Le cadenze centenarie occasioni per una lettura integrata del museo diffuso e delle azioni di sistema

Pier Domenico Laghi

Col primo numero del 2007 entriamo decisamente nel merito della celebrazione del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Molteplici sono le ragioni per le quali dedichiamo all’epopea garibaldina non solo lo speciale ma anche diversi articoli della rivista. In primo luogo perché la Romagna, e la Provincia di Ravenna in particolare, sono terra di radicate tradizioni repubblicane, nella quale furono prontamente recepiti gli ideali mazziniani e largamente condivisa l’azione garibaldina. Poi perché in questo territorio ha avuto luogo la Trafila garibaldina, che ha lasciato tracce nella memoria popolare collettiva.
La rapida successione di quegli eventi, le tracce materiali ed immateriali, sono ben sintetizzate in una epigrafe, una delle tante in memoria di Garibaldi, quasi con valore di metadocumento, posta a Villa “La Badia”, Dovadola, dettata nel 1893 da Federico Tosi: “Giuseppe Garibaldi / compiuta la meravigliosa ritirata da Roma a S. Marin / disciolta la legione in terra libera / con duecento valorosi eludendo il nemico / nella notte del 31 luglio 1849 / rapidamente scese dal Titano all’Adriatico / Catturate in Cesenatico 13 barche / fece vela verso Venezia cinta d’assedio / Avviluppato dai fuochi della squadra austriaca / trovò scampo presso Comacchio / poi subito nelle spiagge di Ravenna / ove cercato ha morte, perseguitato come belva / dalle truppe croate fruganti nelle valli, nei campi, nei boschi, nelle case / vide morirsi accanto nè pote seppellirla / l’eroica compagna Anita / Lui profugo insieme col tenente Battista Leggero / difesero, nascosero, guidarono/dalla pineta a Castrocaro generosi romagnoli / Lui accolse e dal 17 al 21 Agosto protesse / da Pieve Salutare a Monte Acuto e Monte di Trebbo / Anastasio Tassinari con altri dovadolesi / consegnandolo salvo / al sacerdote Don Giovanni Verità / vero angelo custode del proscritto”.
Soprattutto ci occupiamo dell’epopea garibaldina per offrire uno spaccato della ricca articolazione sul territorio di musei, luoghi e memorie che costituiscono un vero e proprio museo diffuso garibaldino, come argomenta Giuseppe Masetti in apertura dello speciale. Il nostro obiettivo, oltre che dar conto dei cimeli raccolti nei musei e delle memorie diffuse sul territorio, è anche quello di suscitare nuove curiosità e il desiderio di visitare il “museo diffuso” con rinnovato spirito di conoscenza, aggiungendo, così, una ulteriore modalità di celebrazione del bicentenario.
Sempre nella logica del sistema territoriale, ma questa volta in campo artistico, è doveroso sottolineare come la collaborazione tra il Museo d’Arte per la Città di Ravenna, il Museo Internazionale delle Ceramiche e la Pinacoteca di Faenza ha dato origine a tre mostre coordinate che insieme realizzano uno straordinario evento espositivo dedicato a Domenico Baccarini, morto giovanissimo ed “in odore di icona inimitabile di artista di talento” cento anni orsono a Faenza.
Per concludere traiamo una nota di ottimismo ed insieme un auspicio per il futuro da due articoli dedicati al rapporto delle giovani generazioni con i musei: “Il museo dei ragazzi” e “Musei giovani: una vera sorpresa”. Dopo la celebrazione di un bicentenario e di un centenario, che dimostrano una vivacità culturale e propositiva dei nostri musei, il tema della memorie e dell’identità è coniugato anche al futuro: una scommessa importante per i musei e gli operatori museali, una chiamata a rispondere al “perché gli adolescenti non sentono una particolare motivazione a frequentare i musei”. La logica conseguenza è l’invito a continuare nell’impegno a metter in campo le cose di cui i giovani hanno bisogno per frequentare, con personale adesione, i musei.

Editoriale - pag. 3 [2007 - N.28]

[indietro]