Tra sacre reliquie e museo virtuale

La nuova veste interattiva del Museo Dantesco offre coinvolgimento emotivo e valore aggiunto

Donatino Domini - Museo Dantesco di Ravenna

Il germoglio iniziale del Museo Dantesco nasce nel 1921 quando il Comitato Cittadino Ravennate, che presiedeva alle celebrazioni del sesto centenario della morte, propone di esporre al pubblico, al primo piano del convento francescano, «i cimeli danteschi» offerti al Sepolcro di Dante da esponenti di governi, enti, associazioni e da singole personalità politiche e culturali a partire dalle manifestazioni avutesi nel 1865, in occasione del centenario della nascita. Secondo gli ispiratori, l'istituzione di un museo-«repositario» di offerte votive, oltre che sottrarre preziose testimonianze documentarie alla dispersione, avrebbe influito profondamente sul perdurare del culto dantesco, divenendo fonte d'ispirazione e di venerazione per la sua opera. Il progetto, che molto doveva al gusto estetico e al giudizio scientifico di Corrado Ricci, Santi Muratori ed Ambrogio Annoni, che quell'idea originaria avevano coltivato ed alimentato, diveniva realtà l'11 settembre 1921: disposti senza particolari accorgimenti allestitivi - unica eccezione la cosiddetta Sala di Montevideo riccamente decorata ed arredata per accogliere i cimeli offerti dalla Società Dante Alighieri di quella città - gli oggetti esposti, se non aprivano la strada a nuovi ambiti di ricerca dantesca, offrivano di certo una panoramica d'insieme sull'interesse vivissimo che le celebrazioni avevano suscitato in ambito locale, nazionale ed internazionale.
Un Museo investito di significati etici ed ideologici, affollato di oggetti evocativi, che andava incontro al gusto del pubblico e che manterrà invariata anche nei decenni successivi l'originaria architettura allestitiva, attraversando senza alcun altro intervento o arricchimento, l'era fascista e il periodo bellico, fino agli anni Ottanta del XX secolo, quando l'Opera di Dante, l'istituzione che dal 1921 ne cura l'attività scientifica e gestionale, decide di procedere ad un suo riordinamento nel «rispetto dei due temi principali che l'avevano originato: la storia della Tomba e le celebrazioni del 1921».
Che si progetti e si realizzi oggi uno spazio museale rinnovato è una necessità culturale e museografica, richiesta anche dai grandi restauri che hanno interessato i luoghi in cui esso è stato ideato e formato e dove continuerà a vivere. Il recupero alla città di un complesso notevole per impianto architettonico e per una storia urbana legata interamente alla biografia dantesca impone un museo rinnovato dove il prodotto del passato, che si fonda su un gran numero di motivazioni storiche, molte delle quali sono da riconoscere ancora oggi valide, diventa coagulo di nuove sollecitazioni, di nuovi linguaggi aperti alla riflessione, alla conservazione critica e alle nuove tecnologie. Saranno proprio queste ultime che giocheranno nel nuovo allestimento un ruolo fondamentale verso la costituzione di un museo anche virtuale che rispecchierà le caratteristiche di "museo interattivo", spazio che offre informazioni, coinvolgimento emotivo e valore aggiunto all'esperienza di visita.
La grande quantità di materiale documentario utile alla conoscenza di Dante, della sua opera, del contesto storico e culturale in cui si svolse la sua biografia intellettuale, offre immense possibilità di sviluppo in tali direzioni. La digitalizzazione di materiali documentari, documenti d'archivio, libri, opere grafiche introdurranno il visitatore all'interno di percorsi conoscitivi nuovi e finora non fruibili. Si potrà percorrere la Ravenna che Dante visse ed abitò, visualizzando paesaggi, opere d'arte, documenti, ricostruzioni visive didatticamente utili a una conoscenza emotivamente vissuta e, al contempo, scientificamente fondata. Ma Dante è anche l'immagine che gli studiosi e gli artisti hanno creato nel tempo, dalla pittura al cinema, consolidandone la popolare fortuna. Tutto ciò i visitatori troveranno nel Museo Dantesco nuovamente allestito e nel Centro didattico-informativo ad esso collegato.

Speciale nuovi allestimenti museali - pag. 13 [2011 - N.41]

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