Mons. Giovanni Lucchesi

Un sacerdote e studioso dotato di profonda cultura e umanità che ha ancora molto da insegnare

Marco Mazzotti - Biblioteca Comunale di Faenza

Da pochi mesi è trascorso il trentesimo anniversario della morte di mons. Giovanni Lucchesi (Faenza, 9 ottobre 1913 - 6 dicembre 1981), fra i più qualificati esponenti del clero romagnolo del XX secolo per via della variegata formazione culturale e per gli studi condotti in tutte le discipline religiose, come evidenzia una bibliografia ricca di circa 450 titoli.
Nel 1925 entrò nel Seminario di Faenza, dove ricevette la prima formazione classicista e teologica. Nel 1936, subito dopo l'ordinazione sacerdotale, venne inviato a Roma per approfondire gli studi di Archeologia Cristiana, conseguendo la licenza nel 1939 e il dottorato nel 1943. Nel dopoguerra fu chiamato a svolgere il proprio ministero in Cattedrale (canonico nel 1951 e prevosto nel 1967) e in Seminario, in qualità di docente e responsabile della nuova biblioteca dedicata al benefattore cardinale Gaetano Cicognani. Dalla Cattedrale e dal Seminario, che costituirono l'oggetto di minuziose ricerche e la propria "base logistica", Lucchesi proseguì la feconda e celebre tradizione erudita ecclesiastica faentina, che aveva avuto in Francesco Lanzoni e Giuseppe Rossini i più autorevoli rappresentanti. Coltivò gli studi locali simultaneamente a quelli di archeologia cristiana, storia ecclesiastica, agiografia e liturgia, che gli conferirono una fama di livello internazionale. In campo agiografico collaborò intensamente con la Bibliotheca Sanctorum (per la quale compilò oltre 200 voci), ma pure con l'Enciclopedia Cattolica, il Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques e altri periodici specializzati. Apportò innovativi contributi nel settore delle antichità ravennati, approfondendo le tematiche relative agli edifici di culto, le prassi liturgiche, il repertorio agiografico e san Pier Crisologo, dibattendo spesso con l'amico mons. Mario Mazzotti. Si occupò di patrologia e medievistica, accreditandosi come uno dei massimi studiosi di San Pier Damiani.
Ricoprì il ruolo di membro e consulente in diverse congregazioni e commissioni deputate all'attuazione delle riforme introdotte dal Concilio Vaticano II, impegnandosi con passione nella delicata fase transitoria dalla vecchia alla nuova liturgia, che implicò l'abbandono di numerose suppellettili sacre destinate, da allora, ad acquisire un valore sempre più storico-culturale. Lucchesi contribuì non solo all'elaborazione di una rinnovata pratica liturgica, ma pure del concetto di bene culturale ecclesiastico, oggi ben "metabolizzato" grazie al riconoscimento di una specifica valenza pastorale, alle campagne di catalogazione e all'apertura di musei d'arte sacra intesi anche come espressione dell'identità territoriale. L'interesse per la tutela dei beni culturali fu dal Lucchesi vissuto anche in veste di ispettore onorario per le belle arti. Partecipò attivamente alla vita di diversi enti e associazioni, in primo luogo il Centro studi e ricerche sull'antica provincia ecclesiastica ravennate, di cui fu socio fondatore e presidente.
La personalità di mons. Lucchesi appare ancora più ricca e vivace se si considera la vena creativa, poetica, musicale, ironica e la passione sportiva. Del resto, come osservò l'amico fraterno e successore Antonio Savioli, «tanta molteplicità d'interessi in lui non era ferma a livello genericamente culturale, ma sempre in funzione di arricchimento religioso e spirituale, con una visione finalistica superiore dello studio e della fatica culturale». Ne conseguiva che il sapere, lungi da qualsiasi atteggiamento elitario, dovesse sempre costituire un servizio, come si sforzò di fare tramite l'attività didattica, i numerosi articoli apparsi sulla stampa locale e le quotidiane consulenze elargite a chiunque nella Biblioteca del Seminario.
Il tutto vissuto con una sorprendente umiltà che Lucchesi ci dimostra essere non solo ricchezza di vita, ma anche il miglior metodo di ricerca storica.

Personaggi - pag. 10 [2012 - N.44]

[indietro]