Verso un sistema museale romagnolo

Claudio Leombroni - Responsabile Servizio Reti Risorse Sistemi - Provincia di Ravenna

Questo numero esce dopo gli "Stati generali dei professionisti del patrimonio culturale"
organizzato da MAB Italia a Milano il 22 e 23 novembre 2012. Museo in-forma non poteva
non tener conto di tale evento e dedicare ad esso lo "Speciale", che infatti affronta il
tema di una delle sessioni dell'evento milanese: i sistemi culturali. Si è scelto questo tema
sia per la sua crucialità, sia perché rappresenta un ambito concettuale in grado di fornire
strumenti adeguati per interpretare con la precisione necessaria le dinamiche cooperative
dei territori intersecandole con la convergenza degli istituti culturali.
Cosa s'intende con sistema culturale? Non certo la mera somma di rete bibliotecaria, sistema
museale e polo archivistico. Tuttavia questa constatazione non è certo definitoria, né sottrae
problematicità a una nozione non particolarmente diffusa nel nostro paese (ma non solo). In
ambito MAB il sistema culturale è definito come "l'offerta integrata di istituti della cultura in un dato
territorio e/o in un ambito specifico". Il sistema ha lo scopo di migliorare l'accessibilità al patrimonio,
materiale e immateriale, la qualità e la quantità della fruizione. La sua forma organizzativa
tipica è la rete, all'interno della quale una o più organizzazioni scambiano o condividono risorse di
ogni genere per raggiungere obiettivi non conseguibili da ciascuna separatamente. La costruzione
di un sistema di relazioni capace di integrare all'interno di uno specifico territorio sistemi e reti culturali
con i beni monumentali, ambientali, il patrimonio immateriale, le infrastrutture e gli altri settori
produttivi del territorio dà invece vita a un "distretto culturale". Queste definizioni consentono
di apprezzare lo Speciale, che affronta la questione sistemica da diverse prospettive: si segnalano
gli interventi di Stefano Vitali, Soprintendente archivistico per l'Emilia-Romagna, di Roberto Balzani,
storico e sindaco di Forlì e di Fabio Donato, co-direttore del MuSeC dell'Università di Ferrara,
che, da punti di vista diversi e in riferimento ad ambiti diversi, affrontano la questione della governance
del policentrismo istituzionale, della collaborazione e della cooperazione fra istituzioni.
Per inciso, una significativa applicazione della collaborazione istituzionale è costituita dalla mostra
E bianca, che interessa sei musei del sistema provinciale e di cui si dà conto in questo numero.
Un'ottima premessa per leggere questi interventi è la ricognizione dello stato di salute dei musei
pubblici del sistema museale che la Provincia di Ravenna ha promosso e che Emanuela Guarnieri,
che ne ha curato la realizzazione nell'ambito di un master, illustra nei suoi dati salienti. Si
tratta di una fotografia che non potrà rimanere isolata, ma dovrà essere accompagnata da analoghe
ricognizioni per le province di Forlì-Cesena e di Rimini, non solo in vista della Provincia
Romagna, ma anche in previsione della costruzione di un sistema museale romagnolo integrato,
come sistema culturale e come rete, con la rete bibliotecaria e il polo archivistico (da creare).
Le rubriche e le pagine dedicate agli istituti arricchiscono come di consueto Museo in-forma. Il
numero ospita anche la pagina della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino che, come preannunciato,
diventerà un appuntamento ricorrente. In questa pagina si segnala la seconda parte
dell'intervista a Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e la lettura, quanto mai
attuale stante il decollo a livello nazionale del progetto "in vitro", dedicato alla promozione della
lettura, che avrà come territorio di sperimentazione anche la provincia di Ravenna.
Con questo numero si chiude il 2012; un anno certo difficile. Il 2013 sarà ancora più difficile
per gli effetti della spending review sui bilanci pubblici (e di riflesso su quelli di molte istituzioni
private) e per l'incertezza istituzionale. L'impegno, non solo della rivista, è però quello di continuare
a lavorare e ad accompagnare il processo di crescita del "sistema culturale" romagnolo:
l'unico obiettivo per dare speranza ai nostri istituti e un senso al nostro lavoro.

Editoriale - pag. 3 [2012 - N.45]

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