Sistema Culturale Territoriale

Un modello gestionale multi-livello sorretto dal basso per fronteggiare la crisi

Fabio Donato - Docente di Economia Aziendale, Co-Direttore MuSeC - Università di Ferrara

La crisi economico-finanziaria ha avuto un forte impatto sul settore culturale del nostro Paese. Nel periodo della crisi i finanziamenti pubblici alla cultura in Italia sono diminuiti di oltre il 16%, i contributi delle fondazioni bancarie del 17%, le sponsorizzazioni finanziarie del 28%. Si tratta di un problema finanziario che si innesta in una situazione di per sé già critica. A partire dagli anni sessanta, infatti, in coerenza con lo sviluppo di un welfare state sempre più esteso, il numero di siti e di istituzioni culturali è aumentato esponenzialmente, rendendo sempre più evidente la difficoltà di raggiungere livelli di sostenibilità economica sia a livello di singola istituzione sia a livello di settore culturale nel suo complesso. I dati del MiBAC ci consegnano la fotografia di un sistema culturale oggi particolarmente ampio. Solo con riferimento alle istituzioni culturali appartenenti al settore pubblico, si contano 3.616 musei, 1.144 siti, aree archeologiche e monumenti aperti al pubblico, oltre 41.000 luoghi di spettacolo (teatro, lirica, balletto, concerti).

Tali istituzioni sono sostenute con larghissima prevalenza da fondi pubblici. Ma oggi il Paese è in grado di sostenere i livelli di welfare pre-crisi? La politica adottata sinora è stata quella di perseguire il fundraising e l'ingresso dei privati. In tempi di crisi, una simile politica è suicida. Come dimostrano decenni di letteratura economica nordamericana, in tempi di crisi i finanziamenti privati alla cultura diminuiscono drasticamente. È dunque necessario individuare un'altra via, e questa può solo essere quella di mettere in comune i costi e di fare massa critica per potenziare la capacità di ottenere ricavi autonomi. Non possiamo più permetterci un settore culturale nel quale ogni istituzione culturale agisce da sola.

Serve dunque un modello gestionale "multi-livello" (Sistema Culturale Territoriale) fondato sui seguenti principi: dimensione territoriale "meso"; organizzazione a rete; apertura e partenariato con le imprese. In tale modello gestionale, vi sono dunque due livelli: un livello "di sistema" che gestisce il Sistema Culturale Territoriale secondo i principi della sostenibilità economica; un livello "territoriale" nel quale ogni istituzione culturale svolge le proprie attività in coerenza con le politiche gestionali decise per il sistema nel suo complesso. Come si può notare, si tratta di un modello gestionale pienamente coerente con le caratteristiche del patrimonio culturale italiano, che è per sua natura reciprocamente interrelato, dialogante e profondamente radicato nel territorio. A livello di sistema vengono svolte le attività comuni (amministrazione, promozione, commercializzazione, fundraising, nuove tecnologie, digitalizzazione, politiche di prezzo, partnership con i privati, progettualità europea e così via); a livello di singola istituzione culturale sono realizzate le attività culturali, educative e di ricerca. Naturalmente, per ogni Sistema Culturale Territoriale dovrà essere poi deciso, caso per caso, quali funzioni delegare a livello di sistema, e quali funzioni mantenere invece a livello territoriale. Così come si potrebbe anche "specializzare" una o più istituzioni culturali per svolgere una o più funzioni a beneficio di tutto il sistema.

Certamente vi sono delle criticità che ostacolano l'implementazione di tale modello. La principale è la capacità da parte delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni culturali interessate di favorire una integrazione interistituzionale. In secondo luogo, si tratta di un modello che può funzionare efficacemente solo se evita forme procedurali di tipo burocratico, privilegiando piuttosto sistemi di comunicazione interna di tipo telematico e digitale. Infine, è un modello di gestione coerente con processi di coinvolgimento e di partecipazione da parte dei cittadini. Un sistema culturale territoriale, infatti, non funziona se si basa sulle sole logiche decisionali dall'alto verso il basso, senza che vi sia una adeguata interazione tra i diversi livelli del sistema (gestore del sistema e singole istituzioni culturali) e senza una forte partecipazione da parte dei cittadini.

Speciale Sistemi Culturali Locali - pag. 13 [2012 - N.45]

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