Le scatole del tempo

I piccoli musei territoriali e le sinergie di rete

Giuseppe Masetti - Direttore Museo Civico Le Cappuccine di Bagnacavallo

Il Sistema Museale compie formalmente 10 anni, ma l'attenzione e l'intervento dell'Amministrazione provinciale a sostegno della rete dei musei risalgono all'inizio degli anni '90. Sul piano istituzionale l'effetto della Legge 142 prima e della L.R. 20/90 fu quello di avviare, anche nella nostra provincia, un'indagine conoscitiva cui sarebbe seguito ben presto il Progetto STIMMA (Sistema Territoriale Integrato Musei Monumenti Archeologia).

Invece, sul piano della cultura professionale, ricordo ancora con ammirazione il convegno organizzato a Bologna nel 1989 da Andrea Emiliani; tre intense giornate dal titolo "Il museo parla al pubblico" durante il quale in molti tra gli operatori presenti cominciammo a capire l'importanza di quella che oggi chiamiamo mediazione culturale, che prima definivamo come attività didattica e di valorizzazione, e che altro non è che la capacità del museo di relazionarsi con il proprio pubblico e di farlo crescere, indipendentemente dal valore patrimoniale conservato. Fu per molti di noi una svolta epocale, che dava legittimazione al lavoro di ricerca svolto dai piccoli musei, anche nei settori scientifici, storici e demo-etno-antropologici che si sentivano figli di un dio minore rispetto alle grandi pinacoteche cittadine.

Venivamo da una stagione nella quale lo sforzo maggiore delle amministrazioni periferiche si era concentrato nella salvaguardia delle proprie tracce identitarie. Si erano costruiti con entusiasmo, negli anni '80, numerosi musei di interesse locale, in una regione che stava cambiando pelle rapidamente, con la preoccupazione di far riconoscere, alle stesse comunità locali, l'importanza della rappresentatività e del salvataggio di quei reperti, ancorché privi di valore artistico.

Le riflessioni sul concetto di bene culturale hanno camminato a lungo insieme all'evoluzione dei piccoli musei territoriali. Se solo si potessero vedere in uno scaffale aperto tutte le pubblicazioni che i musei ravennati hanno prodotto in questi ultimi 10 anni, le monografie di ricerca, i cataloghi delle mostre e le guide al patrimonio, si capirebbe che la funzione del museo è stata "vitale e non surrogabile" presso ogni comunità. Quanti artisti o personaggi illustri vivono oggi nella nostra conoscenza solo in virtù delle ricerche e acquisizioni prodotte dai musei locali, i quali hanno, come prima finalità, quella di dare valore e permanenza alla cultura espressa nel tempo dal territorio.

Ma se gli anniversari devono servire a progettare il futuro, più che a contemplare la strada percorsa, dobbiamo anche ammettere che quella stagione iniziale ha esaurito in gran parte la propria funzione. Una volta riconosciuto e apprezzato il valore dei contenuti museali minori si tratta ora di accreditare il costante lavoro di ricerca e di servizio destinato alla loro pubblica fruizione. Per far realmente dialogare il museo con un pubblico, nettamente più ampio che in passato, occorrono soluzioni, tecnologie e professionalità che non sono più quelle dell'esperto locale. Occorrono saperi interdisciplinari, accessi alle fonti per continuare la ricerca, piani di relazioni e di marketing per tradurre i linguaggi della specializzazione (tipici dei musei) in opportunità divulgative per le quali un tempo non si spendeva più di tanto.

È questo il livello che rende oggi indispensabile lavorare in rete. Un po' come nel nuovo mondo delle imprese o degli ospedali non si può pensare oggi di trattenere e risolvere tutti i processi necessari al proprio interno: servono collaborazioni ed architetture culturali più alte, di provata qualità ed efficacia. Le reti di coordinamento tematico, di area territoriale, di interazione con i servizi turistici sono in questo senso sempre più necessarie. Lo spazio d'intervento per il nostro sistema ravennate, pionieristico e meritevole per tanti aspetti, appare perciò sempre più ampio ed in continua evoluzione.

Nuovi scenari e nuove sfide tecnologiche offrono al Sistema Museale Provinciale obiettivi stimolanti ed impegnativi nel campo dei servizi e della valorizzazione, che possono produrre benefici trasversali per tutti i musei del territorio. Ma anche azioni decisive, come quella di affiancare la Regione nel difficile percorso di accreditamento dei musei esistenti rispetto ai nuovi standard, potranno portare la rete, e le amministrazioni che la compongono, verso quei risultati di qualità attesa che un distretto turistico ed un polo culturale come il nostro devono riuscire sapientemente a distribuire fra riviera, pianura e collina.

Speciale decennale del Sistema Museale Provinciale di Ravenna - pag. 19 [2007 - N.30]

[indietro]