Perchè catalogare?

L’attività dell’IBC in materia di catalogazione dei beni culturali, efficace strumento per la loro valorizzazione

Alessandro Zucchini - Direttore dell'Istituto Beni Culturali

“Perché dobbiamo sostenere la catalogazione dei beni culturali?”.
Questa domanda mi è stata fatta nel 2001 da un componente della Giunta Regionale.
Ricordo di avere balbettato un imbarazzato “… Ma è ovvio…”. Non ritenevo però sufficiente citare l’articolo 2 della nostra legge istitutiva che indica fra le attribuzioni specificatamente “attività conoscitiva ed operativa, di indagine e di ricerca …”, “provvede alla costituzione dell’inventario regionale dei beni artistici, culturali e naturali…”. Ripresomi dalla sorpresa, mi ritrovai a ragionare velocemente più sul perché della domanda che sulla risposta.
È evidente e giusto che un amministratore pubblico che risponde in prima persona soprattutto ai fabbisogni dei cittadini - fabbisogni culturali nel nostro caso - si aspetti un ritorno più visibile delle risorse impiegate. La catalogazione dei beni culturali rappresenta un’attività definibile, secondo il nuovo gergo “informatico-amministrativo”, di “back-office”: è necessaria ed essenziale ai fini di una razionalizzazione sapiente e diafana di un simile patrimonio, tuttavia, inevitabilmente, sussiste uno scarto tra questa azione ordinatrice e l’integrazione dei suoi risultati con le occasioni di fruizione da parte dell’utenza.
Caso diverso è costituito dalla catalogazione di una tipologia particolare di beni, quelli librari e documentari. Chiaramente, su questo altro versante, lo scarto sopra ricordato viene ad attenuarsi notevolmente, perché la biblioteca e, in misura minore, l’archivio sono luoghi di frequentazione diffusa, nei quali l’utente interviene attivamente nella selezione dei beni catalogati. Come la catalogazione dei beni culturali, anche il servizio protocollare che registra i flussi documentali in entrata e in uscita presso un ente privato/pubblico riveste una mansione fondamentale, però questa rimane oscura di fronte al pubblico. Di certo, non occorre che l’utente esterno conosca le dinamiche intrinseche al fatto protocollare, discorso ben diverso va fatto in relazione al bene culturale, che deve essere l’oggetto di una cura lungimirante che ne decreti la totale condivisione.
Dalla sua istituzione, e con continuità, l’Istituto Beni Culturali ha sempre attuato interventi di catalogazione, riconoscendo la primaria necessità di alimentare la conoscenza del patrimonio culturale, in modo tale da fornire elementi utili alla programmazione regionale in materia. Sulla base di un’esperienza catalografica complessa sviluppata con la collaborazione delle Soprintendenze statali (Progetto SIRIS), l’Istituto negli anni ’90 creò, in collaborazione con altri partner pubblici e privati, la società “Centro Regionale per il catalogo e la documentazione” (CRC srl), come struttura operativa dedicata alla catalogazione dei beni culturali. In questo modo, le esperienze maturate dai collaboratori del progetto SIRIS nella gestione delle complesse normative catalografiche dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali non andavano disperse.
Già da tempo stiamo studiando con altri enti territoriali come valorizzare al meglio il patrimonio culturale regionale e una sicura modalità di valorizzazione passa attraverso la fruizione da parte dei cittadini del patrimonio catalografico. In questo quadro si inseriscono le azioni previste al punto D.6 Un dominio cooperativo della cultura del Piano Telematico Regionale (PTR Programma operativo 2004). Voglio qui ricordare e ringraziare Claudio Leombroni della Provincia di Ravenna, perché è anche grazie al suo supporto ed alla sua tenacia che la “nostra” idea dell’utilizzo degli strumenti informatici per valorizzare e promuovere la cultura è stata inserita nel PTR, ponendo l’accento sul modello “cooperativo”.
Una delle attività previste nel piano vede coinvolto Daniele Panebarco e la sua équipe, perché la sua “creatività” ci ha messo a disposizione uno strumento unico nel suo genere per semplicità di utilizzo e resa grafica su WEB: Exhibits 3D. Attraverso il PTR sono state sviluppate altre funzionalità dedicate, ad esempio, all’interfaccia diretta con la catalogazione informatizzata.

La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2006 - N.26]

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