Italia Novecento

Apre una nuova sezione permanente al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza

Franco Bertoni - Curatore delle Collezioni Moderne e Contemporanee del MIC di Faenza

Dal 13 marzo 2010 il percorso permanente del MIC si è arricchito di opere con l'inaugurazione di una nuova sezione. La Sezione Italia Novecento, vasta circa 2000 metri quadrati, ospita oltre 900 ceramiche d'arte: una selezione operata nelle raccolte del Museo, che - solo relativamente al secolo scorso - possono vantare oltre 10.000 opere.
L'Italia e Faenza - inglobata in questa sezione - hanno significato molto per la storia della ceramica moderna e contemporanea e in questa sezione sarà possibile avere una visione di ampio spettro di quanto realizzato da ceramisti e da artisti: dagli splendori Art Nouveau fino alle perfezioni esecutive di Bertozzi & Casoni e di Luigi Ontani degli anni Duemila. Una novità è costituita dalla presenza di opere pittoriche e scultoree relativamente a quegli artisti che, pur dedicandosi alla ceramica, hanno raggiunto riconoscibilità e affermazione con altri mezzi espressivi. Un modo per sottolineare quei rapporti e relazioni che la ceramica ha tessuto con i più generali movimenti dell'arte tout court e in cui è oggi, finalmente, inserita a pieno titolo.
La ceramica italiana del XX secolo può vantare un primato nel contesto mondiale coevo per la quantità delle espressioni e per i livelli qualitativi raggiunti da artisti della ceramica, manifatture, botteghe e fornaci artigianali. Ciò che è avvenuto in campo ceramico in Italia è registrabile solo in minima parte in altre aree geografiche, dove la pur alta qualità è legata essenzialmente al nome di una manifattura, a un geniale artista o ad aree o periodi circoscritti. In Italia si è assistito, al contrario, a un proliferare di artisti, industrie e botteghe che, lungo tutto l'arco del secolo, hanno avanzato una tale quantità di proposte espressive che attende ancora chiara registrazione e piena valutazione. Tutto il territorio nazionale, con centri, spesso, nelle città di più antica tradizione ceramica, è stato disseminato da produzioni dalla vita più o meno lunga ma sempre di alto livello e attente alle tendenze emergenti e agli sviluppi culturali e artistici del periodo. Va detto, inoltre, che le più alte espressioni di alcuni momenti della storia dell'arte italiana (l'Art Nouveau, il Futurismo, il Déco e l'Informale ad esempio), grazie ai contributi di pittori, scultori, architetti e artisti della ceramica, sono rinvenibili proprio in questo settore artistico. Una forma espressiva che, grazie a figure come Leoncillo, Lucio Fontana, Salvatore Fancello, Arturo Martini, Agenore Fabbri e Nanni Valentini, è riuscita a superare un ambito di 'arte minore' o 'decorativa' in cui era tradizionalmente relegata per conquistare, finalmente, un ruolo di pari dignità con le altre arti.
Nel XX secolo si sono dedicati alla ceramica artisti come Galileo Chini, Alfredo Biagini e Angelo Biancini fino a Giosetta Fioroni, Ugo Nespolo e Giacinto Cerone; architetti come Gio Ponti e Guido Andlovitz fino a Ettore Sottsass; pittori come Aligi Sassu e Tono Zancanaro fino a Enrico Baj; scultori come Fausto Melotti e Alberto Burri. Accanto a questi protagonisti si è sviluppata una miriade di contributi che insiste in prestigiose manifatture quali Richard Ginori, Società Ceramica Italiana, Rometti, ILCA, SPICA e tante altre, in centri di antica tradizione ceramica quali Albissola o Vietri sul Mare, in solitarie figure quali Rodolfo Ceccaroni o in autorevoli interpreti di un materiale quali Guido Gambone, Marcello Fantoni, Alessio Tasca, Pompeo Pianezzola.
Dopo la crisi di fine Ottocento anche Faenza recepisce gli stimoli dell'Art Nouveau con le nuove produzioni delle Fabbriche Riunite di Ceramiche e Fabbrica dei Fratelli Minardi con Domenico Baccarini e Achille Calzi. Soprattutto nel periodo tra le due guerre - fondato il MIC e aperto il Regio Istituto per la Ceramica per volontà di Gaetano Ballardini - si assiste a un rifiorire di botteghe e di una attività artistica che è, ben presto, oggetto dell'attenzione nazionale. Pietro Melandri, Francesco Nonni, Riccardo Gatti, Mario Ortolani, Mario Morelli, Anselmo Bucci e Domenico Rambelli sono solo alcuni dei protagonisti di questa felice stagione. Nell'immediato dopoguerra è soprattutto Angelo Biancini a esprimere un magistero scultoreo che troverà ulteriori esiti in Carlo Zauli. Alfonso Leoni, introduce grandi elementi di novità e di rottura mentre il riferimento alla storia di Gianna Boschi verrà recepita negli anni Ottanta da una nuova generazione di artisti quali Aldo Rontini, Nedo Merendi e Alberto Mingotti.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 18 [2010 - N.37]

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