Una sala didattica per tutti

Al MIC un nuovo tassello si è aggiunto al percorso espositivo per comprendere appieno i diversi aspetti della ceramica

Dario Valli - Sezione Didattica MIC di Faenza

Il 16 dicembre scorso è stato inaugurato lo spazio espositivo della Sezione Didattica del MIC di Faenza, a cura di Anna Maria Lega e Dario Valli, col coordinamento di Claudia Casali.
I principali contenuti "didattici" liberamente accessibili al pubblico (più di conoscitori della materia e specialisti) erano costituiti, fino alle distruzioni belliche del 1944, dalle collezioni dei frammenti. Per i reperti faentini, riesposti in parte con la ricostruzione, furono riordinate nel '72 le Sale XIII e XIV, visibili fino al 2000. Per il largo pubblico invece, nei primi anni '80 si istituirono le tre essenziali vetrine dedicate alla "maiolica", all'"ingobbiata" e alle "tecniche", secondo la tradizionale classificazione di Korach ed Emiliani. Tutto il resto si limitava, dagli anni '50, a didascalie e a qualche pannello esplicativo di puro testo. La prima grande innovazione si ebbe nell'allestimento della Sezione Precolombiana del 1990, con le illustrazioni elaborate da Cesare Reggiani. Da quella data le sale del museo si sono progressivamente arricchite di immagini e testi, postazioni video o multimediali, in corrispondenza di eventi e l'inaugurazione o il rinnovamento di sezioni permanenti. Questo insieme di materiali - non sempre puntualmente aggiornati o aggiornabili, comunque disomogenei - necessitava di un momento di raccordo, di un punto di vista, discutibile ma oggettivo, "aperto" e anche piacevole. A risarcimento e compensazione di quei difetti o gap comunque presenti in una sede museale così estesa e che, per almeno venticinque anni, era stata in continua fisica trasformazione ed era passata da una gestione direttamente comunale a quella di una Fondazione Onlus.
Nella storia del MIC la didattica museale in senso lato non poteva prescindere (a partire dal 1978/1979) dal laboratorio giocare con l'Arte, il quale ha coperto, finché possibile (e necessario), tutti i ruoli. Poi, dall'anno scolastico 2003/2004, si è sperimentato un più articolato Servizio Didattico - o "Sezione Didattica" che dir si voglia - su impulso di alcuni dipendenti e collaboratori esterni. È nel 2011, con l'insediamento della nuova Direzione, che tutti gli operatori riescono a offrire, in modo coordinato, un'ampia scelta di attività, calibrate sulle diverse necessità e fasce di pubblico. L'unico tassello mancante era proprio la "Sala Didattica".
Questa sala è propedeutica alla visita delle collezioni. Le tecniche della ceramica sono raccontate al pubblico attraverso tre momenti, che delineano l'iter produttivo, i prodotti ceramici e le tecniche decorative osservando, ma soprattutto manipolando, gli esempi (68 mattonelle con il logo MIC, eseguite da Marco Malavolti) che riproducono le terrecotte, le faenze, le terraglie, i grès e le porcellane, con accanto gli originali del Museo, a diretto confronto. In un percorso che si affianca a sei splendidi modellini di forni, che esemplificano le tecniche di cottura dalla protostoria fino al XX secolo, a legna o combustibili fossili. Inoltre, attraverso un agile prodotto multimediale (realizzato da Andrea Pedna, che sarà ampliato e aggiornato costantemente), il pubblico può "navigare" tra i tanti e diversi aspetti della ceramica, per una visione il più possibile esaustiva e comprensibile.
Ma la sala offre altri stimoli: c'è una zona dedicata all'infanzia, arredata per disegnare, leggere e sfogliare liberamente, che è arricchita da un punto gioco; in previsione di spazi ludici estesi a tutto il Museo (grazie alla disponibilità del "Sogno del Bambino" di Lugo). Una parete invece è dedicata alla mostra degli elaborati fatti dai bambini nel laboratorio giocare con l'Arte di Bruno Munari. E troviamo infine una postazione di lavoro, per dimostrazioni pratiche (su prenotazione o per eventi) del fare ceramica: tecniche di foggiatura; smaltatura e decorazione della maiolica; ingobbiatura e graffito o applicazioni decorative a "terzo fuoco", eccetera.
Queste particolari opzioni "attive", così come la manipolazione degli esempi, sono motivo di orgoglio e senza dubbio denotano un punto di vista originale, scelta sperimentale e coraggiosa da parte della Fondazione MIC.
Il buon esito del progetto - elaborato graficamente dallo studio Pixel Planet di Cesena - è stato possibile grazie al contributo del Liceo Artistico Ballardini e del ceramista Gino Geminiani di Faenza e grazie al sostegno fondamentale del Sistema Museale Provinciale.


Esperienze di didattica museale - pag. 22 [2012 - N.43]

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