"Lettura globale" del territorio

Contenuti e metodologia della catalogazione nell’ambito delle finalità istituzionali

Nicoletta Urbini - Responsabile dell'Ufficio Catalogo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna

Parlando di catalogazione oggi, viene spontaneo ripensare ai principi teorici ed agli intenti che hanno accompagnato lo sviluppo della disciplina, nell’ambito dell’Amministrazione dei Beni Culturali, attraverso l’elaborazione di modelli complessi scaturiti dal procedere dell’attività sul campo, nel vivace dibattito culturale che ha accompagnato l’emergere di questo importante settore tecnico-sperimentale, e dal consolidarsi del concetto di bene culturale in senso sempre più esteso e dinamico.
E per chi se ne occupa da tanto tempo si accompagna anche la volontà di far emergere il livello della catalogazione dal “sommerso” in cui un certo atteggiamento diffuso tende a relegarlo, appiattendolo tra le attività di routine dell’Amministrazione.
Il fondamentale carattere scientifico e storico che da sempre ha contraddistinto la catalogazione quale ricerca volta alla conoscenza del patrimonio culturale, ha trovato una naturale evoluzione nella svolta metodologica che ha contrassegnato il passaggio ad una impostazione di tipo relazionale, con l’obiettivo finale di una lettura globale del territorio, analizzato nella stratificazione e nella connessione delle varie componenti.
La catalogazione non si configura, infatti, come un insieme numerico di realtà significative descritte dai relativi documenti prodotti, ma si identifica bensì come un’operazione, dettata da meccanismi analitici e sintetici, più elaborata e indirizzata alla valorizzazione del complesso patrimonio culturale nazionale, attraverso il riconoscimento delle omogeneità e delle connessioni tra i beni per la ricostruzione degli insiemi, siano essi di tipo quantitativo o compositivo, mediante una tipologia di rilevamento globale e interdisciplinare.
Il processo conoscitivo espresso dalla catalogazione deve consentire la lettura del bene più ampia ed articolata possibile nelle interrelazioni spazio-temporali, che partendo dalla situazione attuale ne valorizzi la specificità e la natura relazionale, consistendo l’oggetto del catalogare non tanto nell’unicum irripetibile, quanto piuttosto nell’insieme delle testimonianze che ne formano il tessuto e che risultano significative proprio nella loro azione di trama portante.
In questo modo si evidenzia la natura estremamente dinamica del nostro sistema dei beni culturali e le conseguenti problematiche e sfaccettature che il processo catalografico inevitabilmente comporta a livello di comprensione, rappresentazione e sistematizzazione informatica.
Proprio il processo di informatizzazione, con le potenzialità di ricerca e di ordinamento, si è rivelato il naturale strumento per la facile fruizione della poliedrica realtà culturale, ferma restando l’importanza della correttezza documentale, rivolta sia alla specificità dell’oggetto di indagine, sia al recupero integrato delle informazioni; le due istanze procedono comunque su piani convergenti in quanto il processo conoscitivo indirizza alla regolare sistematizzazione dei contenuti informativi, mentre la richiesta comunicativa ne razionalizza “il ritorno”.
Nel complesso quadro che si è venuto a creare nell’ambito delle ripartizioni delle funzioni istituzionali (Stato e Regioni) tra la crescita delle tecnologie informatiche e l’aggiornamento metodologico (il tutto finalizzato alla piena attuazione del SIGEC), si rilevano comunque difficoltà operative per chi lavora alla periferia istituzionale e direttamente sul territorio come le Soprintendenze, le quali si trovano a coniugare le funzioni di presidio della tutela con il processo globale di “modernizzazione”, in una situazione non sufficientemente sostenuta da finanziamenti e da specifiche risorse in organico, e non favorita da una costante concertazione, a livello territoriale, attraverso la comunicazione e la pianificazione di strategie condivise.

La Pagina della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna - pag. 7 [2006 - N.27]

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