La riscoperta di uno scrittore controcorrente

Tante le iniziative in calendario per il centenario della morte di Alfredo Oriani

Dante Bolognesi - Direttore della Fondazione "Casa di Oriani"

È in un clima di rinnovato interesse verso gli scritti e la figura di Alfredo Oriani che la Fondazione Casa di Oriani ricorda lo scrittore romagnolo nel centenario della morte, avvenuta il 18 ottobre 1909 con una serie di iniziative culturali, in collaborazione con vari istituti e enti.
Non c'è dubbio che l'opera di Oriani in questi ultimi tempi sia diventata oggetto di rinnovate attenzioni e multiformi studi, a partire da quella storico-politica, quella, per intenderci, della Lotta politica (1892) e della Rivolta ideale (1908), con cui "il solitario del Cardello" si propose come interprete originale e controcorrente della storia italiana e del processo di unificazione del Paese. "Ogni volta che noi italiani siamo costretti a fare i conti, con maggiore e minore serietà, con la nostra storia, a reinterrogarci sulla nostra identità nazionale" - ha scritto Dirani - ecco che Oriani rientra in gioco, e ci ripropone nodi irrisolti, passaggi controversi, sguardi inconsueti sul nostro passato e, di riflesso, sul nostro presente, peraltro così solidamente intrecciati nelle sue riflessioni.
Si è parlato di una vera e propria renaissance di Oriani. Questa non si è limitata, come forse ci si sarebbe aspettato in questi decenni di perdurante crisi del sistema politico nazionale, all'Oriani storico e giornalista, ma ha abbracciato anche l'opera narrativa e drammaturgica. Basta scorrere l'annale della Fondazione Casa di Oriani ("I Quaderni del Cardello", pubblicati dal 1990) per avere testimonianza del fervore di ricerche, che in ambito accademico, ma non solo, si è acceso in questi ultimi venti anni e che ha prodotto infine un lavoro organico come quello recentissimo di Marco Debenedetti (Alfredo Oriani. Romanzi e teatro, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2008). Anche la produzione teatrale, che si risolse allora in un nuovo insuccesso e rappresentò una ulteriore disillusione per l'autore, i romanzi maggiori, i racconti, persino le prime immature imprese, come Memorie inutili (1876) e le poesie di Monotonie (1878), hanno visto una ricca messe di ricerche. Per non parlare di uno dei romanzi della maturità, Vortice, che ha conosciuto nel giro di pochi anni ben tre edizioni (Milano, Garzanti, 2003; Bologna, Millennium, 2007; Avellino, Mephite, 2008).
Il primo evento in calendario si è svolto lo scorso 19 settembre, con il XXI Incontro al Cardello (la casa museo di Oriani a Casola Valsenio) dedicato al tema Oriani e l'alimentazione nella Romagna dell'Ottocento e l'inaugurazione della mostra Oriani, il letterato del villaggio, promossa dal Comune di Casola in collaborazione con la Fondazione Oriani.
Il 23 ottobre a Faenza e il 24 ottobre a Ravenna si svolge il convegno L'eredità di Alfredo Oriani. Cultura e politica nell'Italia del Novecento. La giornata faentina è dedicata alla riflessione sull'opera narrativa e storica dello scrittore faentino, visto oggi come un piccolo classico dell'800, presente nell'esercizio creativo dei maggiori letterati del '900. Intervengono Massimo Baioni (Università di Siena), Marino Biondi (Università di Firenze), Franco Farinelli (Università di Bologna), Eugenio Ragni (Università di Roma "La Sapienza), Ugo Perolino (Università di Chieti) con il coordinamento di Roberto Balzani. La giornata ravennate (Popolo, populismo, democrazia nelle culture politiche italiane del Novecento) proporrà il confronto su un tema centrale per Oriani e sempre attuale: il rapporto fra popolo e legittimazione della sovranità politica. Con il coordinamento di Ernesto Galli della Loggia (Università S. Raffaele di Milano) interverranno Dino Cofrancesco (Università di Genova), Angelo Panebianco, Carlo Galli, Roberto Balzani (Università di Bologna).
Infine il 28 novembre sarà organizzata a Ravenna una tavola rotonda su Le 'idee lunghe' del Risorgimento. Rappresentazioni e progetti per l'Italia unita. Anche questo è un tema tipicamente orianiano: studiosi di varie università italiane (fra cui Luigi Lotti, Sandro Rogari, Dino Mengozzi) si soffermeranno sulle principali correnti di pensiero nell'Italia contemporanea, dal liberalismo di Cavour al federalismo di Cattaneo, ancor oggi in grado di fornire spunti di riflessione sull'identità del Paese.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2009 - N.36]

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