Faenza: il fascino discreto del neoclassicismo

Da nove anni palazzo Milzetti non è più solo un edificio di proprietà statale, ma è divenuto Museo Nazionale dell'Età Neoclassica in Romagna

Anna Colombi Ferretti - Direttrice del Museo Nazionale dell'Età Neoclassica in Romagna di Faenza

Acquistato nel 1974 dallo Stato Italiano, palazzo Milzetti (nel quale e per il quale è stata spesa una trentina d'anni di lavoro da parte di varie istituzioni e persone), fin dall'inizio ha avuto la sua destinazione d'uso come museo. Nessun altro edificio costituisce espressione così alta e così organica di come l'architettura neoclassica possa integrarsi con un ricco apparato decorativo e un elegantissimo arredo: né in Romagna, né altrove. Si tratta di un caso felice, sia per la capacità di rispecchiare unitariamente un momento culturale particolarmente alto, sia per l'integrità che ancora conserva.
L'edificio è a Faenza, e non poteva essere altrove, perché questa città fu una vera capitale del gusto neoclassico (non mancano altre testimonianze, nei suoi palazzi e nelle chiese, della vitalità di questo momento). Gli artisti che incontriamo qui, li troviamo anche a Roma e in altri centri dello stato della Chiesa, e in qualche caso anche in giro fuori d'Italia. Parliamo soprattutto dei due architetti a cui si deve palazzo Milzetti, Giuseppe Pistocchi e Giovanni Antonio Antolini e del pittore Felice Giani. Ma ve ne sono altri la cui fama è andata meno lontano: i plasticatori Antonio Trentanove e i fratelli faentini Ballanti Graziani, chissà perché, dal momento che i loro rilievi in stucco sono degni di figurare in qualsiasi reggia d'Europa. In pochi altri luoghi l'incontro di questa nuova tendenza del gusto con il clima culturale già radicato in un luogo fu più felice che qui.
Dal momento del suo passaggio alla proprietà allo Stato, la possibilità di aprire al pubblico questo palazzo ha incontrato un percorso molto accidentato. La mostra neoclassica del 1979 fu tuttavia come un lampo rivelatore: quando per la prima volta si videro gli spazi interni, così splendenti di decorazioni, di questo vero edificio-scrigno, dove la luminosità e la grazia elegante si scoprono solo entrandovi, non rimasero dubbi che valesse la pena di rimboccarsi le maniche per questo traguardo. E venne intrapresa una immensa quantità di lavoro invisibile (restauri, adeguamenti, impianti, spazi lavorativi, e altro ancora). Altre manifestazioni nel frattempo hanno avuto luogo in palazzo Milzetti, ormai in numero notevole, e la fama di questo meraviglioso palazzo ha abbondantemente varcato i confini almeno della nostra regione. E ora vuole avviarsi molto più lontano.
Ma quante volte è cambiato il vento della politica culturale, in un lasso di tempo non lunghissimo? La maggiore novità introdotta dal MiBAC, nel corso degli ultimi anni, riguarda la promozione e la valorizzazione del patrimonio artistico. Non si tratta di un semplice invito, ma di un nuovo indirizzo da imprimere all'azione amministrativa, sorretto da un apparato legislativo anch'esso rinnovato.
Gli aspetti incentivati sono quelli della dinamicità e della condivisione: i beni culturali non vanno solo conservati, ma si debbono creare strumenti capaci di attrarre un pubblico quanto più possibile vasto. È utilissimo rileggere, sul nuovo significato che vuole acquisire la presenza statale, la pagina di Carla di Francesco: Interloquire col territorio, sul n. 37 di questa rivista (marzo 2010). È una prospettiva di lavoro in comune quella che consentirà di mettere a punto questi nuovi strumenti: di comunicazione, di facilitazione, di proposte culturali sostanziate da veri contenuti conoscitivi. E lo scopo - quello per cui acquista senso affrontare anche quelle affliggenti complicazioni di gestione che attendono di essere meglio districate - non va mai perduto di vista: mettere in evidenza la capacità educativa delle istituzioni culturali.
Queste sono le riflessioni che fanno da sfondo alla possibilità, che oggi trova il suo compimento, di dare ingresso anche ai musei dello Stato nel Sistema Museale Provinciale di Ravenna. Le complicazioni vertevano tutte sul "come", perché le forme di gestione dello Stato hanno punti di sostanziale diversità da quelle degli Enti locali. La Soprintendenza per il Patrimonio Storico-Artistico di Bologna è ben lieta che Palazzo Milzetti entri nel novero delle altre istituzioni che già fanno parte del ricco e bene organizzato Sistema ravennate, pronto a dare il suo contributo in dialogo con tutti, con la volontà di dare soprattutto più intensa sottolineatura alla sua collocazione in un preciso contesto storico-geografico.

Speciale Rinnovo Sistema Museale - pag. 11 [2010 - N.38]

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