Didattica in sobrietà

Un nuovo allestimento didascalico a Palazzo Milzetti per soddisfare le tante curiosità sull'edificio e sui suoi proprietari, committenti e artisti

Marcella Vitali, Chiara Magnani - Museo Nazionale dell'Età neoclassica in Romagna di Faenza

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio del settembre 2010, Palazzo Milzetti di Faenza, Museo Nazionale dell'Età neoclassica in Romagna, si è arricchito di un nuovo allestimento a integrazione del percorso di visita. L'intervento interessa due salette del piano nobile, collegate al boudoir e alla Sala gialla, che a differenza degli altri ambienti sono meno caratterizzate dal punto di vista decorativo. Si è in questo modo risposto alle sollecitazioni ed esigenze dei visitatori, che pur avendo notizie relative agli aspetti artistici (grazie ad audioguide, pannelli, depliants), comprensibilmente presentavano richieste e curiosità sull'edificio, i suoi proprietari, i committenti e gli artisti che vi intervennero.
Si è scelto di organizzare le informazioni in due specifici nuclei: in una saletta un video che gira su un monitor LCD 42 presenta in successione le immagini dell'attività dei diversi protagonisti della realizzazione e decorazione del palazzo (gli architetti Giuseppe Pistocchi e Giovanni Antonio Antolini, i pittori Felice Giani e Gaetano Bertolani e i plasticatori Antonio Trentanove e i fratelli Ballanti Graziani), mentre alle pareti una serie di sei pannelli dà informazioni sintetiche sul loro operato; nella saletta successiva un video analogo mostra le vicende dell'edificio fin dalle sue origini, nel XVI secolo, all'epoca della proprietà Bianchelli, il successivo passaggio ai Medici, fino all'acquisto da parte dei Milzetti nel 1602. In seguito sono presentati i committenti della più prestigiosa età neoclassica, soprattutto Francesco Milzetti, cui si deve il grande intervento decorativo, e la moglie Giacinta Marchetti degli Angelini; vengono poi documentati i successivi proprietari Rondinini e Magnaguti, fino all'acquisizione Bolognesi e alla vendita allo Stato italiano nel 1973. Analogamente alla saletta precedente una serie di quattro pannelli offre informazioni sulle famiglie e le diverse vicende. La Direzione del Museo ha individuato un modello di cornice neoclassica in legno con profili dorati, estremamente sobria, in cui sono stati inseriti i testi, preceduti dal logo del museo. L'impressione che si ricava è di discrezione dell'intervento, che va oltre il consueto genere di apparato didattico, privilegiando l'aspetto dell'integrazione con un percorso così fortemente caratterizzato in senso neoclassico, sia per la decorazione che per gli arredi.
I contenuti si propongono quindi di chiarire tanti aspetti delle vicende del palazzo, fino alla sua musealizzazione, e questo grazie a ricerche ed approfondimenti d'archivio, collaborazioni e preziose informazioni, che risultano poi fondamentali per la comprensione sia dei proprietari, che del modo di vita e dell'utilizzo di un edificio così prestigioso, quanto anomalo. È emerso, ad esempio, che già a metà dell'Ottocento era percepito come una tappa nella visita della città, soprattutto se ne aveva la consapevolezza della caratterizzazione in senso museale; al tempo stesso si è chiarito come il committente e la moglie non lo abbiano quasi abitato, mentre i proprietari successivi hanno cercato di salvaguardarne il più possibile l'integrità, nonostante le esigenze della vita quotidiana. Viene inoltre completata l'informazione sull'arredo, grazie a foto d'archivio che mostrano le sale arredate prima di quel passaggio allo Stato italiano definito ad un costo certamente non di mercato, nella consapevolezza dell'importanza dell'acquisizione.
Questo allestimento ha perseguito il compito di definire maggiormente i successivi passaggi che hanno portato quella che è stata un'importante dimora storica a divenire un vero e proprio museo, con una vita istituzionale, aperto al pubblico e con finalità didattiche.

Speciale nuovi allestimenti museali - pag. 15 [2011 - N.41]

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