"Gino Severini": una Scuola antica per il futuro

Mezzo secolo di grande fervore per l'Isittuto statale d'Arte per il Mosaico

Marcello Landi - Dirigente Scolastico

Nel 1959-60 l'Istituto d'Arte iniziò il Suo Magistero, il mosaico ebbe il suo primo riconoscimento legale nella Scuola dello Stato italiano. Nella ricorrenza del 50° anniversario sono state messe in atto alcune manifestazioni, molti progetti e qualche riflessione.
Molte sono state le personalità che hanno mosso i primi passi all'Istituto per poi approdare in Italia e in Europa portando nel mondo linguaggi non solo musivi. Dunque, non solo mosaicisti, come si sarebbe tentati di pensare, ma intellettuali, artisti che spaziano nelle più diverse discipline legate alla creatività: pittori, artisti visivi, architetti, restauratori, fumettisti, insegnanti, fotografi, compositori musicali, tecnici teatrali e ancora in molti altri ambiti creativi della società, come se all'Istituto, prima ancora che una "tecnica", si apprendesse una sensibilità che guida il fare di ogni linguaggio. Forse la spiegazione sta nella particolarità del mosaico, la prima tecnica che, già nell'antichità è un linguaggio multimediale.
Tra le attività realizzate negli ultimi anni ricordo l'inaugurazione nel 2007 della Galleria permanente dell'Istituto, che raccoglie le opere di molti Maestri mosaicisti e non solo. Nel 2009 la Galleria è stata intitolata al Maestro Antonio Rocchi e, nell'occasione, si è riproposta la Mostra di 30 mosaici di piccolo formato realizzati anni fa dalla Maestra Luciana Notturni in collaborazione con i più importanti artisti italiani.
In occasione del 50° Anniversario si è iniziato un archivio fotografico digitale di circa 4000 foto, le "Facce da Mosaico", che documenta tutti gli alunni e gli insegnanti passati dall'Istituto. La mostra è attualmente esposta nei locali della scuola in attesa di essere trasferita nel 2010 in un importante luogo espositivo di Ravenna. Presto sarà documentato ed esposto anche il lavoro svolto in collaborazione col Comune di Ravenna per l'arredo urbano delle vie della città. "Profumo di Mosaico" e gli arredi già collocati in diverse via cittadine rappresentano un raro caso di collaborazione tra un'Istituto d'Arte e il Comune di una Città d'Arte, che segue un iter progettuale unico per rigore e metodologia, che vede l'integrazione del nuovo e il rispetto del contesto come elemento prioritario.
La cosa che ci preme è far conoscere i nostri archivi e il nostro patrimonio non ancora valorizzato; per questo, l'Istituto si è reso promotore di un Progetto, in collaborazione con altre Istituzioni culturali del territorio, per la conservazione e la valorizzazione dei "cartoni musivi", copie dipinte dei mosaici ravennati realizzate, nel secolo scorso, dai Maestri restauratori; documenti esclusivi del patrimonio artistico di Ravenna che giacciono disperse in diverse Istituzioni della città e rischiano l'oblio e la distruzione.
Dei molti altri progetti e collaborazioni che sono in corso mi limiterò a citarne solo alcuni.
Presto sarà collocata nella Piazzetta dell'Orto Botanico di Ravenna un'opera realizzata in collaborazione con il Liceo Artistico in bronzo e mosaico; un giglio che testimonierà delle violenze subite da tutte le donne del mondo, un simbolo che è la prima, e forse unica, testimonianza di una città su questo dramma. Quest'estate, in collaborazione con Ravenna Festival, la scuola ha realizzato tre opere musive dedicate alle tre religioni monoteistiche, che sono state consegnate al Rabbino Capo della Comunità di Ferrara, al Vescovo e alla Comunità Islamica della Città di Ravenna. Da due anni è attivo un Corso Serale per il conseguimento del Diploma di Maestro d'Arte per il Mosaico, al cui interno si sta realizzando un "surreale", ma non troppo, ritratto di un grande filosofo partenopeo: il Principe di Bisanzio, in arte Totò, ritratto fra i suoi avi bizantini. Il mosaico sarà esposto a Napoli al Museo dedicato a Totò nel Quartiere Sanità.
Ultima breve riflessione. Una scuola, la nostra, che rappresenta un'eccellenza per l'Italia e che l'Europa ci invidia, ma che la città di Ravenna non sempre sa realizzare. Basterebbe creare un maggiore coordinamento tra le realtà culturali artistiche e imprenditoriali, che significa fare politica culturale, quella politica da molto tempo distratta, per non dire assente.

Speciale Mosaico - pag. 15 [2009 - N.36]

[indietro]