Il meglio deve ancora venire!

Con il progetto "Mosaico di culture" Ravenna si avvicina al traguardo di Capitale Europea della Cultura 2019

Alberto Cassani - Coordinatore Ravenna 2019

Nella competizione nazionale per diventare "Capitale Europea della Cultura", titolo che nel 2019 toccherà a una città italiana e a una bulgara, Ravenna ha passato per così dire il "turno di qualificazione" entrando nel girone finale con Cagliari, Lecce, Matera, Perugia e Siena.
La selezione è gestita da una commissione internazionale di 13 esperti - sei italiani, nominati dal Governo italiano, e 7 stranieri, fra cui il presidente, espressi dalle istituzioni europee - che ha esaminato i dossier inviati dalle 21 candidate iniziali, e ha sentito per un'ora ciascuna le rispettive delegazioni.
Siccome l'esito della preselezione è stato comunicato il 15 novembre, le prossime tappe del percorso, scandite dal Regolamento europeo, sono le seguenti: entro un mese da quella data la Commissione comunica alle sei "finaliste" eventuali osservazioni e raccomandazioni rispetto ai progetti presentati; le candidate hanno poi nove mesi durante i quali aggiornare il dossier e presentare integrazioni, mentre i commissari potranno visitare le sei città per rendersi conto della stato di preparazione della candidatura.
Nell'autunno 2014 la Commissione tornerà a riunirsi, incontrerà di nuovo le delegazioni, e a inizio 2015 dovrebbe infine comunicare quale città propone per il titolo di "Capitale Europea della Cultura per il 2019" (tecnicamente si tratta di una raccomandazione al Governo: ma non è mai capitato che l'indicazione della giuria sia stata disattesa).
Ravenna e la Romagna hanno dunque tempo fino a settembre dell'anno prossimo per perfezionare il già ricco e apprezzato programma, costruito in anni di lavoro condiviso, seguendo un metodo - un pubblico appello (open call) a partecipare e proporre - rivelatosi molto produttivo (400 le idee progettuali uscite), oltre che senza uguali rispetto alle altre aspiranti. Comunque vada, quindi, Ravenna e le città che la sostengono possono già registrare un ottimo risultato: aver unito, per la prima volta, la Romagna in un processo di progettazione e pianificazione culturale, che almeno in parte si cercherà di realizzare anche se non verrà conferito il titolo del 2019.
Di sicuro Ravenna ha buone possibilità di spuntarla: innanzitutto va ribadito, perché non sembra ancora chiaro a tutti, che non si tratta di un "concorso di bellezza" per premiare l'esistente, ma di una gara di progettualità per favorire nuove iniziative e interventi straordinari - tant'è che fra le 15 aspiranti eliminate c'erano città come Venezia e Pisa, Urbino e Palermo. Poi va sottolineato come il progetto ravennate, intitolato "Mosaico di culture", sia molto coerente con lo spirito della manifestazione e con i suoi principali requisiti: coinvolgimento della popolazione, spirito europeista, carattere innovativo delle manifestazioni, valorizzazione delle diversità e degli aspetti comuni delle culture in Europa. 
E oltre a esser stata la prima città a ufficializzare l'interesse a candidarsi, nel 2007 quando si seppe che all'Italia sarebbe toccato esprimere la "Capitale" nel 2019, Ravenna ha un'altra primogenitura: aver coinvolto le altre aspiranti in momenti di confronto e condivisione, in una logica di leale competizione, convinta che il 2019 sia un'occasione importante per l'intero Paese, qualunque sarà la vincitrice.
In questa visione, nell'aprile 2012 il Comitato promotore ha organizzato un convegno invitando tutte le città che a quella data avevano manifestato l'intenzione di candidarsi; ha tenuto rapporti di amicizia con le più attive, aderendo al progetto "Italia 2019" che fa capo al Cidac (associazione delle Città d'Arte e Cultura), siglando patti di collaborazione (con Matera per esempio); ha organizzato nel dicembre 2013 un incontro fra le finaliste per stipulare una carta d'intenti.
Intanto negli ultimi due anni tutta la Romagna ha dato un esempio di quello che potrebbe essere il 2019, con una serie di iniziative e appuntamenti definito "Prove tecniche di 2019": un ricco e variegato cartellone declinato secondo le cinque tracce tematiche individuate per il dossier progettuale. Ma, come dice il titolo del video proiettato il 14 novembre davanti alla Commissione giudicatrice, "Il meglio deve ancora venire": per quanto articolate, le proposte di questi ultimi due anni sono appunto solo un assaggio di ciò che si farebbe ottenendo il titolo. Un progetto epocale - 400 milioni di investimenti infrastrutturali partendo da un budget operativo di 45 (l'80% dei quali da privati e altri enti ) che trasformerebbero la città e il suo territorio con grande beneficio per l'occupazione e l'economia, a favore delle future generazioni. Info: www.ravenna2019.eu

Ravenna 2019 - pag. 19 [2013 - N.48]

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