Il mosaico a Ravenna come identità della città

Gabriele Gardini

Le Corbusier nel suo Voyage d'Italie del 1907, sosta a Ravenna un'intera settimana scoprendo nella manualità dell'arte musiva le stesse finalità verso le quali aveva indirizzato le sue iniziali ricerche all'Ècole de La Chaux-de-Fonds. Di fronte ai mosaici ravennati, derivanti da un intreccio di cultura latina, barbarica e bizantina Le Corbusier è sorpreso di doversi misurare con una realtà complessa il cui segreto lo mette in imbarazzo e gli sfugge nella sostanza. Proprio a Ravenna, dove il giovane Jeanneret è stordito da un'arte per lui completamente nuova e dove la tecnica del mosaico è stata tramandata da una tradizione millenaria, si svolge quest'autunno il I Festival Internazionale del Mosaico Contemporaneo. Un'iniziativa che coinvolge tutta la città in un programma dedicato alla produzione artistica contemporanea legata ai mosaici che continua a vivere nei laboratori, nei centri di restauro e nelle scuole. È anche per questo che lo Speciale è dedicato al mosaico e al suo stretto legame con la città di Ravenna.
Collegandoci all'editoriale dell'ultimo numero della rivista in cui si poneva la problematica della ricerca dell'identità culturale delle nostre città, che avviene coltivando la conoscenza della nostra storia e delle nostre radici, si può sicuramente affermare che il simbolo consolidato nel tempo dell'identità di Ravenna è il mosaico. Oggi si ripropone una ricerca di nuova espressività della tecnica musiva così da poterla applicare alle espressioni e applicazioni più avanzate, in cui la continuità non diviene un'operazione nostalgica, ma una trasformazione che mantiene valori profondi con l'identità della città. Risale a Gino Severini la teorizzazione dell'autonomia artistica del mosaico, conforme al proprio linguaggio dove "l'identità tra la forma e il contenuto è assolutamente necessaria perchè l'opera dell'artista sia intrinseca ed autentica". Attualmente il lavoro degli artisti contemporanei ha rivelato le straordinarie possibilità applicative del mosaico, dal design all'intervento artistico negli spazi pubblici. L'auspicio è che si continui nella strada intrapresa con opere pensate e realizzate per specifici spazi pubblici della vita quotidiana. L'agire in una dimensione fuori dalle convenzioni dei luoghi deputati all'arte pone altre questioni, come la dialettica tra le necessità degli artisti e la promozione da parte delle pubbliche amministrazioni per definire una progettazione integrata dello spazio pubblico tra architettura e arte. Occorre lavorare su un'idea di museo diffuso e permanente al di fuori dal museo per far meglio emergere i caratteri originali e che delinei una rete rappresentativa di un'identità culturale comune, pianificando percorsi collegati sia a luoghi della produzione che quelli della conservazione delle opere.
Tra le notizie dal Sistema ne sottolineamo due in particolare. L'apertura, nell'ambito della valorizzazione del patrimonio artistico culturale provinciale, dei giardini e della cripta Rasponi del Palazzo della Provincia, in cui tra l'altro sono presenti mosaici pavimentali del VI secolo probabilmente provenienti da Classe, in virtù del completamento di un complesso intervento di restauro che ha avuto la precisa finalità di ridestinarli alla fruizione pubblica, e con la presenza di una importante vetrina sui musei del Sistema Museale Provinciale. Inoltre, la conclusione del Progetto Guidarello elaborato dal Museo d'Arte della Città di Ravenna con il restauro, un volume e una Giornata di studi che in novembre proporrà riflessioni sui Lombardo a Ravenna, sulla celebre scultura e sulla sua fortuna leggendaria.
Preme infine segnalare la presenza della nuova "Pagina di ICOM Italia", la nota associazione museale di cui il nostro Sistema Museale è socio istituzionale, che con questo numero ha iniziato la propria preziosa collaborazione con la nostra rivista.

Editoriale - pag. 3 [2009 - N.36]

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