Il progetto Camus

Un'infrastruttura tecnologica in grado di gestire biblioteche, archivi e musei

Claudio Leombroni - Responsabile Servizio Reti, Risorse, Sistemi della Provincia di Ravenna

Nel novembre del 2004 la Giunta Provinciale approvò il progetto Camus. Progetti di una certa dimensione o di qualche ambizione sono identificati da un titolo accattivante; in questo caso il cognome dello scrittore francese sta per Cooperazione e Automazione per i MUSei. Il progetto ha tre obiettivi principali: la realizzazione di un ambiente tecnologico in grado di gestire l’automazione delle attività museali; la costruzione di un’infrastruttura capace di stimolare e supportare relazioni cooperative in analogia con l’esperienza della rete bibliotecaria romagnola; la valorizzazione degli istituti attraverso le tecnologie più innovative.
Il progetto si inserisce nel quadro di riferimento disegnato nel documento Un dominio cooperativo della cultura in Emilia-Romagna, elaborato da un gruppo di lavoro al quale ha partecipato anche la Provincia di Ravenna e recepito nel Piano Telematico Regionale 2004, il primo contenente investimenti per la cultura. Tale documento ha l’obiettivo di definire interventi, infrastrutture e ruoli a livello regionale e locale per la costruzione cooperativa di un sistema integrato della cultura, che implica l’inserimento nell’agenda degli Enti locali della cosiddetta convergenza fra archivi, biblioteche e musei.
Porre la convergenza al centro delle politiche degli Enti locali implica alcune importanti conseguenze, sia di ordine concettuale sia di ordine operativo. Innanzitutto le istituzioni culturali o le istituzioni coinvolte nella conservazione della memoria (locale o nazionale) possono ora essere considerate articolazioni di un’unica infrastruttura con ampie aree di intersezione e di sovrapposizione. Inoltre le richieste dell’utente a questa infrastruttura, nella sua generalità, possono essere descritte in termini di informazione, piuttosto che di libri, oggetti museali o carte d’archivio. In altre parole la richiesta dell’utente, complice le aspettative indotte dalle nuove tecnologie, può riguardare contenuti eterogenei e trasversali: un oggetto museale, la relativa bibliografia e la relativa documentazione d’archivio. Ciò che prima era inevitabilmente distinto o fruibile separatamente e successivamente oggi può essere potenzialmente fruito simultaneamente e in modo integrato.
In ambito locale la convergenza rappresenta concettualmente e operativamente un modo di rappresentare e gestire la memoria locale, di costruire il ‘sistema cultura’ anche per la valorizzazione e il marketing del territorio. Da questo punti di vista gli Enti locali necessitano di strumenti per gestire in modo integrato gli oggetti tradizionalmente afferenti al sistema cultura. D’altra parte le tecnologie attualmente disponibili consentono di sostenere la convergenza dell’intero spazio occupato dagli istituti culturali e di gestire secondo un approccio olistico l’intera catena distributiva che governa l’accesso all’informazione e alla conoscenza in una determinata area territoriale.
Coerentemente con questo approccio la Provincia realizzerà nei prossimi anni un’infrastruttura tecnologica in grado di gestire, oltre alle biblioteche come ora avviene, anche archivi e musei. In questa prospettiva si è richiesto alla Regione e all’IBC la realizzazione di applicativi in grado di gestire l’inventariazione degli archivi storici o la catalogazione degli oggetti museali e le relazioni possibili fra i vari domini di interesse. Un primo esempio è l’applicativo Exhbits3D, che oltre a porre a disposizione degli operatori museali alcuni semplici strumenti per la creazione di ambienti tridimensionali, reali come la riproduzione di sale espositive con un notevole grado di precisione, o immaginari come spazi espositivi virtuali dedicati a giovani autori, a percorsi museali ecc., consentirà, nella versione più recente, di collegarsi in modo trasparente a basi dati catalografiche o a basi dati di altri domini (biblioteche o archivi), di recuperare le informazioni desiderate e di associarle agli oggetti digitalizzati.
L’idea di valorizzare il nostro territorio sfruttando in modo integrato le risorse e gli ‘oggetti’ degli istituti culturali non è quindi impossibile e il progetto Camus metterà a disposizione un ambiente tecnologico adeguato e capace di contribuire alla definizione di un vero e proprio distretto della conoscenza. Le tecnologie informatiche, tuttavia, sono solo uno strumento. Non sostituiscono l’intelligenza degli operatori e la loro capacità di cooperare. Soprattutto non possono fare a meno dei necessari adeguamenti organizzativi e ‘culturali’.

Speciale musei virtuali - pag. 8 [2006 - N.26]

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