Restauri a corte

Il Mar partecipa alle celebrazioni dell'unità nazionale con un progetto di restauro relativo a tre opere raffiguranti re Vittorio Emanuele II e re Umberto I

Nadia Ceroni - Curatore del MAR di Ravenna

Le due tele che ritraggono il Re Galantuomo furono dipinte da Andrea Besteghi, pittore bolognese (1817-1869) che occupò la cattedra di pittura nell'Accademia di Belle Arti di Ravenna nel 1858, assumendone poi la direzione dal 1864 al 1869. Tra i numerosi quadri ad olio, in particolare ritratti - realizzati dal Besteghi e citati negli Atti dell'Accademia - vale la pena di ricordare quelli a figura intera della contessa Geltrude Monsignani Sassatelli (1861) e del marito, conte Ferdinando Rasponi (1862) ritratto in divisa della Guardia Nazionale, a testimonianza del suo impegno per la causa risorgimentale: due opere acquisite dalla Provincia di Ravenna, oggi esposte nel corridoio della presidenza.

Il ritratto di Umberto I si deve invece alla mano di Arturo Moradei (Firenze 1840 - Ravenna 1901) che, chiamato a Ravenna nel 1870 a insegnare pittura nella locale Accademia, ebbe per allievi i maggiori artisti ravennati dell'ultimo Ottocento. L'artista è presente anche nella collezione moderna della Pinacoteca con numerosi quadri che raffigurano brani di vita romagnola e personaggi del contado ravennate.

Conservate sino ad oggi nei depositi del museo, queste tre tele ad olio, di grandi dimensioni, sono state inserite nel Piano museale 2010, che prevede la richiesta di finanziamenti regionali destinati al loro restauro e il successivo deposito al Museo del Risorgimento di Ravenna, quale contributo permanente del Mar alla raccolta, all'esposizione e alla valorizzazione delle testimonianze storiche, dei cimeli e degli oggetti d'arte dall'epoca pre-unitaria alla prima guerra mondiale, ai quali è stata assegnata la giusta dimensione museografica.

La Loggetta Lombardesca, inserita nei "Percorsi Risorgimentali Ravennati" - volume pubblicato nel 2007 dall'editore Longo per la cura di Antonio Patuelli e Beppe Rossi - conserva altre opere che rimandano all'epoca risorgimentale. Si tratta in particolare di alcuni busti in marmo raffiguranti personaggi ottocenteschi (Alfredo Baccarini, Ippolito Rasponi, Lorenzo Ginanni Corradini, Carlo Arrigoni) e cardinali (Alessandro Malvasia, Agostino Rivarola, Luigi Amat, Lavinio de' Medici Spada) eseguiti dagli scultori Ferdinando Martelli Sarti, Enrico Pazzi, Gaetano Monti, Cincinnato Baruzzi, Ignazio Sarti, per i quali sono in corso lavori destinati a darne adeguata esposizione e valorizzazione.

Si segnalano inoltre i pastelli di Vittorio Guaccimanni (Avamposto a cavallo con effetto di neve, Due soldati a cavallo, Soldati a cavallo in manovra) e le incisioni raffiguranti il Capanno di Garibaldi.

Nella collezione moderna trova posto un Ritratto di Romano Pratelli, in divisa garibaldina, eseguito da Carlo Ademollo (1824-1911), artista fiorentino, volontario nel 1859 e 1866, autore di numerosi episodi storici tra cui La breccia di Porta Pia e L'incontro di Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano.

Altre opere di interesse risorgimentale, ma non rintracciabili, sono elencate nell'Indice degli Atti dell'Accademia. Tra queste, alla voce Vittorio Emanuele II, si citano: Ritratto a penna eseguito dal conte Santo Matteucci di Forlì, Gruppo in plastica fatto dal prof. Ferdinando Sarti e Ritratto inciso in rame da A. Lauro di Torino su disegno di Masutti (1860); "La Torre Sabauda", progetto di monumento in Roma ideato dal prof. Raffaele Dalpino (1882).


Speciale 150° Anniversario dell'Unità d'Italia - pag. 16 [2011 - N.40]

[indietro]