Giuseppe Gerola

Ravenna dedica una mostra al grande studioso e archeologo che cento anni fa fondò la rivista Felix Ravenna

Federica Cavani, Emanuela Grimaldi - Museo Nazionale di Ravenna

Nel 2011 ricorre il centenario della prestigiosa rivista Felix Ravenna fondata da Giuseppe Gerola.
Per l'occasione il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna organizzano una mostra dedicata al suo fondatore, ripercorrendo l'attività del grande studioso e archeologo e i suoi rapporti con le personalità scientifiche del periodo. La mostra, che si terrà dal mese di ottobre presso il Museo Nazionale di Ravenna, presenterà materiali in gran parte inediti, taccuini di scavo, manoscritti, lettere, disegni, oggetti e preziose fotografie.
Giuseppe Gerola nacque il 2 aprile 1877 ad Arsiero (Vicenza) da una famiglia di origine roveretana. La sua formazione universitaria avvenne tra Padova e Firenze, dove si laureò presso l'Istituto Superiore di Studi Storici. Conseguì inoltre il diploma di archivista paleografo, il diploma di Magistero in Storia e trascorse un periodo a Berlino presso uno dei massimi diplomatisti tedeschi.
Dal 1900 Gerola compì un importante apprendistato archeologico a Creta, dove raccolse molti materiali relativi ai monumenti veneziani. Fu direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa (1903-1906) e del Museo Civico di Verona (1906-1910), cariche che lo portarono ad approfondire la storia dell'arte. Forte di queste sue esperienze, nel 1909 divenne ispettore per la Soprintendenza ai Monumenti di Venezia, Verona e Mantova.
Il 27 settembre 1910 Giuseppe Gerola fu trasferito a Ravenna come ispettore e fu nominato direttore del Museo Nazionale. Pochi mesi più tardi, anche grazie al sostegno di Corrado Ricci, divenne Soprintendente ai Monumenti di Ravenna, con competenze sulle province di Ravenna, Ferrara e Forlì.
Il periodo della sua permanenza in città fu segnato da una straordinaria attività che si concretizzò in molteplici ambiti nei quali dimostrò sempre una spiccata lucidità e versatilità. A Gerola si deve anche la sistemazione degli uffici della Soprintendenza nonché dell'attuale sede del Museo Nazionale, a seguito del trasferimento nell'ex monastero benedettino di San Vitale.
Con un approccio globale ai problemi di conservazione, restauro e valorizzazione, Gerola promosse numerosi interventi sia a Ravenna che in tutto il territorio di competenza, privilegiando i monumenti romano-bizantini e medievali. Nell'affrontare i complessi problemi che l'esperienza ravennate gli presentava per la prima volta, maturò un metodo di lavoro basato su un'attenta e precisa analisi delle fonti storico-archivistiche e sull'esame concreto delle strutture degli edifici, considerandone tutte le modifiche susseguitesi nel corso del tempo. Gerola non mancò di occuparsi anche del restauro dei mosaici, comprendendone a pieno le peculiarità e adottando il suo consueto atteggiamento critico.
Fra i diversi interventi si segnalano quelli alla chiesa di San Vitale, dove il Soprintendente proseguì i lavori voluti dal Ricci ai mosaici parietali e, nel 1911, diede avvio agli scavi del deambulatorio per ripristinare le quote pavimentali originali. Nello stesso periodò ebbe inizio una vasta campagna di restauri finalizzata alla sistemazione della Cappella Arcivescovile secondo l'originaria struttura architettonica. Nel 1916, a seguito dell'acquisto del Battistero degli Ariani da parte dello Stato e dell'avvio di un radicale intervento di recupero, Gerola iniziò approfondite operazioni di scavo che portarono al rinvenimento dei diversi livelli della pavimentazione e al ritrovamento di frammenti musivi e in stucco appartenenti alla scomparsa decorazione parietale. Sempre nel 1916, a seguito di una bomba austriaca che provocò il crollo di parte della facciata e del portico, Gerola intraprese il ripristino delle strutture e delle aree musive compromesse della chiesa di Sant'Apollinare Nuovo.
Il Soprintendente restò a Ravenna sino al 1920, ma già dal 1916 iniziò a interessarsi ad altri progetti, lavorando per il riordino del patrimonio della sua regione d'origine, da attuarsi al termine della guerra. In effetti, fu poi comandato nel Trentino a sovrintendere alla tutela dei beni artistici, archeologici, bibliografici e archivistici. Di lì a poco fu nominato dirigente dell'Ufficio Regionale per i Monumenti, le Belle Arti e le Antichità, poi Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna del Trentino, con competenze anche sull'Alto Adige. Gerola morì a Trento il 21 settembre 1938.

Personaggi - pag. 17 [2011 - N.41]

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