa sia come realtà volta alla grande dimensione e al volume sia come richiamo alla memoria. Monumentalità, divenuta poetica monumentale, dai caratteri declinati sempre secondo un preciso stile, dove dimensione e volume diventano invenzioni di nuove forme, pulite nelle linee e ampliate, per contenere la forza della vita primordiale del mondo contadino. Nei suoi due monumenti ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, quelli di Viareggio e Brisighella, Rambelli scrisse di aver "fatto una ricerca di forma larga e piena che tende ritrovare lo smarrito senso dello statuario monumentale che regga lo spazio".
Nato in una frazione di campagna, trasferito in città per vicende familiari, Rambelli nella presentazione alla Terza Quadriennale del 1939 si descrisse dicendo che da fanciullo fu libero per campagne e fiumi, formatosi nella scuola d'Arti e Mestieri di Faenza e poi andato in avventura a Firenze e Parigi. La sua idea d'arte, in quella autopresentazione, è esplicitata in modo chiaro. "Amo la statuaria monumentale: una statuaria che illustri la nostra vita di passione e di azione in una forma che regga lo spazio", scrive aggiungendo di cercare "che l'opera porti dentro un sentimento umano".
Con questo senso dell'arte, che privilegia l'importanza della linea e della forma per riempirla di contenuti vivi, Domenico Rambelli manifesta lo stesso segno e la stessa forza dei suoi monumenti anche nel disegno. Tutta l'arte di Rambelli assume dunque un senso rigoroso di monumentalità che caratterizza il fare artistico dello scultore faentino da ricordare, ed è questo il secondo obiettivo della mostra, anche per i suoi disegni. Un'arte, quella del disegno, appresa nello studio presso la scuola faentina ma poi sviluppata con modalità del tutto autonome e caratterizzante un intero percorso artistico. A rendere ancora più particolari e significative le qualità dei disegni di Domenico Rambelli è stata fatta anche una piccola ma qualificata scelta di caricature, disegnate a colori con i pastelli, che caratterizzano anche in questo campo l'artista faentino.
A documentare la tensione scultorea monumentale anche nella bella produzione ceramica di Rambelli saranno infine i rimandi alle opere esposte nelle sale del Novecento del MIC.
Occasioni importanti della mostra sono date anche dal ritrovamento di quattro belle opere finora inedite, databili al secondo decennio del Novecento, e al restauro di altre due opere della Pinacoteca Comunale eseguito, nel caso della scultura in gesso di Titti Papini, grazie alla iniziativa dell'IBC della Regione Emilia-Romagna e a seguito della donazione da parte della famiglia per quanto riguarda il busto del conte Carlo Zanelli Quarantini.
Per i visitatori della mostra sarà anche reso disponibile un nuovo sistema di audioguida. La presentazione delle opere oltre che con le audioguide a disposizione dei musei del sistema museale provinciale sarà possibile anche tramite smartphone e tablet con attivazione tramite lettura del codice qr. In questo modo saranno fruibili circa due ore di audio con schede di presentazione delle opere in mostra.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 21 [2013 - N.48]

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