Un arricchimento espositivo per una maggiore fruibilità

Il Museo del Risorgimento di Faenza espone bandiere, uniformi e stoffe, superando le problematiche di conservazione o

Giorgio Cicognani - Curatore del Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea di Faenza

Nell'ottobre 2009 ha riaperto al pubblico, dopo diversi anni, in alcune sale al primo piano dello storico Palazzo Laderchi, il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea di Faenza. Il Museo fondato nel 1904, inizialmente ospitato presso la Pinacoteca e successivamente, nel 1922, annesso alle raccolte della Biblioteca Comunale, è rimasto lì fino agli anni Settanta e dopo vari passaggi, ha trovato ora la sua definitiva sistemazione.
La famiglia Laderchi, fu una delle più antiche famiglie faentine, ha contribuito alla storia e allo sviluppo della città, soprattutto durante il periodo risorgimentale con personaggi di rilievo come Lodovico, Achille e Francesco. La raccolta del Museo è costituita da armi, bandiere, stampe, uniformi, fotografie e cimeli vari in numero assai elevato e copre un arco di tempo che va dal periodo napoleonico fino alla II Guerra Mondiale e alla Resistenza.
In attesa di restaurare e rendere a norma altri locali, in cui poter esporre nuovi cimeli e completare un vero e proprio percorso museografico, ci si è limitati, in questa prima fase, ad un'esposizione di documenti e di oggetti, scegliendoli tra i più significativi, fino ad arrivare all'Unità d'Italia.
L'allestimento di un museo non è sempre cosa semplice, soprattutto in presenza di raccolte non omogenee e spazi, luci o altri elementi vanno attentamente studiati per una corretta conservazione del patrimonio e una buona lettura e fruibilità dell'oggetto da parte del visitatore. Un museo storico, che conserva documenti e cimeli riguardanti principalmente le vicende passate della propria città o territorio, deve poter trasmettere a un pubblico non solo locale ciò che è stata la microstoria di quel luogo. In questa prima fase di allestimento sono state predisposte alcune teche con basamento in metallo e la parte superiore in vetro, realizzata con una struttura inclinata in modo da offrire al visitatore un contatto più diretto con gli oggetti, ma soprattutto una lettura nitida dei materiali cartacei. Si è cercato inoltre di rendere l'esposizione più idonea nelle sue forme, ma non invasiva per la bellezza delle sale elegantemente decorate e del salone affrescato da Felice Giani.
I finanziamenti messi a disposizione erano molto scarsi e pertanto è stato necessario ricorrere al riutilizzo di alcune basi lignee preesistenti che sono state laccate e attrezzate con vetrinette anch'esse inclinate. Per proteggere dalla luce eccessiva i cimeli e per arredare meglio le stanze si è provveduto ad installare nuovi tendaggi. Nella sala Saviotti (dal nome del suo decoratore) fanno bella mostra alcuni ritratti ottocenteschi tra i quali quelli dei due grandi protagonisti del Risorgimento faentino: Achille e Francesco Laderchi.
A un anno di distanza dalla sua riapertura il lavoro di allestimento è proseguito con l'inaugurazione di una nuova sezione dedicata a bandiere, uniformi e stoffe. I materiali esposti sono di grande pregio, ma fragili e delicati e per questo si è scelta un'illuminazione soffusa per consentire una buona stabilità dei colori. Infatti, nello speciale settore dei tessili antichi, che comprende dal minuscolo frammento di stoffa all'imponente bandiera, a sciarpe e fazzoletti, molteplici sono le problematiche legate alla conservazione ed esposizione. Fra i reperti esposti in questa saletta è stata recuperata una rara sciarpa rossa di lana indossata dai volontari faentini che parteciparono all'insurrezione di Urbino nel 1860. Date le precarie condizioni del tessuto, divorato dalle tarme, è stato necessario predisporre uno speciale supporto sintetico su cui è stato riporto. Nella collezione delle uniformi, conservata nelle raccolte del Museo, sono state scelte per motivi di spazio quattro giacche, esposte in vetrine riutilizzate che hanno permesso, nella parte inferiore, opportunamente illuminata, di disporre oggetti appartenuti a vari patrioti.
Un'attenzione particolare è stata rivolta ad una rara bandiera del I Battaglione Civico della Guardia Nazionale di Faenza; si tratta di un tricolore ad asta confezionato e ricamato dalle donne faentine che è stato opportunamente restaurato prima di esporlo in una speciale teca di protezione appositamente realizzata.

Speciale nuovi allestimenti museali - pag. 16 [2011 - N.41]

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