Il Museo del Balsamico Tradizionale di Spilamberto

Una struttura dove armonia e contrasto convivono, esaltandosi nel “nettare nero” per eccellenza

Paola Bonfreschi - Coordinatrice del progetto

Un tassello importante si aggiunge al Sistema Museale della Provincia di Modena: il Museo del Balsamico Tradizionale, una struttura dove armonia e contrasto convivono, esaltandosi nel "nettare nero" per eccellenza. Il Museo del Balsamico Tradizionale nasce per individuare un riferimento spaziale per la diffusione della cultura del balsamico creando un luogo istituzionale che sia strumento per coinvolgere e trasmettere questi valori nei modi più ampi possibili. La Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale e il Comune di Spilamberto sono i promotori di questa iniziativa: assieme rappresentano il legame esistente tra il prodotto e il suo territorio di origine e la garanzia della tutela della conoscenza nel rispetto assoluto della tradizione. Il balsamico tradizionale è, infatti, prima che un prodotto, una cultura legata al territorio modenese e alla sua gente. Valorizzare e diffondere la cultura del balsamico significa perciò non solo divulgare gli aspetti scientifici che costituiscono il metodo di produzione di questo straordinario prodotto, ma soprattutto fare conoscere e trasmettere i valori di una comunità legata alla propria terra e ai cicli scanditi dalle stagioni, comunicare le emozioni e la tranquillità che si respirano in acetaia. All’interno del Museo - inaugurato verso la fine del 2002 - alcune intuizioni molto originali, tra cui l’articolazione del percorso museale sulla base di livelli di lettura differenti, rendono la struttura fruibile a diverse tipologie di visitatori: esperti, ristoratori, scolaresche, turisti dell’enogastronomia e semplici curiosi. Il percorso definito "didattico", per citare un esempio, consente di apprendere le tecniche e le fasi di produzione attraverso la visita, in particolare, di due sale: la saletta video dove viene proiettato un filmato di qualità appositamente girato e le sale attigue, nelle quali una ricostruzione scenografica illustra le diverse fasi di produzione dal vigneto all’acetaia. È da qui che l’aroma del balsamico si diffonde grazie all’esposizione di una batteria risalente al XVIII secolo, creando e rendendo viva l’atmosfera della soffitta e permettendo un incontro diretto con l’antica tradizione. Interessanti sono inoltre le sale adibite all’illustrazione della tecnica dell’assaggio (dove attraverso visite guidate è possibile sperimentare una vera e propria esperienza gustativa) e quelle dedicate alla storia materiale, culturale e sociale del balsamico che rendono a tutti gli effetti questo Museo la Casa dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Il Museo è inoltre dotato di un bookshop dove, oltre al servizio di accoglienza e orientamento dei visitatori, possono essere acquistati libri e oggetti riguardanti la tradizione.

La pagina del Sistema Museale dalla Provincia di Modena - pag. 6 [2003 - N.16]

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