Anna Rosa Gentilini

In ricordo della direttrice della Biblioteca Manfrediana di Faenza

Maria Gioia Tavoni - Docente di Bibliografia e Storia del libro - Università di Bologna

Stento ancora, e non poco, a rendermi conto che Anna Rosa Gentilini, amica di lunga data e direttrice della Biblioteca Comunale di Faenza, non è più. Ci ha lasciato improvvisamente nella notte fra il 21 e il 22 giugno, accomiatandosi in silenzio e, direi quasi, con quella discrezione che ben connotava la sua temprata personalità.

Nel ripercorrere con il pensiero un'amicizia e un rapporto professionale risalenti al lontano 1974, emerge in tutto il suo spessore il grande ruolo ricoperto da Anna nella vita culturale faentina durante questo lungo periodo. In primo luogo nella funzione di direttore della Biblioteca Comunale, che, nel corso degli anni, intese sempre più come servizio all'intera comunità cittadina. Quando, nel 1983, assunse tale incarico la Biblioteca faentina era da poco entrata in una fase di profondo rinnovamento, in cui venivano recepite le richieste di una maggiore e più diversificata offerta culturale provenienti da una società il cui livello di istruzione si era notevolmente innalzato. Anna seppe ben interpretare tali istanze, movendosi simultaneamente in diversi ambiti. Proseguì la fase progettuale ed avviò quella esecutiva dei lavori di ristrutturazione dell'edificio, promosse l'apertura di nuovi servizi in grado di intercettare le mutate esigenze della società, sperimentò l'avvio dell'informatizzazione, incrementò il patrimonio mediante nuove acquisizioni, curò con maggiore attenzione la redazione del bollettino della Biblioteca che si iniziò a chiamare «Manfrediana», stimolò una feconda attività editoriale, unitamente alla realizzazione di mostre e convegni sul patrimonio culturale cittadino, fino alle più recenti "sfide" poste dalla globalità dell'informazione, dall'integrazione nella società multietnica e dal progetto di una grande biblioteca, in cui potere collocare tutto il patrimonio e svolgere più degnamente i servizi offerti dall'istituto.

Andando a Faenza per lavoro nei giorni estivi, accolta a porte chiuse dai suoi più stretti collaboratori che ancora attoniti ne custodiscono le ultime memorie, ho provato una sensazione di forte impatto emotivo: la direzione era chiusa, Anna non si aggirava più fra le sale della biblioteca recando aiuto e soccorso agli studiosi che attingevano ai suoi vasti saperi. Ma quello che mi ha più colpito non è solo il vuoto lasciato dalla sua esile persona nei cui occhi brillava l'ardore di chi animato da profonda intelligenza mette le sue conoscenze a servizio di coloro che vi ricorrono, ma la consapevolezza della mortificazione cui andranno incontro gli studi faentini privati della sua profonda dedizione.

Anna ha abbracciato vari campi di ricerca e altri ancora aveva in animo di abbracciare. Parlando ripetutamente con lei, soprattutto negli ultimi mesi, ero venuta a conoscenza dei tanti progetti di studi che ancora l'animavano. Guardava alla pensione ormai prossima con occhio sereno e programmando di continuare a occuparsi della biblioteca creando un sodalizio di Amici della Biblioteca nel quale avrebbe sicuramente avuto ancora una parte di rilievo. Ma soprattutto pensava con passione alle sue prossime ricerche. Voleva terminare gli studi sugli Archi, tipografi faentini del Settecento che già aveva trattato con profonda acribìa dedicandosi in particolare alle loro edizioni illustrate; vagheggiava una storia nuova di Faenza dove il filo conduttore fossero le istituzioni. Non è un caso che la sua storia della biblioteca di Faenza fosse anch'essa ispirata a modernità di impianto: non una successione di dati ma la fisionomia della sua Grande Biblioteca attraverso i fondi costitutivi che la contraddistinguono; pari novità pertanto avrebbe destinato alla rievocazione della amata sua città i cui fili si snodano attraverso alcune personali pubblicazioni anche in collaborazione con il marito Anselmo Cassani. Che ne sarà di questi progetti? Chi raccoglierà la sua eredità?


Personaggi - pag. 8 [2010 - N.39]

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