Interloquire col territorio

Le numerose competenze delle Direzioni Regionali recentemente costituite dal MiBAC

Carla di Francesco - Direttore Generale per i Beni culturali e paesaggistici Regionale dell'Emilia Romagna

Dal 2001 il Ministero per i beni e le attività culturali è stato interessato da un rapido susseguirsi di riforme che lo rendono oggi sostanzialmente diverso dalla storica "direzione generale antichità e belle arti", le cui competenze, sottratte nel 1975 al Ministero della Pubblica Istruzione, confluirono nel nuovo Ministero per i beni Culturali e Ambientali voluto da Giovanni Spadolini.
Il nuovo assetto del MiBAC fa capo alla più generale riforma della pubblica Amministrazione degli anni '90 del Novecento, complesso legislativo che ridisegna la ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, a favore del decentramento delle funzioni statali. In questa ottica, il MiBAC ha costituito nuovi Uffici di valenza regionale, aggiungendoli a quelli da sempre presenti sul territorio, cioè Soprintendenze, Archivi di Stato e Biblioteche statali: dopo un primo triennio che potremmo definire di sperimentazione in cui alle neo-istituite Soprintendenze Regionali erano affidati compiti alquanto generici di coordinamento, nel 2004 è entrata in vigore la riforma che ha istituito le Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici, i cui compiti sono esplicitati dal DPR 233/2007, come modificato dal DPR 91/2009. Secondo la formulazione dell'art. 17, "coordinano l'attività delle strutture periferiche del Ministero... presenti nel territorio regionale; queste ultime... costituiscono articolazione delle Direzioni regionali"; si tratta, quindi, di Direzioni Generali territoriali del Ministero a cui fanno capo Soprintendenze, Archivi di Stato, Biblioteche Statali.
In primo luogo esse "curano i rapporti del Ministero e delle strutture periferiche con le regioni, gli enti locali, e le altre Istituzioni presenti nella regione", cioè sono i primi interlocutori del territorio, e in questa veste costruiscono insieme agli attori istituzionali strategie di tutela, valorizzazione e fruizione che mirano ad integrare le azioni delle strutture statali con quelle degli enti locali; attuano, cioè, una visione della presenza statale non separata e ristretta nelle esclusive competenze di tutela, ma di attiva proposta e partecipazione alle politiche culturali del territorio. Protocolli d'intesa e accordi sono lo strumento amministrativo principale di questo nuovo modo di lavorare insieme, nel quale le Soprintendenze e la Direzione per il MiBAC, e gli enti locali e altri soggetti istituzionali istituiscono un confronto periodico per portare a soluzione progetti strategici di largo respiro, o la valorizzazione di musei e siti archeologici, o la realizzazione di interventi di restauro, o, comunque, i temi che vengano ritenuti di interesse tale da richiedere un percorso di questo tipo. Per la periferia del MiBAC è in questa funzione la vera novità della riforma, che vede la Direzione Regionale responsabile anche della programmazione e della "stazione appaltante", ovvero dell'individuazione e attuazione dei lavori di restauro sui beni culturali definiti assieme alle Soprintendenze, e finanziati dal Ministero; e, ancora, responsabile dell'erogazione dei contributi economici ai lavori di restauro e conservazione attuati da privati ed enti sui beni culturali tutelati di loro proprietà.
Alcune delle competenze della Direzione Regionale erano a suo tempo svolte dalle Direzioni centrali, come quelle relative alle dichiarazioni di tutela (i vincoli) ai sensi degli articoli 10, 12, 13 del Codice Urbani o alla autorizzazione delle alienazioni dei beni di proprietà pubblica: oggi il processo che inizia con la proposta di tutela da parte delle Soprintendenze (cd avvio del procedimento) per i beni di proprietà privata, o con l'immissione delle schede edificio nel sistema informatico del Ministero per gli Enti pubblici, viene concluso con un decreto di dichiarazione di interesse dalla Direzione Regionale; e non c'è dubbio che, unito alle competenze sulle alienazioni dei beni pubblici, questa nuova organizzazione permette di gestire l'enorme crescita delle richieste molto meglio che nel passato e nei tempi stabiliti dal regolamento.
Numerose le competenze di tipo puntuale delle Direzioni Regionali, tra cui quelle relative all'espressione dei pareri su progetti di carattere intersettoriale (i casi, per esempio, dei progetti spesso complessi che vedono insieme nella tutela beni architettonici e beni archeologici, come i parcheggi sotterranei), un tempo frammentati tra le Soprintendenze ciascuna per la propria parte di competenza.

Contributi e riflessioni - pag. 16 [2010 - N.37]

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