Un sistema museale di qualità

Gabriele Gardini

In questi anni la Provincia di Ravenna ha incrementato le azioni per la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il consolidamento e lo sviluppo del coordinamento e delle attività nell'ambito del Sistema Museale Provinciale, con particolare riferimento agli strumenti propri necessari per corrispondere a una serie articolata di standard e requisiti.
Sono 10 i musei del nostro territorio - tutti aderenti alla rete ravennate e di cui si dà conto nella pagina successiva - che possono fregiarsi per il triennio 2010-2012 del riconoscimento di "Musei di Qualità" rilasciato a 109 musei regionali dall'Istituto per i Beni Culturali. Questi musei hanno dimostrato di essere in possesso degli standard legati alla qualità dei servizi al pubblico, alla cura e valorizzazione delle raccolte, alla corretta gestione finanziaria, alla razionale organizzazione interna in grado di tradursi in risposte di alto profilo qualitativo rispetto alle sollecitazioni e alle aspettative del pubblico. Un marchio, il profilo di una testa antica segnata da nove fori che compongono una Q, li contraddistinguerà per tre anni durante i quali la Regione, nel ripartire gli investimenti triennali previsti dalla L.R. 18/2000, terrà prioritariamente conto di tali eccellenze. È un risultato importante che premia lo sforzo dei musei e delle relative amministrazioni nel miglioramento qualitativo dell'offerta museale e che ha visto la Provincia supportare attivamente, dal punto di vista finanziario e della valorizzazione, il raggiungimento di tale fondamentale traguardo.
In coincidenza con lo Speciale che illustra il notevole patrimonio grafico antico e contemporaneo custodito negli istituti culturali della nostra provincia, dedichiamo la copertina a un'opera di Giuseppe Maestri, per ricordarne la figura di fine incisore e artista che ha dato un pregevole e significativo contributo alla cultura di Ravenna. Egli è stato soprattutto un pioniere, aiutando la città ad aprirsi al panorama artistico nazionale attraverso la sua "Bottega". Oltre a essere un organizzatore di eventi, era un grande artista: fantastica l'esecuzione delle incisioni con la tecnica della ceramolle acquatinta, per una Ravenna sognata, in cui gli elementi onirici e simbolici vengono collegati in modo mirabile agli elementi architettonici delle basiliche bizantine e dei palazzi degli antichi imperatori barbarici. D'altra parte come non ricordarlo per la sua umanità e quale grande affabulatore col suo inconfondibile sorriso, mentre continuando a lavorare al torchio discorreva sulle tante vicende degli artisti della Bottega e sui segreti delle tecniche incisorie.
Continua l'attività di ricerca del Mar di Ravenna, che in collaborazione con l'Ashmolean Museum di Oxford ha organizzato, per la prima volta in Italia, una grande mostra sui Preraffaelliti, il movimento artistico innovatore che a metà dell'Ottocento si schierò contro l'accademismo a favore di un'arte che essi dichiaravano di trarre dai pittori italiani precedenti a Raffaello. Come non rilevare la continuità di questa mostra con quella precedente su L'artista viaggiatore, nel quale il tema del viaggio era collegato alla ricerca delle fonti della cultura e dell'arte: l'Antico e i monumenti e i paesaggi d'Italia, immaginati e considerati come un'unità spirituale cui guardare, come traguardo da raggiungere e conoscere, come fonte da cui attingere. Il viaggio in Italia era desiderio di conoscenza di un'avanguardia che scopriva e disseppelliva le rovine per poterle studiare ponendo più interrogativi che risposte: inizio di una modernità che conciliava la diversità nell'unità, non per un ritorno immobile all'antichità, ma per una innovativa rielaborazione.

Editoriale - pag. 3 [2010 - N.37]

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