La Loggetta Lombardesca

Un nuovo progetto di ristrutturazione e restauro renderą pił funzionali e meglio fruibili gli ambienti dell'antico monastero

Nadia Ceroni

Abbiamo gią avuto occasione - sulle pagine di questa rivista ( n.5, luglio 1999 ) - di accennare ai lavori di ristrutturazione della "Loggetta Lombardesca" che, attualmente in corso d'opera, contribuiranno a trasformare l'odierna Pinacoteca Comunale in Museo d'Arte della Cittą. L'edificio, che prende il nome dalla loggia con doppio ordine di cinque arcate prospiciente i Giardini Pubblici, venne costruito fra il 1495 e il 1525, attiguo alla chiesa di Santa Maria in Porto. Soppresso nel 1798, al tempo delle requisizioni napoleoniche, l'ex Monastero dei monaci portuensi venne successivamente trasformato ad uso di caserma militare negli anni 1885-87, con la costruzione di nuovi fabbricati per la Fanteria e la Cavalleria. Tra le modificazioni strutturali pił significative dell'edificio, si ricordano la demolizione del chiostro minore - in origine collocato tra l'attuale facciata e la via di Roma - e i restauri del 1903, che interessarono la facciata originaria e la stessa loggia, in previsione dell'Esposizione Regionale Romagnola, allestita l'anno successivo nell'area verde antistante che in tempi pił antichi ospitava l'orto e il giardino del Monastero. Per tale occasione furono presentati due progetti - rispettivamente di Gaetano Savini e Romolo Conti - che comportarono la riapertura delle arcate della loggia, precedentemente murate, e la relativa perimetrazione con balaustra a "fuseruole" ( lavori eseguiti sotto la direzione di Corrado Ricci ). La ristrutturazione degli anni Settanta, infine, ha permesso al Museo Ornitologico, all'Accademia di Belle Arti e alla Pinacoteca Comunale di trovare all'interno della "Loggetta Lombardesca", una nuova collocazione pił consona alle rispettive esigenze scolastiche e museali. Entriamo ora nel merito dell'attuale progetto di restauro, redatto dal gruppo di lavoro dell'Area Infrastrutture Civili-Servizio Edilizia del Comune di Ravenna, rappresentato dall'Ing. Walter Ricci e dai suoi collaboratori: Michele Berti, Davide Cavallini, Franco Buccirosso, Enrico Somma ed Elisabetta Canella. I lavori previsti - in considerazione del trasferimento dell'Accademia presso altra sede pił idonea, che ha lasciato libero parte del piano terra e il primo piano della Loggetta - riguardano la completa rifunzionalizzazione degli spazi museali e amministrativi dell'edificio, comprendenti anche interventi sulle strutture e sugli impianti. Il progetto complessivo si articola in tre lotti funzionali costituiti da: 1) opere architettoniche, che prevedono l'inserimento nella struttura dell'ascensore-montacarichi, interventi murari sui tre piani per rendere fruibili gli spazi ai portatori di handicap, la ristrutturazione e l'adeguamento dei servizi igienici; 2) opere di consolidamento strutturale, comprendenti indagini conoscitive e geotecniche estese all'intero edificio e controlli topografici necessari per il rispetto delle caratteristiche dell'edificio storico e dei vincoli introdotti dall'attuale normativa; 3) adeguamento degli impianti elettrici comprensivi di manutenzione straordinaria, messa a norma, completamento della rete per il controllo e la gestione centralizzata degli impianti elettrici e d'illuminazione, unitamente a impianti speciali anti-intrusione, per rivelazione incendi, monitoraggio geotermico delle sale espositive e relative telecamere a circuito chiuso. Sono questi, in sintesi, gli interventi che permetteranno al museo ravennate di acquisire ulteriori spazi al primo piano del complesso monumentale - destinati ad esposizioni temporanee e permanenti - ma anche nuovi locali al piano terra, riservati a servizi aggiuntivi e di accoglienza al pubblico, quali il book-shop, il guardaroba, il laboratorio didattico e la biblioteca. Il secondo piano, destinato alla museificazione del patrimonio artistico della Pinacoteca, potrą invece ospitare nuclei artistici ancora da scoprire ed esporre adeguatamente al pubblico godimento. Il progetto, inoltre, prevede anche lavori conservativi che riguardano il restauro della cancellata sui giardini, delle colonne in marmo del chiostro con relativi peducci, archi e portali interni, delle decorazioni presenti in una sala destinata ad accogliere la biblioteca: sotto gli attuali intonaci potrebbero anche rivelarsi tracce di antichi affreschi dimenticati.

Speciale edifici storici - pag. 13 [2001 - N.12]

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