Le sinfonie di colore di Sonia Micela

Il Museo Civico delle Cappuccine rende omaggio all'opera di un'artista originale e solitaria

Diego Galizzi - Conservatore Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo

A conclusione della stagione estiva, che per il Museo Civico delle Cappuccine non è stata solo un'occasione per una breve pausa ma anche di alcuni importanti lavori di abbattimento delle barriere architettoniche, si apre a Bagnacavallo un intenso periodo di appuntamenti culturali culminanti in corrispondenza della tradizionale Festa di San Michele. Come sempre anche il Museo Civico si inserisce nel ricco cartellone bagnacavallese, organizzando un evento espositivo che quest'anno si focalizza sull'attività di un'artista "nostrana" di notevole interesse: Sonia Micela.
Pittrice dalla tempra originale e solitaria, Sonia Micela (al secolo Norina Tambone) nacque a Bagnacavallo nel 1924. Non sono molti tuttavia quelli che nella cittadina romagnola si ricordano di lei; la sua vicenda biografica infatti prese ben presto strade che la portarono altrove. Dopo gli studi al Liceo Artistico di Ravenna frequentò a Milano l'Accademia di Brera, dove fu allieva di Carlo Carrà e dello scultore Ivo Soli, per poi approdare, dopo una breve parentesi bagnacavallese nell'immediato dopoguerra, a Bologna. In seguito ebbe una lunga ed artisticamente feconda permanenza a Riolo Terme, all'incirca tra il 1956 e il 1970, dopodiché si trasferì a Modena, dove operò a contatto con gli ambienti artistici nazionali e internazionali fino al 1988, anno della sua morte.
Queste poche notizie biografiche meritano tuttavia di essere arricchite con un aspetto particolarmente significativo per la messa a fuoco della personalità della pittrice, ossia la sua convinta adesione alla Resistenza, durante la quale fu staffetta partigiana di collegamento con i locali gruppi antifascisti. Si intreccia a doppio filo con questa sua militanza, anzi ne fu certamente uno dei fattori scatenanti, un tremendo fatto di sangue avvenuto nel 1924 nell'attuale Piazza della Libertà di Bagnacavallo, cioè l'aggressione fascista nei confronti di suo nonno Paolo Panzavolta, in cui fu coinvolta anche la madre Domenica, allora incinta, che era accorsa ad aiutarlo. Morirono entrambi, e mentre si spense Domenica diede alla luce la piccola Norina.
È nel fervente clima del dopoguerra che Sonia Micela ebbe a debuttare artisticamente, partecipando a svariate mostre e premi pittorici, tra cui la Mostra delle Arti Figurative sui temi della Resistenza del 1956 a Bologna. Sempre nel capoluogo emiliano si registra la sua prima personale nel 1955, replicata l'anno successivo a Roma e seguita da un'altra ancora nel 1959 alla galleria "La Colonna" di Milano. Fin da subito la sua opera si fa apprezzare per una grande qualità pittorica e per l'esuberanza emotiva che attraverso di essa riesce a comunicare. Stupisce soprattutto l'uso che fa del colore, spesso materico, istintivo, frutto di una tavolozza ricchissima e schietta, che conferisce ai suoi quadri una luce impastata e nitida. La sua personale ricerca, defilata rispetto alle principali correnti artistiche del secondo dopoguerra e restìa agli intellettualismi, l'ha portata a sperimentare i temi del paesaggio, delle nature morte e del ritratto con un linguaggio limpido, fatto di rigore stilistico e forza di colore. Un'esistenza travagliata la sua, in cui non sono mancate esperienze dolorose ma anche gioie intense, sulle quali ha costruito un mondo pittorico dove vengono proiettati ora il poetico ricordo dei paesaggi di Riolo, ora gli affetti più intimi, come quello per i figli, spesso rappresentati con autentica passione. È una pittura, quella della Micela, coinvolgente ed evocativa, che punta d'istinto verso l'essenza delle cose. La realtà si spoglia così di ogni elemento accessorio, si depura della scoria aneddotica per sintetizzarsi in immagini di pura poesia, dove ritmo e toni si alternano fin quasi a dar la sensazione di melodie musicali.
La mostra antologica dedicata a Sonia Micela sarà allestita alle Cappuccine a partire da sabato 22 settembre, grazie al supporto dell'Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna. L'esposizione nasce anche come momento di presentazione al pubblico della cospicua donazione fatta dagli eredi della pittrice al museo bagnacavallese, donazione che conta più di un centinaio di dipinti rappresentativi di tutta la sua carriera e un interessante archivio d'arte. Le tappe biografiche, i documenti, le opere e la rilettura critica del lavoro della pittrice sono contenuti nel catalogo della mostra, curato da Diego Galizzi e Orlando Piraccini, per i tipi di Editrice Compositori.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 24 [2012 - N.44]

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