Futuri cittadini dello spazio

Il Planetario di Ravenna dedica il mese di aprile a celebrare l'astronautica

Marco Garoni - Direttore Planetario di Ravenna

Wikipedia definisce la "Didattica" come "la teoria e la pratica dell'insegnare. La didattica è la scienza della comunicazione e della relazione educativa. L'oggetto specifico della didattica è lo studio della pratica d'insegnamento, quindi un progetto mirato, razionale: è un vero e proprio 'congegno sociale' mirato e strutturato in un progetto educativo".
Una definizione che di certo si adatta ai molti musei della nostra provincia e che al Planetario trova una sua espressione molto particolare, non tanto per gli argomenti in sé (le stelle, il cielo, lo spazio...) ma piuttosto per il modo in cui abbiamo deciso di trasmetterli, modo che si può riassumere in due parole: Fare Astronomia. Dove "Fare" ha un significato diretto e pratico, come pratica era l'astronomia antica e diretta era la sua applicazione nella vita quotidiana.
Il museo Planetario non ha nessuna collezione da mostrare, nessuna sala espositiva ma possiede una sorta di finestra sempre aperta sull'universo. Per noi Universo ha un senso molto ampio. L'astronomia comprende mille discipline, mille racconti, mille errori e mille conquiste. "La teoria e la pratica dell'insegnare" hanno quindi il senso dell'impedire che si spezzi quella catena di conoscenza che ci ha portati dalla Terra piatta all'esplorazione spaziale, dalla "Dea Madre" al Big Bang. Un pesante fardello da portare!
Ecco che quindi, se da una parte i programmi scolastici tendono a dare sempre meno spazio all'astronomia, dall'altra però le scuole continuano a visitare numerose il Planetario. Perché? Certamente per il fascino ancestrale che le stelle hanno su di noi ma anche per questa sua capacità di stimolare i collegamenti tra le diverse discipline, per il contributo che può dare alla Storia, alla Geografia, alla Matematica, alla Letteratura, all'Arte e quindi non solo alla comprensione del significato di "metodo scientifico". Un esempio di questo modo di concepire la didattica dell'astronomia è diventato da qualche anno uno degli appuntamenti più importanti della nostra programmazione primaverile. Nell'aprile del 1961 Yuri Gagarin divenne il primo uomo a volare nello spazio. Per ricordare questo storico evento abbiamo "costruito" un laboratorio didattico, dedicato ai bambini dagli 8 anni, strutturato in tre diversi momenti: il sogno del volo, il funzionamento dei razzi, i problemi dell'astronauta. Possiamo tradurre questi momenti in un altro modo: Principio di Azione e Reazione, Forza di Gravità, Velocità di fuga, Pressione ma anche Icaro, Ariosto, Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Jules Verne, etc.
Con l'ausilio di un teatrino kamishibai (una sorta di racconto per immagini di origine giapponese) i ragazzi assistono a una piccola lezione dedicata alla storia del volo e dell'astronautica. Subito dopo si passa alla costruzione di un razzo vero e proprio, fatto di cartoncino (il cui carburante è acqua e aspirina effervescente) e che poi testeranno all'aperto. Infine, sotto la cupola del planetario, immancabile la volta celeste con le migliaia di stelle che hanno ispirato questo viaggio. Il pomeriggio culmina con alcuni spettacolari lanci di un missile ad acqua. In questa avventura ci accompagnano l'associazione SOFOS e l'INAF di Bologna che allestiscono un set fotografico nel quale ognuno può fotografarsi travestito da astronauta. Quest'anno tutto il mese di aprile sarà dedicato all'esplorazione spaziale. Dagli antichi viaggi immaginari fino alle ultime scoperte, passando per un ricordo dell'astronauta Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna e scomparso nell'agosto 2012. La giornata dedicata ai bambini sarà domenica 14 aprile, alle 15.30. Abbiamo deciso di riservare molto spazio a questo aspetto della storia umana. È infatti attorno alle vicende della conquista dello spazio che nasce il primo nucleo di appassionati che, nel febbraio del 1973, fonda l'Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (ARAR) che da quarant'anni racconta il Cielo e le sue meraviglie. Chissà se tra quel centinaio di bambini che verranno a trovarci ci saranno i futuri cittadini dello spazio?

Esperienze di didattica museale - pag. 22 [2013 - N.46]

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