Aneddoti e singolari parentele

Alcune curiosità riferite a Corrado Ricci e alla sua famiglia contribuiscono a definirne la personalità.

Franco Gabici - Capo Reparto Attività scientifiche e museali del Comune di Ravenna

Verso la fine dell'Ottocento quasi tutte le nostre piazze si trasformavano in estemporanei teatrini nei quali si esibivano girovaghi, giocolieri e altri personaggi stravaganti. La gente era di bocca buona e tutto faceva spettacolo. E fra questi aveva acquistato una certa fama Giovanni Succi, originario di Forlì, che di professione faceva il "digiunatore" e stupiva il pubblico per la sua straordinaria capacità di astenersi dal cibo. Si racconta che riuscì a star senza mangiare per trentun giorni di fila dimostrando anche una straordinaria vitalità. Al dodicesimo giorno, infatti, si esibì andando a cavallo per quasi due ore e al ventitreesimo giorno sostenne ben due assalti di sciabola! Il digiunatore Succi aveva un "segretario" che lo accompagnava ovunque. Insieme andarono perfino nelle due Americhe. Si chiamava Achille Ricci ed era il cugino di Corrado, che ebbe a definire "uomo di spirito e di cuore ma avventuroso".
Achille, che aveva un temperamento assai simpatico, era solito sintetizzare il suo sodalizio col digiunatore con questa frase: "Quando Succi digiuna, io mangio. Quando Succi mangia, digiuniamo tutti e due!". Di ritorno dalle sue avventure, la madre di Corrado lo impiegò nel loro negozio di fotografie ma lavorare non era proprio il suo forte. Ciò nonostante fu tenuto perché costituiva un richiamo per tanta gente che frequentava il negozio divertendosi alle sue facezie.
Trasferitosi a Lugo, impiantò con un amico un negozio di biciclette e di macchine da cucire che gli consentì di vivere con tranquillità. Scrive Corrado che "prese in moglie una brava donna" dalla quale ebbe un figlio che poi si laureò in ingegneria all'Università di Torino e al quale aveva dato il nome dell'illustre cugino. Quando morì, nel marzo del 1938, così scrisse il Corriere Padano: "Achille Ricci ebbe in Ravenna numerosissime amicizie e simpatie e noi siamo stati lieti di rievocarne il giocondo e piacevole ricordo in questa nostra breve cronaca. La sua è stata infatti una serena e rasserenatrice figura della vecchia Ravenna che va scomparendo".
Come curiosità riportiamo questa "istantanea" di Corrado Ricci apparsa sul Marzocco nel 1904: "Dimagrate alquanto E. Panzacchi, strappategli (per modo di dire) parecchi capelli, sopprimete la precoce canizie, aggiungetegli un paio di lenti, accentuate - se è possibile - le cadenze romagnolo-emiliane, sopra tutto romagnole, e avrete dinanzi a voi, per incanto, l'uomo, vivo, sano e vitale, anzi addirittura... San Vitale. Perché Corrado Ricci è straordinariamente ravennate: è figlio e padre di Ravenna. Venera la sua città come un figlio, la cura e se ne occupa come un padre. Nella vita e nell'arte predilige e persegue la semplicità severa: è un nemico personale del barocco e - sebbene abbia passato tanta parte della sua esistenza fra i mosaici, le transenne e i sarcofagi - aborre da ogni forma di... bizantinismo. Come direttore di galleria è una forza, un modello, senza concorrenti e, pur troppo, senza imitatori. Più che un direttore, è un igienista, un sanitario, al quale le superiori autorità ricorrono per combattere le epidemie. Dopo Parma e dopo Brera, fu chiamato, da poco, a curare le preziose collezioni fiorentine ed è diventato così il medico dei Medici... Non si potrebbe immaginare una più delicata responsabilità. Ma non ci ha perduto il buonumore. Nonostante i gravissimi pesi dell'uffizio... degli Uffizi, trova il tempo di scrivere articoli per giornali, di sopraintendere a importanti pubblicazioni, di far conferenze e di ricevere gli innumerevoli che sentono il bisogno di dare sfogo al loro amore per le Gallerie, tormentandone il direttore. La sua cordialità è inesauribile, non meno della parola, bonaria ed arguta ad un tempo. Discorrer d'arte - pur coi seccatori - è per lui una gioia. Allora la sua eloquenza s'infiamma e il gesto l'accompagna vivace: ma, anche allora, resta semplice e spontaneo, non monta in cattedra, non sale in bigoncia. Corrado Ricci è un avversario dichiarato della... 'tribuna'!".

Speciale Omaggio a Corrado Ricci - pag. [2008 - N.31]

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