Omaggio a Francesco Arcangeli

La mostra che celebra la vita e l'opera del famoso storico dell'arte

Nadia Ceroni - Conservatore del Museo d'Arte della città di Ravenna

Il percorso di ricerca avviato dal Museo d’Arte della Città di Ravenna, volto a far luce su grandi temi e figure centrali della critica e della storia dell’arte moderna e contemporanea, propone quest’anno al pubblico una grande mostra dedicata allo storico dell’arte Francesco Arcangeli, inaugurata il 18 marzo scorso.
Il titolo stesso dell’esposizione – Turner Monet Pollock. Dal Romanticismo all’Informale – trae spunto dalla riedizione delle lezioni accademiche che Arcangeli tenne presso l’Ateneo bolognese nel 1970-71 e sottolinea il profondo coinvolgimento dello studioso emiliano nei confronti dell’arte moderna e contemporanea, come dimostrano i suoi numerosissimi scritti dedicati ad artisti europei ed italiani, redatti fra il 1941 e il 1973.
Bolognese (1915-1974), allievo di Roberto Longhi, fin dagli anni giovanili aveva concentrato i suoi studi soprattutto sull’arte emiliana con interventi su giornali, riviste e cataloghi, spaziando dal Trecento ai fatti contemporanei. Nel 1967 aveva ricoperto la cattedra di storia dell’arte medievale e moderna presso l’Università di Bologna e nel 1972, tra le sue ultime pubblicazioni, aveva scritto Lo spazio romantico, evidenziando ed esaltando la rivoluzione spaziale operata dal romanticismo inglese e in particolar modo da Turner.
La mostra, infatti, attraverso una selezione di circa 130 opere, prende avvio dai romantici inglesi – Turner, Constable, Reynolds e Gainsborough – cui fanno seguito figure artistiche primarie della pittura francese quali Corot, Courbet, Cezanne, Renoir, Sisley e Monet.
Per l’Ottocento italiano sono esposte opere di Fontanesi, Fattori, Lega, Segantini, mentre la prima metà del Novecento è rappresentata da Klee, Soutine, Permeke, Carrà, De Pisis e Morandi.
Il periodo dell’Informale, “che rappresentò per Arcangeli la condizione in cui arte ed esistenza risultavano inscindibili”, vede come protagonisti, tra gli altri, Fautrier, Dubuffet, De Kooning e soprattutto Polloch, “vero filo rosso di un percorso modernamente romantico”.
L’esposizione si avvale di un prestigioso comitato scientifico composto da Bianca Arcangeli, Andrea Emiliani, Michel Laclotte, Edouard Pommier, Ezio Raimondi, Michela Scolaro, Claudio Spadoni e Bruno Toscano.
Il catalogo, edito da Mondadori Electa, contiene saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Andrea Emiliani, Antonio Paolucci, Ezio Raimondi, Michela Scolaro, Claudio Spadoni, Bruno Toscano, Elena Volpato e significative testimonianze di Bianca Arcangeli e Mina Gregori.
Nei mesi precedenti l’inaugurazione – con l’obiettivo di mettere a fuoco i protagonisti e i tratti salienti di un secolo e mezzo di storia dell’arte, presi in considerazione dalla mostra – il MAR ha organizzato un ciclo di lezioni propedeutiche all’evento espositivo, che hanno riscosso l’interesse e la presenza di un pubblico numeroso ed eterogeneo.
L’esposizione – che resterà allestita fino al 23 luglio 2006 – intende evidenziare l’importanza dell’operato critico e storico dello studioso emiliano nella vicenda moderna della storia dell’arte, le cui indagini appassionate “sono tuttora modelli di umanità e di sapienza imprescindibili per un ulteriore progresso della conoscenza” (per informazioni: 0544482017/482775/482487).

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 18 [2006 - N.25]

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