Le acque dell'Emilia Romagna

Fin dalla sua nascita l'IBC ha dedicato grande attenzione al tema delle acque e del loro corso naturale e artificiale

Massimo Tozzi Fontana - Istituto Beni Culturali

È del 1984 la mostra, il volume (I mulini ad acqua della valle dell'Enza, a cura di W. Baricchi, F. Foresti, M. Tozzi Fontana, Dossier IBC n. 20, Grafis) e il cortometraggio dedicati ai mulini della valle dell'Enza che, in discreto numero, erano ancora attivi a quei tempi. Il bacino idrografico compreso tra i territori parmense e reggiano fa da cornice a uno studio approfondito su vari piani: la geografia antropica, la storia dell'economia e della tecnica, l'osservazione tecnologica, la linguistica e la dialettologia; la rappresentazione grafica e fotografica. Sotto quest'ultimo aspetto si è tentato di proporre un metodo di trascrizione fotografica del ciclo produttivo dei mulini alimentari a palmenti, seguendo il percorso dell'acqua dall'ingresso nell'opificio all'uscita. La ricerca prende le mosse da una ricognizione, a scala regionale, sulla cartografia IGM, degli impianti idraulici corrispondenti alle varie industrie. Dal confronto è emersa una sostanziale analogia, come numero di impianti censiti, tra la valle dell'Enza e quelle degli altri affluenti di destra del Po, a dimostrazione di una intensa, secolare attività molitoria che ha iniziato a declinare solo nel secondo dopoguerra.
Il fiume Po è stato al centro di due approfondimenti: il primo, nel 1999, dedicato alla cantieristica tradizionale (Imbarcazioni e navigazione del Po, a cura di F. Foresti, M. Tozzi Fontana, CLUEB), ha preso in esame, in particolare, il cantiere navale della famiglia Chezzi, costruttori di imbarcazioni da tre generazioni, a Boretto, presso Reggio Emilia. Proprio a Boretto si trova a tutt'oggi il principale centro operativo per il controllo del fiume. Dall'indagine, centrata sul racconto dei fratelli Chezzi, è emerso che la progettazione non aveva una base grafica né l'esecuzione era preceduta da una qualche riflessione che non fosse puramente verbale o gestuale. La meticolosità degli artefici, impegnati nel produrre "a regola d'arte", si fondava su un'empiria quotidiana, sui gesti e sulle parole tradotti in leggi rigide, anche se non scritte né rappresentate graficamente.
Il secondo approfondimento sul Po ha preso le mosse nel 2008 da un progetto europeo dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale delle regioni solcate dai grandi fiumi europei. Tra i temi trattati nel volume (Indagini sul Po, a cura di P. Orlandi, M. Tozzi Fontana, CLUEB) si ricorda innanzitutto il cibo, nei suoi molteplici aspetti economici (dalla produzione al consumo), antropologici (i legami con la religione, le tradizioni culturali e climatiche), sociali (il convivio nelle sue diverse valenze), dal passato remoto a oggi; le abitazioni e i modi di edificare del Po, da una parte per conservare la memoria di un mondo che non esiste più, ma dall'altra con l'intento di incoraggiare una politica di recupero mirata su poche e selezionate testimonianze; infine, ancora la cantieristica tradizionale, con un contributo, questa volta, di taglio storico. La ricerca ha affrontato inoltre il tema dello sfruttamento indiscriminato, dei colpi mortali inferti all'ambiente negli ultimi cinquanta anni, e delle occasioni mancate sul fronte dell'utilizzo del fiume come via di comunicazione. Questo tema è attraversato dalle dinamiche sociali e antropologiche contemporanee, determinate dai flussi migratori, dai fenomeni di inurbamento e dalle radicali trasformazioni della struttura produttiva e delle modalità costruttive e abitative. Arricchisce il quadro una raccolta di testi letterari e immagini sottolineata e rafforzata dalle fotografie di Giovanni Zaffagnini e Claudio Sabatino.
Sempre a proposito delle iniziative legate alle acque meritano un cenno i tre dépliants dedicati ai luoghi dell'acqua Bologna, dell'intero territorio regionale e al mare Adriatico, distribuiti in grande numero dall'IBC con il quotidiano La Repubblica nel 2000.
Per concludere si ricorda una delle iniziative più importanti: la mostra, i filmati e il volume (Bologna e l'invenzione delle acque. Saperi, arti e produzione tra '500 e '800, a cura di M. Tozzi Fontana, Editrice Compositori, 2001) realizzati in occasione dell'evento Bologna 2000 capitale culturale europea, e, parallelamente, il coordinamento dei lavori del comitato scientifico per il costituendo centro di documentazione delle acque bolognesi presso l'antica Pellacaneria della Grada, dal 2003 a oggi. Il compito di questa nuova istituzione sarà di fare conoscere nel modo più completo possibile la storia idraulica bolognese e la possibilità concreta di una sua riscoperta.


La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2012 - N.43]

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