Quale cooperazione? Quale sviluppo?

A Ravenna il Corso di Laurea Magistrale in "Cooperazione Internazionale, tutela dei diritti umani e dei beni etno-culturali nel Mediterraneo e in Eurasia"

Gustavo Gozzi / Annalisa Furia - Presidente del Corso di Laurea Magistrale / Docente del Corso di Laurea Magistrale

Gli intenti e i principi ispiratori della Cooperazione Italiana allo Sviluppo si sono progressivamente definiti e consolidati negli anni. Inizialmente concretizzatisi in una serie di interventi di assistenza tecnica ed economica attuati episodicamente a partire dagli anni '50-'60 in alcuni paesi legati all'Italia da precedenti vincoli coloniali, successivamente le politiche internazionali di aiuto sono state regolate in modo sempre più sistematico, con la Legge n. 38/1979 e poi con l'approvazione della Legge n. 49/1987, che ha riordinato la normativa di settore e ha istituito la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) del Ministero degli Affari Esteri.
In Italia, come nella maggior parte dei paesi cosiddetti "sviluppati", le spese pubbliche rivolte a attivare aiuti e assistenze, nonché le strutture amministrative attivate per gestirle, si sono moltiplicate negli ultimi sessant'anni, così come sempre più attenzione è stata dedicata da parte degli studiosi di diversi ambiti disciplinari (giuridico, economico, politologico, sociale, antropologico) allo studio dei meccanismi di funzionamento, dei modelli e dei principi ispiratori, delle linee guida, dei criteri regolativi e organizzativi nonché della reale efficacia in termini di espansione e di tutela dei diritti degli individui e di risposta ai loro bisogni delle politiche di cooperazione allo sviluppo.
All'intento di fornire strumenti e criteri per l'analisi e la discussione critica dei concetti e delle concezioni, dei modelli e dei criteri fondanti le politiche di cooperazione internazionale, sempre più componenti essenziali della politica estera degli Stati, intende rispondere il Corso di Laurea Magistrale in "Cooperazione Internazionale, tutela dei diritti umani e dei beni etno-culturali nel Mediterraneo e in Eurasia" attivato nell'ambito della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna.
Il Corso intende fornire le competenze idonee a sviluppare, gestire e valutare i programmi di cooperazione allo sviluppo, i progetti civili correlati alle missioni di pace, i programmi per la salvaguardia dell'identità culturale dei gruppi di minoranza, per il rafforzamento delle istituzioni democratiche, la tutela dei diritti umani e la conservazione dei beni culturali in contesti multiculturali e particolarmente complessi. Questa Laurea Magistrale offre insegnamenti di diritto e di economia, di etno-antropologia, di storia e di politologia, con particolare riferimento allo "sviluppo umano", ai diritti umani, agli studi di genere, all'immigrazione, all'economia dello sviluppo e alla tutela dei beni culturali e volge particolare attenzione allo studio delle relazioni economiche, sociali e culturali tra l'Unione Europea e il Mediterraneo, i paesi dell'America Latina, dell'Europa Orientale e dell'area geopolitica eurasiatica. Altri due aspetti caratterizzano il Corso: da una parte, la conoscenza delle lingue straniere, sia attraverso lo studio delle lingue europee, sia attraverso il possibile apprendimento della lingua araba o russa. Dall'altra, la possibilità di acquisire competenze più direttamente operative grazie alla presenza nell'ambito del Corso di responsabili di ONG e di funzionari del MAE e alla possibilità di compiere stage e tirocini formativi in Italia e all'estero, presso organismi internazionali e nazionali, ONG, istituti di ricerca, imprese pubbliche e private, enti e istituzioni locali.
Che si tratti di progetti di cooperazione decentrata, di progetti internazionali volti alla tutela dei diritti di categorie di individui particolarmente vulnerabili, di progetti di cooperazione per la tutela del patrimonio culturale, la vera sfida di chi opera in ambito della cooperazione internazionale è infatti rappresentata dalla complessità, dalla molteplicità dei contesti, delle dimensioni e delle prospettive che è necessario tenere presente nella definizione e nell'attuazione delle politiche e dei progetti di cooperazione; dalla capacità, dal possesso degli strumenti e dall'attitudine a porsi domande più che dalla sterile sicurezza di conoscere le risposte più adatte a ciascun contesto.

La pagina della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna - pag. 6 [2010 - N.38]

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