17 anni di vita (immaginando il futuro)

Claudio Leombroni

Museo Informa è giunto al suo quindicesimo anno di vita. E’ un traguardo importante, che tuttavia cade in un anno molto difficile per gli istituti culturali del nostro territorio. La dura crisi economica che stiamo vivendo, le riforme istituzionali in tema di Province e le politiche di revisione della spesa hanno sconvolto l’ecosistema in cui i servizi museali, e i servizi culturali più in generale, erano abituati ad operare. I dubbi sul futuro, la progettata riduzione delle loro competenze e i tagli abnormi, hanno delegittimato le Province e provocato la loro ritirata istituzionale dal settore culturale. Si tratta di un danno economico molto grave per il nostro territorio, quantificabile in almeno un milione di euro, che rappresenta l’unico esito certo dell’incerta riforma istituzionale avviata. A ciò dobbiamo aggiungere l’azzeramento del finanziamento regionale del piano museale, così come dell’intera legge 18/2000, e la conferma dell’espunzione della cultura dalle funzioni fondamentali dei comuni operata dal decreto ‘spending review’. In questo momento difficile, forse il più difficile degli ultimi trenta anni, dobbiamo dare il meglio di noi stessi; dobbiamo continuare a lavorare, dobbiamo fare appello a tutto il nostro cuore e a tutta la nostra intelligenza per cogliere ogni opportunità di cambiamento e per reimpostare su basi nuove quanto abbiamo costruito in questi anni; dobbiamo tutti insieme lavorare per non privarci del futuro. Il futuro coincide ragionevolmente con l’estensione della cooperazione alla base del nostro sistema e con la costruzione di un vero e proprio sistema culturale romagnolo, come definito in ambito MAB. Da questo punto di vista saranno cruciali le reti, come argomenta Michele Rosco in questo numero. Noi non partiamo da zero. In questi anni abbiamo costruito esperienze di rete che costituiranno l’ambiente naturale per il sistema futuro, a cominciare dalla trentennale esperienza della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino. Museo Informa non rinuncia al futuro, né a immaginare il futuro e accompagnerà questo percorso senza cedere alla rassegnazione. ‘Ripartire dalla cultura’ è l’obiettivo dei promotori e firmatari dell’appello di cui si dà conto in questo numero, ma è anche il convincimento profondo della nostra rivista. A questo spirito si appella il seminario dell’8 aprile prossimo dedicato alla costruzione del sistema culturale romagnolo che vedrà operatori dei musei, bibliotecari e archivisti condividere un progetto, ma anche idee, ideali e passioni. Continuare a lavorare per la cultura nonostante la crisi, significa credere nel nostro lavoro e nel nostro futuro. E’ ciò che i nostri musei fanno: l’inaugurazione di Musa a Cervia, la riapertura del Museo dantesco a Ravenna, il documentario RAI “Cotignola il paese dei giusti” che ha tra i protagonisti il Museo Varoli, la riorganizzazione del Museo ‘Giuseppe Ugonia’ e così via. Si tratta di testimonianze di una presenza viva sul territorio, che non rinuncia a immaginare il futuro, che non rinuncia tout court al futuro. Per finire, vorrei ricordare, proprio in questo annus horribilis, che questi interventi di allestimento e di riorganizzazione devono molto al Piano museale. Credo di interpretare il comune sentire nel chiedere alla Regione di rifinanziare la legge 18/2000 e di rinunciare a politiche di revisione della spesa che penalizzino archivi, biblioteche e musei nella consapevolezza, come ha scritto David Carr, che queste sono le uniche istituzioni della nostra cultura capaci di tenere continuamente aperte le porte chiuse della memoria e dell’indifferenza.

Editoriale - pag. 3 [2013 - N.46]

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