Palazzo Laderchi

La vita travagliata di uno degli edifici storici più importanti di Faenza sembra finalmente aver trovato pace nella sua prossima (?) destinazione, quale sede del ricostituendo Museo del Risorgimento

Gian Paolo Costa - Responsabile del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza

La ricchezza, economica e culturale, che la Città di Faenza (l'antica Faventia) raggiunse tra Sette ed Ottocento è eloquentemente attestata dai palazzi neoclassici urbani, che si sovrapposero o più spesso si sostituirono alla trama edilizia medioevale e tardomedioevale, ed oggi scandiscono i percorsi faentini intramoenia.. Scrive Marcella Vitali, in apertura del ricco volumetto monografico da Lei curato - Palazzo Laderchi - che ha visto la luce nel 1998: "Il palazzo che fu dei conti Laderchi fa parte di quel complesso edilizio monumentale, prodotto dalla civiltà neoclassica, che fortemente caratterizza il nucleo del centro storico di Faenza, anzi ne è uno degli elementi più significativi sia per la felice posizione sia per il valore dell'architettura e delle decorazioni interne". La famiglia Laderchi è una delle famiglie nobili faentine più antiche e blasonate: basti ricordare che annovera un tutore - Giacomo - dell'ultimo Signore di Faenza, Astorgio III Manfredi, ed un illustre "risorgimentale" (come attesta anche la grande lapide visibile a destra della porta d'accesso al palazzo): il conte Francesco. Quest'ultimo, nel 1847, ospitò nel palazzo avito la Guardia Civica e quando questa trovò sede in altro edificio rifiutò con sdegno il ventilato rimborso, ad opera della municipalità, dei danni arrecati dalla "soldataglia". L'attuale imponente e scenografica veste del palazzo, che segna il margine settentrionale della Piazza della Libertà antistante il Duomo di Faenza e precisamente l'angolo tra via XX Settembre e corso Garibaldi, è opera dell'architetto bolognese Francesco Tadolini, su committenza del conte Lodovico e del fratello minore Achille. Achille Laderchi, uomo di vasta cultura, venne a contatto in Francia con gli ambienti illuministico-massonici e nel suo appartamento da scapolo si trova una delle gemme del Palazzo: il Gabinetto dell'Astronomia, realizzato su progetto di Giovanni Antonio Antolini e decorato da Felice Giani nel 1797. All'interno del piano nobile della dimora cittadina dei Laderchi si possono individuare quattro nuclei: quello precedente all'intervento del Tadolini, con vari soffitti, molto belli, di scuola prospettica bolognese; la splendida (e si spera non pesantemente compromessa dall'interruzione, in corso d'opera, degli interventi di restauro iniziati alcuni anni or sono) Galleria finita di decorare il 4 giugno 1794; il già citato appartamento di Achille Laderchi; gli ambienti, infine, fatti sistemare intorno al 1840 dal conte Francesco con decorazioni di Antonio Liverani, tra le quali di particolare interesse storico la lunetta, autografa del fratello di Antonio, Romolo, che raffigura la villa dei Laderchi a Prada di Faenza (per lunghi anni convegno di patrioti, di cospiratori e di liberali) con annesso mulino a vapore, il primo apparso nello Stato Pontificio. Purtroppo sul palazzo sembra aleggiare una maledizione, forse innescata dalla decisione di Lodovico ed Achille Laderchi di trasferire (ed abbattere) l'antichissima chiesa di Santa Maria Guidonis che dall'undicesimo secolo esisteva all'angolo delle strade soprammenzionate. Da quando il palazzo, nel 1905, diviene di proprietà del Comune di Faenza si trasforma (e lo è tuttora, senza riferimenti alle benemerite Associazioni ed agli Enti che si dividono gli ambienti "affrescati" dell'edificio) in un falansterio-caravanserraglio: vi hanno sede, nel corso del XX secolo, la Sottoprefettura, gli Uffici governativi (Pretura, Uffici Erariali, Poste...), la Sede amministrativa ed il Circolo ricreativo del Fascio, una scuola, l'Assessorato alla Cultura, il Giudice di Pace ed, oggi, la Società Torricelliana di Scienze e Lettere (che invero meriterebbe ambienti più ampi), l'Ente Tutela Vini (negli ambienti del conte Francesco), il Centro Sociale "Palazzo Laderchi" (con allegre partite di briscola) ecc. ecc. E pochi giorni or sono (I settimana dell' ottobre 2001) lo scrivente ha disceso in stato confusionale le scale che in passato, per esigenze lavorative, aveva salito decine e decine di volte con baldanzosa sicurezza. Un cartello esteticamente piacevole, solidale ad una severa ed elegante porta tramite quattro robusti chiodi-spilloni infissi nel legno (spilloni ingentiliti da una azzurra capocchia) informa che nei locali dell'appartamento del conte Achille (Gabinetto di Astronomia compreso) ha oggi sede il ..... Gruppo Municipale del Palio del Niballo di Faenza! Povero conte Francesco.... la Storia si ripete (in peggio)! Ultim'ora A partire dallo scorso maggio (2001) la locale Commissione Cultura prima e il Comune di Faenza successivamente hanno fatto propria la proposta, della neonata Società di Studi Storici Faentini e della Biblioteca Comunale di Faenza, di riallestire il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea. Questo Museo avrà sede in palazzo Laderchi, nei locali già occupati dal Giudice di Pace. Sede migliore non poteva essere individuata, date le posizioni di rilievo dei Laderchi in età napoleonica e nel successivo periodo risorgimentale.

Speciale edifici storici - pag. 9 [2001 - N.12]

[indietro]