Luigi Zauli Naldi

Il generoso contributo offerto alla città di Faenza dal conte Luigi grazie alla sua grandezza intellettuale e al suo mecenatismo

Marcella Vitali - Presidente della Sezione "Italia Nostra" di Faenza

A quarantacinque anni dalla scomparsa, il ricordo del conte Luigi Zauli Naldi nella sua città è ben vivo e presente grazie all'eredità tangibile del suo amore per la cultura e del suo mecenatismo, coerente alla sua alta coscienza civica.
Appartenente ad una delle famiglie più antiche del patriziato faentino, fino dalla giovinezza si segnalava per l'interesse ai problemi artistici della città, dando generosamente il contributo della sua profonda cultura e sensibilità, distinguendosi per saggezza e moderazione. Mostrò tuttavia un temperamento battagliero nella vigilanza quotidiana per la difesa del patrimonio storico e artistico, tanto da promuovere la costituzione di una Sezione di "Italia Nostra" a Faenza; ma al tempo stesso offrì collaborazione e competenze accettando di far parte di Commissioni comunali e di Consigli Direttivi di vari Enti ed Associazioni.
Spirito critico, dotato di grande apertura culturale, i suoi interessi spaziavano dalle arti figurative alla ceramica, alla musica e alla cultura in genere, animato da curiosità e vivaci interessi. Dal 1919 al 1925 fu Conservatore della Pinacoteca, dedicandosi al suo riordino; al tempo stesso si segnalava per la costante collaborazione alla Biblioteca Comunale e a Gaetano Ballardini nella grandiosa opera della realizzazione del Museo delle Ceramiche, appoggiandolo anche nel dopoguerra nella difficile opera della ricostruzione.
All'attività e agli incarichi pubblici affiancò studi e ricerche soprattutto nell'ambito della pittura, si pensi ai contributi sulla natura morta (Carlo Magini, Nicola Levoli, Arcangelo Resani), ai saggi pubblicati su "Paragone", "Valbona", alle voci sul "Dizionario Biografico degli Italiani", infine agli articoli fondamentali sulla ceramica pubblicati fin dal 1924 su "Faenza".
Ma la grandezza intellettuale e morale del Conte Gigino, fine e appassionato collezionista, si è mostrata soprattutto con la destinazione alla città di una selezione di opere per la Pinacoteca; la biblioteca e gli archivi di famiglia per la Biblioteca Comunale; i libri di argomento artistico e il sostanzioso nucleo di ben 337 pezzi al Museo Internazionale delle Ceramiche.
In particolare la Pinacoteca Comunale di Faenza ebbe in dono 56 dipinti di varie epoche, dai moderni (Fattori, Abbati, Morandi, De Pisis) alle testimonianze dell'Ottocento faentino, oltre allo scelto gruppo di nature morte sei-settecentesche e due preziose tavolette di ambito tardogotico. Invece nella Biblioteca confluirono le raccolte bibliografiche e archivistiche della Famiglia Naldi e la biblioteca di famiglia di circa 7000 volumi, il cui fondo iniziale risale al Seicento ma che contiene anche incunaboli e cinquecentine, la raccolta faentina (alcune migliaia tra volumi e opuscoli rari), la biblioteca di letteratura italiana e straniera del fratello conte Dionigi, e il prezioso Archivio di famiglia con carte e notizie sia dei Naldi che di altre famiglie faentine.
Infine, alle molte ceramiche donate negli oltre vent'anni di Presidenza del Consiglio Residente del Museo Internazionale delle Ceramiche, con il lascito si aggiunsero numerose testimonianze di stile compendiario per il quale il conte Zauli Naldi aveva una particolare predilezione, oppure quegli esemplari di altri centri ceramici che mostrano l'influenza della maiolica di Faenza; a questo nucleo si aggiungeva un gruppo di maioliche settecentesche provenienti anche dalle raccolte del fratello e una serie di altri pezzi dall'arcaico al XX secolo.
Donazioni, tutte, che rappresentano la continuazione e il completamento ideale della collaborazione offerta generosamente in vita agli Istituti culturali faentini dal conte Luigi.

Personaggi - pag. 8 [2010 - N.38]

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