I globi di Vincenzo Coronelli

La Biblioteca Manfrediana di Faenza conserva e espone piccoli tesori d'arte 

Giorgio Cicognani - Conservatore fondi antichi Biblioteca Comunale di Faenza

Nelle biblioteche comunali della nostra regione, molte delle quali nate dopo le soppressioni napoleoniche, non si conservano soltanto preziosi incunaboli, cinquecentine o rari manoscritti di

statuti o cronache cittadine, bensì altri tesori d'arte molto

 

spesso sconosciuti al pubblico. Piccoli musei che vivono all'ombra delle raccolte librarie come collezioni di monete, ritratti di personaggi, cimeli teatrali, collezioni di scatole di fiammiferi, manufatti vari sempre legati alla storia del territorio.

Uno dei casi più emblematici della Biblioteca faentina è quello della conservazione di due opere realizzate dal famoso cartografo Vincenzo Coronelli (1650-1718): una sfera celeste e una terrestre realizzati nel 1702 ca. Ancora un mistero nasconde la data in cui questi due rari pezzi sono giunti a Faenza. Nel primo inventario manoscritto del materiale librario presente in Biblioteca, redatto nel 1816, che descrive i beni provenienti dai patrimoni delle congregazioni religiose soppresse, destinati alla formazione pubblica delle biblioteche, non vengono menzionati. Si presume dunque che non fossero presenti al momento dell'apertura nel 1818. Tracce di una loro provenienza non sono state rinvenute né nell'archivio comunale né nell'archivio della biblioteca stessa o in archivio di famiglie storiche. La prima volta in cui sono ricordati nei carteggi comunali è una lettera del 4 febbraio 1833, indirizzata da Giovanni Battista Curoli al gonfaloniere di Faenza Ginnasi in cui chiede che, a beneficio degli studiosi, i due globi vengano spostati dalla Pinacoteca alla Biblioteca Comunale per una maggiore visibilità. Di lì a pochi giorni dalla richiesta, si effettuò il trasloco proposto. I due importanti pezzi, esposti nell'Aula Magna della Biblioteca, rimasero visibili al pubblico fino al tragico bombardamento del 1944 che distrusse tutto l'edificio con perdite notevoli di materiali. Dei due globi si salvò solo quello celeste, mentre, di quello terrestre, rimase solo la base ottagonale in legno di noce.

Nell'anno 2000 il prof. Nicolangelo Scianna restauratore e studioso delle opere realizzate da Coronelli, propose al Comune di Faenza di eseguire il restauro a titolo gratuito, essendo lui faentino di nascita. Il restauro, ultimato nel 2007, fornì preziose notizie sull'opera e sui lavori di Coronelli, grazie a una metodologia di indagine, la tomografia computerizzata con raggi X, più comunemente nota come TAC, impensabile fino a non molti anni fa. Nata per l'applicazione in campo medico, l'analisi tomografica si è ritagliata un ruolo di crescente importanza nel settore dei beni culturali: può venire in aiuto per conoscere la tecnica di costruzione o lo stato di conservazione di un manufatto, per impostare quindi un corretto restauro. L'indagine con raggi X sul globo faentino aveva il fine di mettere in evidenza l'esatta geometria della struttura interna e verificarne anche lo stato di conservazione, ma soprattutto di vedere com'era l'interno anche la struttura del suo gemello, distrutto dalla guerra. Dall'esito delle analisi nacque un progetto dal titolo "Rifare la terra", cioè ricostruire il mappamondo, seguendo l'antica tecnica del Coronelli, e per collocarlo in seguito sull'antico basamento fortunatamente custodito per anni nei vecchi depositi.

Il lavoro di ricostruzione è stato possibile grazie al concorso di diverse Associazioni culturali faentine, artisti faentini e non e privati cittadini che hanno offerto la loro disponibilità economica e professionale. La prima tappa è stata quella della costruzione, in una bottega artigiana faentina, della struttura lignea a forma di "palla", seguendo scrupolosamente i risultati ottenuti dalla TAC. Successivamente Nicolangelo Scianna, nel laboratorio di restauro, ha eseguito diverse complesse operazioni. La prima è stata quella di incollare una tela grezza sul supporto ligneo, sulla quale è stato poi applicato un leggero strato di gesso al fine di incollare i fogli a stampa. Infine si è provveduto alla operazione della coloritura ad acquerello, prendendo a modello esemplari originali conservati in altri musei o raccolte private.

Il 12 dicembre 2012 il globo terrestre ricostruito è tornato sull'antico basamento restaurato e collocato a fianco della sfera celeste originale all'ingresso dell'Aula Magna della Biblioteca. Si è così restituita all'Istituto l'antica immagine che è conservata in una preziosa cartolina del primo Novecento dove si vede la grande sala con le volte a vela, le sue splendide scaffalature e in fondo, vicino alle due preziose sfere il bibliotecario d'allora don Antonio Verna.


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2013 - N.47]

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