S.O.S Vergini

La Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna impegnata in un cantiere a Sant'Apollinare Nuovo

Cetty Muscolino - Direttore della Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna

Conclusi i restauri al Parco della Pace di Ravenna, per i cui esiti si rimanda alla recente pubblicazione, condotta a termine a luglio la messa in sicurezza dei mosaici di Piazza Ferrari a Rimini e la ricognizione sistematica dell'area, è ora in dirittura d'arrivo la seconda tranche del cantiere scuola più intrigante e impegnativo della Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna - sezione distaccata dell'Opificio delle Pietre Dure - relativo ai mosaici parietali della parete nord di Sant'Apollinare Nuovo.
È a tutti noto che la decorazione musiva di Sant'Apollinare Nuovo, nonostante le trasformazioni agnelliane ne abbiano falsato la visione unitaria, presenta una continuità decorativa che la fa percepire come un ciclo relativamente omogeneo; ma in realtà siamo in presenza di un testo estremamente complesso e fondamentale per indagare i cambiamenti avvenuti in un arco temporale relativamente breve. La riconciliazione al culto ortodosso (556-569) della chiesa che il re goto Teoderico (493-526) aveva eretto come cappella palatina comportò infatti l'epurazione degli elementi troppo legati alla "eretica fede ariana" e alla corte teodericiana e l'inserimento delle due ben note teorie di Martiri e Vergini.
Mutamenti di committenza e di culto, di programmi iconografici e di maestranze, che costituiscono piste da seguire con una molteplicità di sguardi e competenze per procedere nella conoscenza di un passato molto studiato ma ancora denso di interrogativi. La complessità dell'indagine e la grande mole di dati da registrare ha richiesto un'impostazione metodologica rigorosa e una schedatura pensata come un sistema aperto e suscettibile d'implementazioni di nuovi dati. La ricerca si è basata sulla lettura della superficie musiva e delle malte di sottofondo, dei rapporti stratigrafici fra i vari interventi e sul confronto sistematico con le fonti documentarie, col preciso obiettivo di decodificare le manipolazioni indotte nei restauri pregressi (dai restauri ottocenteschi di Felice Kibel e Carlo Novelli a quelli del 1916 conseguenti ai danni bellici, con tecnici dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, fino all'intervento dal Gruppo Mosaicisti di Ravenna nel Secondo Dopoguerra). Questo ha permesso una revisione delle Tavole Storiche di Corrado Ricci, fonte di verifica fondamentale ma non più rappresentativa della realtà odierna.
L'ultima fase dell'intervento in corso, restaurate nelle precedenti campagne le aree musive dei registri superiori (scene cristologiche e Profeti), riguarda le ultime otto delle ventidue Vergini uscenti dalla città di Classe. Non più la drammatica caratterizzazione dei filosofi-profeti teodericiani, plastici e intensamente espressivi, bensì un fiabesco ed elegante corteo, la cui modulata e ritmica ripetizione fu interpretata in passato come imperizia tecnica. Scrisse infatti Ippolito Taine nel Voyage en Italie "Nulle physionomie; souvant les traits du visage sont aussi barbares que les dessins d'un enfant qui s'essaye. Le col est roid, les mains sont en bois, les plis de la drapperie sont mécaniques... En effet, il n'y a pas de ces personnages qui ne soit un idiot hébété, aplati, malade".
In realtà la teoria delle Vergini, che incedono lentamente fra palme e fiori, ci abbaglia per lo stupefacente sfarzo delle vesti intessute di ori e madreperle, che emergono ancora più sfolgoranti dopo la rimozione del sudiciume e della polvere. Il chiarore delicato dei visi, quasi bidimensionali e definiti dalle linee del disegno più che dagli effetti chiaroscurali, campeggia sulle grandi aureole d'oro. Le minime variazioni somatiche ed espressive esigono però uno sguardo attento e un approccio più intimo, per poter cogliere i bisbigli sommessi e le sottili differenze che ci fanno condividere quanto scrisse il Galassi nel 1916: "la teoria delle Vergini di S. Apollinare Nuovo ci appare come una delle più grandi e complesse, inebbrianti e liriche, fra quante opere abbia mai create l'arte dell'uomo".
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Speciale Mosaico - pag. 13 [2009 - N.36]

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