Investire per un futuro migliore

Quattro modalità di azione suggerite dal Presidente di Icom per affrontare la crisi con responsabilità e lungimiranza

Alberto Garlandini - Presidente di Icom Italia

Siamo stati facili profeti quando un anno fa abbiamo deciso di mettere a tema della V Conferenza nazionale dei musei "I musei al tempo della crisi". La crisi globale più grave dagli Anni Trenta sta ora colpendo drammaticamente anche il mondo della cultura e dei musei. Ci aspettano mesi e anni di difficilissima gestione. Dobbiamo batterci con forza affinché le risorse destinate alla cultura e al patrimonio culturale siano considerate ciò che effettivamente sono, investimenti per un futuro migliore. Ma siamo consapevoli che i tagli alla spesa pubblica avranno in tutt'Europa drammatiche conseguenze anche nel mondo della cultura. I nostri istituti affrontano difficoltà strutturali di bilancio e si intravede il rischio che alcuni di essi non riescano a sopravvivere alla recessione. La riduzione della spesa pubblica è in atto da anni, ma sta ora assumendo quantità e qualità inedite. Dal punto di vista quantitativo, essa si abbatte in particolare sulla cosiddetta spesa non obbligatoria e differibile, come purtroppo è considerata anche quella culturale. Ma la spesa pubblica cambia anche qualitativamente: si pensi al Fondo Sociale Europeo, volano di formazione e riqualificazione e ora in gran parte usato, comprensibilmente, come sostegno a quanti disgraziatamente perdono il lavoro. Che fare?

Se qualcuno aveva giudicato un po'astratto il tema della nostra conferenza del 2009, ora si ricrederà. Avevamo anticipato i tempi, e nei documenti e nella discussione dello scorso novembre possiamo trovare spunti e idee per affrontare la situazione con responsabilità e lungimiranza. Le modalità d'azione pertanto sono così riassumibili:

1. Occorre un coraggioso patto con gli amministratori pubblici e privati affinché al nostro rinnovato impegno per una gestione efficace, trasparente e competente, corrisponda un impegno condiviso per la difesa del capitale umano dei nostri musei. Abbiamo detto e ribadito che un museo senza direzione e senza personale è un museo morto, impossibilitato a contribuire alla vita e alla crescita della comunità. Ciò è ancora più vero in tempo di crisi: i professionisti e i volontari sono un tesoro che non possiamo permetterci di disperdere. Sono le intelligenze che anche con scarse risorse permettono al museo di proseguire le attività pubbliche e di costruire le basi per un sano rilancio al momento della ripresa economica.

2. Occorre concentrare le scarse risorse sugli istituti culturali permanenti e sulle loro primarie attività a sostegno delle comunità e dello sviluppo locali. Non è più tempo per iniziative improvvisate, effimere, senza impatti duraturi, né culturali né economici.

3. Occorre superare ogni illusione di fare da soli e promuovere la massima cooperazione tra le persone, gli istituti, gli enti. Bisogna aumentare la capacità di agire in rete, di promuovere sistemi locali territoriali e virtuali; bisogna con coraggio gestire in forma associata non solo singoli progetti, ma servizi strategici e studiare l'integrazione amministrativa di istituti storicamente autonomi.

4. Occorre rendere più concreta la sussidiarietà e favorire al massimo la partecipazione volontaria e disinteressata dei cittadini e delle comunità, la sinergia tra azione pubblica e azione privata: solo esse possono garantire nel tempo la sostenibilità dei musei e della gestione del patrimonio culturale. Spetta alle amministrazioni pubbliche sostenere con ogni mezzo questa partecipazione, che è un vero investimento per il futuro.

Gestire i musei è sempre stato un mestiere difficile, oggi al tempo della crisi è diventato un compito ancor più delicato. Non è questo il tempo per lo scoramento o la lamentazione. È al contrario il tempo per la responsabilità, la competenza e il rigore della condotta professionale. Per questo abbiamo deciso di mettere al centro della VI Conferenza Nazionale il codice etico di ICOM e il modo in cui ci aiuta a costruire una nuova sostenibilità dei musei e del patrimonio culturale.

Infine, non sottovalutiamo l'importanza dell'associazionismo professionale. ICOM e le altre associazioni dei musei e del patrimonio culturale sono un bene ancor più prezioso nei momenti di difficoltà. Ci aiutano a scambiare idee e buone pratiche, a costruire relazioni e integrazioni, a imparare l'uno dall'altro. Ci aiutano a sentirci meno soli e più parte di un grande progetto di ripresa del nostro paese. Non è poco di questi tempi.


La pagina di ICOM Italia - pag. 6 [2010 - N.39]

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